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lunedì 11 dicembre 2023

Questo battello che vedete, amici.., di Publio Valerio Catullo

Questo battello che vedete, amici,
si vanta d'essere stato una nave
cosí veloce che mai nessun legno
poté superarlo in gara, volando
con le ali dei remi o delle vele.
Certo ne possono far fede i porti
dell'Adriatico infido o le Cicladi,
la luminosa Rodi, il mar di Marmara
agitato o l'orribile mar Nero
dove fu, prima d'essere battello,
foresta oscura: sul monte Citoro
la sua voce fischiava tra le foglie.
Questo, Amastri, questo tu lo sapevi,
dice a battello, e i bossi del Citoro
lo sanno ancora, sin dal tempo in cui
si alzava sopra la tua cima o quando
immerse i remi dentro le tue acque
e poi di là per mari tempestosi
condusse il suo padrone sulla rotta
dove spirava il vento col favore
che nelle vele v'imprimeva Giove:
nessun voto agli dei dovette rendere
nei porti, navigando da quel mare
del diavolo a questo limpido lago.
Acqua passata: ora solitario
invecchia in pace e si dedica a voi,
a te Castore e al gemello tuo.

Publio Valerio Catullo

Piccole barche da diporto affidiamo
al mare un percorso comune;
rimangono vele flaccide in bonaccia,
remi e scafi incrostati dal tempo...

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