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lunedì 30 novembre 2015

Novembre, di Bruno Grella

Novembre
 
E’ triste questo mese!
Nella campagna spoglia
trema sui rami, appesa,
qualche ingiallita foglia!
Nei prati brulli e arsicci
lassù sulle montagne,
sgusciano fuor dai ricci
le lucide castagne.
 
Bruno Grella 

 
Anche Novembre è finito,
mese di transizione, verso il buio,
verso l'inverno ed il gelo;
passi continuano...avanti...
 

domenica 29 novembre 2015

Novembrino#4

complicazioni ed ansie,
difficoltà imprescindibili e freddo;
diventa difficile alimentare
questo spazio di cose alla rinfusa;
farò del mio meglio
anche quando l'idea scarseggia...
 
Gujil
 

sabato 28 novembre 2015

Chi illumina, di Alejandra Pizarnik

Chi illumina
 
Quando mi guardi
i miei occhi sono chiavi,
il muro ha segreti,
il mio timore parole, poesie.
Solo tu fai della mia memoria
una viaggiatrice affascinata,
un fuoco incessante.
 

Alejandra Pizarnik
La figlia dell'insonnia
Traduzione di Claudio Cinti
 
 
occhi come chiavi ad aprire
porte chiuse dell'anima;
tra delusioni e disimpegni,
tra tralicci e basamenti...

venerdì 27 novembre 2015

Novembrino#3

 
 
...freddo e umido,
in un contesto di fine Novembre;
rivedo le vecchie strade fogliose,
le vie percorse e quelle evitate.
Poi torno con me
il bavero ansima il mio fiato
e mi gela la faccia...
 
Gujil

giovedì 26 novembre 2015

Cose maliose, di Amalia Guglielminetti

Cose maliose
 
Male si tende il lucido tranello.
Io ammiro, e per il mio spirito assorto
più del possesso il desiderio è bello.
Tutto mi piace. Con il volto smorto
d'ebbrezza aspiro essenze in rare fiale,
m'attira un frutto pendulo in un orto.

Qualche voce nel cuore mi fa male
tanto m'è cara, e qualche rosso occaso
m'incanta con un suo drago che sale.

Carezzo di mia man l'anse d'un vaso
che con arte foggiò greca fucina,
increspo l'onde morbide d'un raso,
 
o gioco con le spume di una trina.
 
Amalia Guglielminetti
da "La seduzione delle vergini"
 
 
tornare, rientrare a casa;
nel covo sicuro, la tana,
dove tutto s'acquieta e riaffiora
antico tepore nei gemiti,
ricordo di passione e dolore...

mercoledì 25 novembre 2015

La notte crolla alle porte di vecchie mura..., di Thomas Bernhard

La notte crolla alle porte di vecchie mura,
la luna pende irrequieta, la terra cerca
di conservarsi il gelo della passata estate
e sui monti si ergono le stelle, bianche,
con occhi verdi le palpebre ormai stanche
degli alberi pendono giú, mute.
 
Reco dispregio nella valle e molti dicono
che porto solo morte e sogno e gelosia
in grossi cesti, per il tramonto.
Le stelle imprecano! Singolare, il giorno cade
nei suoi solchi vicino al fiume che scorre giú
profondo nelle fantasie
con duri detti del mio giorno d'inverno.
 

Thomas Bernhard
Sotto il ferro della luna
Traduzione di Samir Thabet
 
 
vorrei essere dove il tempo fugge,
vorrei e forse già ci sono;
le mie estati scemano e vanno,
gli inverni del mio scontento...

martedì 24 novembre 2015

Terrore, di Arturo Graf

Terrore
 
Quando la mente mia sogna l’eterno
E l’infinito, tal mi va per l’ossa
Un gelo, o caro focolar paterno,
Che non v’è fiamma che scaldar mi possa.
Sì che ogni altro terrore onde commossa
Fu già la mente giovanil, l’inferno
Senza riscatto, l’esecrabil fossa,
Ora di contro a quel parmi uno scherno.
Ogni più dolce e caro intimo affetto
Dentro a questo pensier mi si dissolve
Come in ciel di brumajo onda di fumo.
Così vivo e mi sfaccio e mi consumo,
La notte il bujo, il dì guardo la polve,
Piego le braccia neghittose e aspetto.
 
