Cerca nel blog

giovedì 31 ottobre 2013

Attimi distratti..., di Anonimo

attimi distratti,
farfalle infreddolite,
conficcano stuoli di idee;
un contesto,
uno solo ed ecco
che risorge il mattino
e riscalda le ali;
in volo di nuovo.

Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati


martedì 29 ottobre 2013

Si è squarciata la nube..., di Antonio Machado

Si è squarciata la nube; ecco nel cielo
l'arcobaleno brilla,
s'avviluppa la terra
in un fanale di pioggia e di luce.
Fui desto. Ma chi offusca
i magici cristalli del mio sogno?
Mi palpitava il cuore
attonito e smarrito.
Il limoneto in fiore
del giardino, i cipressi
il verde prato, il sole, l'acqua, l'iride...
l'acqua nei tuoi capelli!
E tutto si perdeva nel ricordo
come una bolla di sapone al vento.

Antonio Machado

un cuore perso si staglia
tra il cobalto ed il blù,
nel verde intenso di ieri
qualche giallo sfumato...

lunedì 28 ottobre 2013

L'egoismo non consiste..., di Oscar Wilde

L' egoismo non consiste nel vivere secondo
i propri desideri, ma nel pretendere che gli altri vivano
a quel modo che noi vogliamo. 
L' altruismo consiste nel vivere e lasciar vivere.
Vi sono delle terribili tentazioni per soccombere alle quali ci vuole forza,
forza e coraggio. 
Rischiare tutta la vita su una posta
poco importa se
quella posta sia il potere o il piacere- non è di animo debole.
i è là un orribile, terribile coraggio.
 
Oscar Wilde

Francisco Goya, Saturno divora i propri figli
  
egoismo è amare
al punto di non voler perdere,
di non lasciare andare...

domenica 27 ottobre 2013

Percezione dell'alba, di Anonimo



Percezione dell'alba

Percezione dell'alba
tra sbuffi di grigio
er plumbee nuvole.
Le giostre del cuore,
le animate versioni
di quello che sono;
come un ramo spezzato
rumore sinistro e cupo;
così ritrovo il sentiero.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

venerdì 25 ottobre 2013

Annunci d'Autunno, di Corrado Govoni

Annunci d'Autunno

E' strano come il mondo si trasforma
senza parere, con l'autunno lento.
Il vento è pigro e porta solo suoni
da due passi, isolati: di una donna
che maltratta la secchia andando al pozzo,
di brevi giuochi urlati di bambini,
di raffiche di passere e di foglie
che battono le case dei sobborghi
e del cane da punta che la nebbia
fiuta come uno stormo sconosciuto.
Anche il sole è slenato, e, col sereno
la luna è piena d'ombre anche più forti.
Le mele non son più quei dolci frutti
cercati come uccelli tra le fronde:
come incantate guardano negli orti
con gote di bambole bionde.
E benché vaghi il triste odor di morti
che hanno i fiori...e là fuori l'ombra umana
in pena intorno al piede del fanale,
giunge il tempo ch'è caro
a cena il lume come un commensale.
 
Corrado Govoni
 
 
sbiadisce colore la foglia
il verde muta, ingiallisce,
l'anima ormai piena
si accascia al riposo...

giovedì 24 ottobre 2013

Il pregare..., di Novalis


Il pregare è nella religione
ciò che il pensiero è nella filosofia.
Il senso religioso prega
come l'organo del pensiero pensa.

Novalis


Io so quello che sono
dove mi scuoto
come mi pento...

mercoledì 23 ottobre 2013

L'amore bisogna implorarlo..., di Hermann Hesse

L'amore non bisogna implorarlo
e nemmeno esigerlo.
L'amore deve avere la forza
di attingere la certezza in se stesso.
Allora non sarà trascinato,
ma trascinerà.