Arturo Graf
 
 
momenti così duri, pesanti,
non penso a me stesso,
penso ad altri, al timore;
ci vogliono togliere futuro...

lunedì 23 novembre 2015

1., di Ibico

1.
 
La rocca di Priamo Dardanide
grande gloriosa felice
distrussero, venuti da Argo
per volere del grande Zeus,
per il volto di Elena la bionda
ebbero guerra
famosa e lacrimosa
e salì la sventura
a Pergamo dolente
per Cipride dalla chioma d'oro:
ma ora non ho desiderio
di cantare di Paride
traditore dell'ospite, di Cassandra
dalle snelle caviglie, degli altri
figli di Priamo.
 
Ibico
Traduzione di Enzo Mandruzzato
 
 
 
donne passate e rincorse,
donne sfuggite, lasciate, amate;
quanti lutti agli Achei!
e ricordi, tanti ricordi...

domenica 22 novembre 2015

Novembrino#2


 
in un diminuendo di fase,
scoprirsi, vedersi,
attimi come sassi alla via,
un filo di nebbia ricorda,
un poco di sole rasserena...
 
Gujil

sabato 21 novembre 2015

Orsa nordamericana, di Charles Wright

Orsa nordamericana
 
IV
 
Cammino nel freddo della notte d’autunno
          pieno come Orfeo,
pensando il mio canto, ansioso di voltarmi,
la mia vita svanita un ornamento, una nuvola
          alla deriva,
dietro di me,
leggera trascendenza di cenere
sepolta e risorta una volta, e poi ancora e ancora.
Il marciapiede si srotola come sonno profondo.
Sopra di me le stelle, stelle austere,
scoprono il volto.
     Nessun cuore batte alla mie spalle,
          nessun passo.
 

Charles Wright
Breve storia dell’ombra
Traduzione di Antonella Francini
 
 
vaghe stelle dell'Orsa
ad ispirare questa bella poesia;
meglio pensare lontano, oltre;
non voglio penare la vita...

venerdì 20 novembre 2015

Note per una finzione suprema, di Wallace Stevens


Note per una finzione suprema
 
E per cosa, se non per te, provo amore?
Tengo il libro più estremo dell'uomo più saggio
stretto, in me nascosto, giorno e notte?
Nella luce incerta della verità singola, certa,
eguale nella vitale mutevolezza alla luce
in cui ti incontro, in cui sediamo quieti,
per un momento nel centro del nostro essere,
la trasparenza vivida che tu porti è pace.

Wallace Stevens
La teoria della vita
Traduzione di Glauco Gambon
 
 
fingere...sempre...
anche di fronte all'evidenza,
anche nel torto lampante;
fingere...fingere sempre...

giovedì 19 novembre 2015

Ad alcuni poeti moderni, di Pascal D'Angelo

 
Ad alcuni poeti moderni
 
I vostri nomi sono come giganti decapitati
che sanguinano di nero oblio:
siete le fragili voci
l'irriducibile ritmo di bellezza si contorce
sotto gli artigli delle vostre penne.
I vostri occhi sono candele gemelle
che bruciano fiamme di ardente desiderio
issate al sommo altare della Poesia.
Tutto quanto avete cercato di ottenere vi è sfuggito;
avete provato, ma il vostro giorno sta svanendo.
Eppure non addoloratevi.
Molto di ciò che affascina è un nulla che passa
di fronte alla grandezza dell'eternità.
È una minuscola ombra la terra
che barcolla sull'orlo della morte.
La luna è un palpito splendente
nel cuore della notte;
ed effimere son le stelle
nello sguardo lungimirante del Signore.
Dunque non addoloratevi
se le vostre poesie sono come la fredda
tenera erba di una breve estate.
Son pochi i veri fiori.

Pascal D'Angelo
Traduzione di Luigi Fontanella
 
 
poesie per sempre, per loro,
poetare di cose e di quanti,
versi liberi e prigionieri,
sillabe stanche e stantie...

mercoledì 18 novembre 2015

Perplessità, di Amalia Guglielminetti

Perplessità
 
Ieri io indugiai su quel punto che sta
fra la saggezza e la follia, sospesa
fra l'una e l'altra in gran perplessità.
Amor sollecitava, aspro d'attesa,
esauste tutte le sottili frodi,
le insidie che trascinano alla resa.
Ma, su l'incerto limite, i custodi
spiriti della giovinezza chiara
mi trattenevan con più onesti modi.
Curiosità mi rise avida: – Impara!
il Desiderio: – Tenta! – m'incitò.
E all'una e all'altro la superbia amara
di quella che va sola disse : – No.
 
Amalia Guglielminetti
 
 
cruciali e distese le voci,
cori che assumono peso,
nel contesto, nel ricordo;
avviarsi verso la meta...

martedì 17 novembre 2015

Frammento, di Anonimo


Annuncio ai primi freddi
un camminare inquieto,
le falde del pensare struggono
come stride il resoconto.
Non avevo previsto, atteso;
girovago a lenti passi,
stringo le cose che amo...
 
Anonimo
del XX° Secolo
frammenti ritrovati
 
 

lunedì 16 novembre 2015

Orrore, di Arturo Graf

Orrore
 
Conosci tu dell’infinito il pondo
E l’angoscia mortal? sai tu l’orrore
Di quel mar senza fine e senza fondo
Ove in eterno s’inabissan l’ore,
E si frangon l’età? l’atro, profondo,
Gelido ciel conosci ove il clamore
E la dipinta vanità del mondo
Come una nebbia si dilegua e muore?
Conosci tu lo strazio e l’agonia
D’un pugnace pensier che oppresso e franto
Risorge senza fin? sai tu che sia
Questo sentirsi sempre nella mente,
Sempre nel cor di tutti i vivi il pianto
E il gran silenzio della morta gente?
 
Arturo Graf
 
 
Parigi nel cuore,
non sono solo parole;
una città che amo colpite,
una città triste e ferita...

domenica 15 novembre 2015

Salvezza, di Alejandra Pizarnik

Salvezza
 
Fugge l'isola
E la fanciulla torna a scalare il vento
e a scoprire la morte dell'uccello profeta
Adesso
è il fuoco sottomesso
Adesso
è la carne
la foglia
la pietra
perduti nella fonte del tormento
come il navigante nell'orrore della civiltà
che purifica la caduta della notte
Adesso
la fanciulla trova la maschera dell'infinito
e abbatte il muro della poesia.

Alejandra Pizarnik
La figlia dell'insonnia
Traduzione di Claudio Cinti
 
 
Salvifico deve essere
il momento di cui non vorremmo,
le pieghe ristrette del tempo,
i pleniluni e le alte maree...

sabato 14 novembre 2015

?, di Gujil

Parigi...
oh cara!
 
 

venerdì 13 novembre 2015

Ventaglio, di Stéphane Mallarmé

Ventaglio
 
Frigide rose per vivere
Tutte in una sola sospenderanno
Con un calice bianco improvviso
Il vostro respiro fattosi brina
 
Ma che divida questo mio battito
Il mazzo con un urto profondo
La frigidità si annulla
In un riso di fiorire inebriato
 
Il cielo in dettagli a dissipare
Ecco come buon ventaglio
Più d'una fiala convieni
 
Senza alcuno smeriglio se racchiudi
Inviolato e nulla disperdendone
Il profumo da Méry emanato.
 
Stéphane Mallarmé
 
 
aria smossa nel caldo,
qualunque sventolio è gradito
poi torna lo sguardo, malia,
e tutto rimane sospeso...

giovedì 12 novembre 2015

Finestre di dolore, di Francesco De Gregori

 
Finestre di dolore
 
La luce della luna
ci trovò sopra un tetto
e Pietro non parlava,
e niente che rompeva la noia dell'attesa,
solo il suono della pioggia che cadeva.
E lui, con la mano alla bottiglia,
faceva i suoi discorsi da pazzo
e un gallo si mise a suonare la sveglia,
per quanto la notte fosse ancora ubriaca
e Giuda fosse ancora un ragazzo.
E credo che fu in quel preciso momento
che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri.
E due angeli vestiti di bianco
scescero con aria stupita
e il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
Seduti nella stanza
con la bocca socchiusa,
aggrappati alle nostre sigarette,
aspettavamo l'alba senza troppo interesse,
soltanto per avere una scusa.
E Anna, perduta sul divano,
sembrava un bambino sconfitto
e la sua amica giovane le dava la mano
ma Anna era troppo occupata
a contare ricordi sul soffitto.
E credo che fu in quel preciso momento
che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri.
E due angeli vestiti di bianco
scescero con aria stupita e il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
In fondo alla pianura una linea più buia,
l'esercito degli uomini diversi,
con gli occhi e la bocca pieni di sonno,
aspettava in una buca di due metri.
E noi, dall'altra parte del concetto,
con l'anima in fondo alle gavette,
cacciavamo i pensieri come mosche mortali
e il nostro cervello era bianco.
L'attacco era fissato per le sette.
E credo che fu in quel preciso momento
che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri.
E due angeli vestiti di bianco
scescero con aria stupita
e il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
 
Francesco De Gregori

mercoledì 11 novembre 2015

L'uomo, di Matthias Claudius


L'uomo
 
Concepito e allevato
Da una donna, oh portento,
Egli giunge, ode e vede,
E dell'inganno non s'avvede;
Nutre desideri e brame,
Con qualche lacrima geme;
Disprezza ed onora,
Periglio e gioia assapora;
Crede, dubita, delira, istruisce etc.
Tutto e nulla vero definisce;
Edifica e annienta;
E sempre si tormenta;
Dorme, veglia, cresce, deperisce:
La sua chioma scura incanutisce.
E tutto questo, se va bene, dura,
Soltanto per ottanta primavere
Poi a fianco dei suoi avi si distende
E mai più di ritornar gli si consente.

Matthias Claudius
"Il Messaggero di Wandsbeck"
Traduzione di Gabriella Rovagnati
 
 
essere uomini oggi,
corsa difficile contro le cose;
attimi vacui densi di nulla,
essere o non essere...

martedì 10 novembre 2015

E' quel sogno, di Olav H. Hauge

E' quel sogno

È quel sogno che portiamo in noi
che   qualcosa di miracoloso avvenga
che debba avvenire –
che il tempo si apra
che il cuore si apra
che le porte si aprano
che la roccia si apra
che le sorgenti scaturiscano –
che il sogno si apra,
che un mattino penetriamo
in una baia di cui nulla sapevamo.

Olav H. Hauge
 
 
sogni a pioggia, scrosci,
pensieri concreti in immagini
oniriche le cose, i sensi,
sogni, incubi, risvegli...

lunedì 9 novembre 2015

La carezza perduta, di Alfonsina Storni

La carezza perduta
 
Mi sfugge dalle dita la carezza senza motivo,
mi sfugge dalle dita. Nel vento, quando passa,
la carezza che vaga senza destino o meta,
la carezza perduta, chi la raccoglierà?
 
Stasera potrei amare con pietà infinita,
potrei amare il primo che incontrerò per strada.
Nessuno passa. Immoti, soli, i sentieri fioriti.
La carezza perduta qui attorno vagherà.
 
Viandante, se ti baciano sugli occhi questa notte,
se i rami son trascorsi da un docile sospirare,
se ti preme le dita una piccola mano,
che ti afferra e ti lascia, ti prende e se ne va,
 
se mano non vedrai, né la bocca che bacia,
ed è l'aria che tesse l'illusorio baciare,
oh viandante che come il cielo hai gli occhi
me confusa nel vento saprai rintracciare?

Alfonsina Storni
Traduzione di Silvio Raffo
da "La carezza perduta"
 
 
 
carezze solitarie e sogni,
amori impossibili, sfrenati,
racchiuso in una mano il segreto,
qualche volta ne esce e si spande...

domenica 8 novembre 2015

Novembrino#1

candide ipotesi limano
pensieri contorti...sogni...
tra meravigliosi gettiti respiro,
le porte del tempo, chiuse,
attese guerrigliano i sensi,
come una volta, come ieri...
 
Gujil
 
 

sabato 7 novembre 2015

Felicità, di Trilussa

Felicità
 
C'è un'ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va...
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
 
Trilussa
 
 
una poesia per un sogno,
sognare serene intenzioni
le coppe di vino rase
e un bere che mai non fu...

venerdì 6 novembre 2015

Foglie secche, di Arturo Graf

Foglie secche
 
Oh, come lugubre
Veder sull’arido
Suolo cinereo
Discolorite,
Tremule, tacite
Cader dagli alberi
Le foglie morte!
Oh, come lugubre
Veder da un’anima
Cader le povere
Fedi tradite
E i segni gracili
Cui franse l’invida
Man della sorte!
 
Arturo Graf
 
 
 
colori che volano a terra,
marroni ormai spenti, gialli;
le foglie finiscono il ciclo,
la morte, il sonno, la vita...

giovedì 5 novembre 2015

Del "sempre" e del "mai", di Kostas Mondis

Del "sempre" e del "mai"
 
È strano che non si sia trovata
in tutto il mondo alcuna lingua
che non li contempli nel suo vocabolario,
che abbia capito che non esistono,
che abbia capito che sono dei raggiri.

Kostas Mondis
Traduzione di Filippomaria Pontani
La Grecia ultimo cespuglio sul burrone
 
 
sempre e mai,
binomio costante nella vita,
quando vorremmo non possiamo
quando possiamo non vorremmo
eppure ci siamo, ci incontriamo,
a volte ci lasciamo...

mercoledì 4 novembre 2015

Novembrino#0

corrugando la fronte le rughe,
si stagliano come falde profonde;
il terremoto del tempo contrae
lunghe pause di sole...
 
Gujil



martedì 3 novembre 2015

Accarezzami, amore,... di Alda Merini

Accarezzami, amore,
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all'alba
se io sarò tra le tue braccia.
Alla tua salute amore mio –
 
Alda Merini
 
 
amore, amore mio,
quante volte, la frase,
i sospiri e i respiri,
gli affanni, i disagi, le gioie...
 

lunedì 2 novembre 2015

In fondo al mio cannocchiale..., di Léopold Sédar Senghor

 
In fondo al mio cannocchiale
 
In fondo al mio cannocchiale, i pescatori la rete
I pescatori che cantano insieme, incedendo ritmati
Paralleli asimmetrici, i pescatori sulla spiaggia
Nel prodigio del mare, ove tutti i pesci fioriscono.
 
In fondo al mio cannocchiale, i pescatori paralleli e nudi
E i loro muscoli lunghi sono ritmati, e belli come statue
        di basalto.
E le donne che elogiano, e quelle che vibrano, come i curvi
        profili dei colli
I loro valloni profumano più delle gole di Tyamassass.
 
Ah! se solo potessimo essere, e tu qui, nella nudità così limpida
       dei tempi anteriori
Che giochino i nostri muscoli nella gioia, nelle gambe nei petti
Che ardano pure passioni, fuoco di sterpi a notte
Nella trasparente bellezza dei corpi d'ambra di bronzo cupo,
        dei cuori di muschio.
 
Léopold Sédar Senghor
Da Lettere d'inverno
Traduzione di Roberto Rossi Precerutti
 

in fondo
visioni lontane, orizzontali,
senso perduto del corso temporale;
ricerca di isole, approdi,
stanche risacche notturne...

domenica 1 novembre 2015

Apparenza, di Alfonsina Storni

Apparenza
 
Vivo tra quattro mura matematiche
allineate a metro. Mi circondano apatiche
animucce che non un grammo sanno
di questa febbre azzurra che nutre la mia chimera.
Uso una pelle finta e la tratteggio in grigio.
Corvo che sotto l'ala nasconde un fiordaliso.
Sorridere mi fa il mio fiero e torvo aspetto,
che a me per prima sembra pura farsa e dispetto.

Alfonsina Storni
"La carezza perduta"
Traduzione di Silvio Raffo
 
 
 
ciò che appare, ciò che è,
contesti diversi e picchi,
umori che cambiano e stagnano;
così siamo noi...