Hermann Hesse
Sonno, tacuinum sanitatis casanatensis
(XIV secolo)

come usuali segni
l'impeto si placa
è ora di riposo
di requie

martedì 22 ottobre 2013

Selciati bagnati..., di Anonimo


selciati bagnati
accompagnano passi
sui sassi
si spengomo suoni
e vuoti
e soli...

Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati

lunedì 21 ottobre 2013

Voi pregate..., di Kahlil Gibran

Voi pregate nella necessità e nel bisogno,
dovreste pregare
anche nella pienezza della gioia
e nei giorni di abbondanza.

Kahlil Gibran


vero che poi,
sempre nei se,
fuori dai dove,
dentro i perchè...

domenica 20 ottobre 2013

Il più bello dei mari, di Nazim Hikmet

Il più bello dei mari

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

Nazim Hikmet


scie e spuma
come tracce labili
in spiaggia
conchiglie e sassi

venerdì 18 ottobre 2013

Attese, di Anonimo

Attese

Nel cuore del mondo,
in angusti spazi
si covano le attese,
le ansiose pretese di gioie,
anche piccole,
pure minime.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate 

giovedì 17 ottobre 2013

Eterno, di Giuseppe Ungaretti


Tra un fiore colto e l'altro donato
l'inesprimibile nulla

Giuseppe Ungaretti


fiori recisi
invecchiano
in cristalli opachi
come occhi
che piangono...

mercoledì 16 ottobre 2013

Il momento, di Juan Ramon Jimenez

Il Momento

Se ne va, se ne va, se ne va!
...Se n' è andato!
E col momento,
se n' è andata l' eternità!

Juan Ramon Jimenez
  
Angelo Pini, 1972
Momento magico al piano di Beverino
  
comincia la strada
dove finisce il cammino?
sentieri?
vie?

martedì 15 ottobre 2013

Nessuno può rivelarvi nulla, di Kahlil Gibran

Nessuno puo' rivelarvi nulla
se non cio' che già si trova
in stato di dormiveglia
nell'albeggiare della nostra conoscenza.
L'insegnante che avanza
nell'ombra del tempio,
fra i suoi discepoli,
non trasmette la sua sapienza,
ma piuttosto la sua fede
e la sua amorevolezza.
Se è veramente saggio,
non vi introdurrà
nella casa della sua sapienza,
ma vi accompagnerà
alla soglia
della vostra mente.

Kahlil Gibran


età come rose
belle,
sfiorite nel gioco
del tempo passato...

lunedì 14 ottobre 2013

Il Castello, di Roberto Vecchioni

Il Castello

E se passate fate piano
che Fata dorme dal mattino
che l'uomo per la guerra le partì
e dietro la collina si sbiadì
e nel castello sopra il fiordo,
la luce sfiora per ricordo
le coppe che restarono così;
e il vento smuove le vetrate
e a volte un'eco di risate
un tempo risuonavano da lì
ma non passateci d'aprile
che non potreste più vedere
le rose come quando lui era qui;.
E quando c'era lui le sale
erano piene mille sere
di gente e luci e scherzi di buffoni,
e feste fino all'alba e poi canzoni;
e lui stringeva fra le dita
la pietra verde della vita
e chi partiva sempre ritornò
tornò anche un figlio trovatore
scappato senza far rumore
per altre luci che poi non capì
e un drago fatto con la paglia
bruciava all'alba sulla soglia
perche il dolore non entrasse lì.
Tu che ne sai che passi e guardi
di Fata e tutti i suoi ricordi
del sogno che ha battuto la realtà?
La polvere si è fatta antica
e sul sentiero c'è l'ortica
ma Fata non ci crede e non lo sa.
Ha fretta e l'abito è sgualcito
ma è la gran sera che ha aspettato
e il conto della sabbia è fermo già
e lui che bussa e lui che torna qua,
e si riaccendono le luci
ad una ad una stanze e voci
e servi e cani ancora tutti là:
è lui, sorride sulla porta
è lui, lo stesso di una volta
ma chiede scusa e non l'abbraccerà;
ha gli occhi stanchi, è sempre bello
ma tiene addosso quel mantello
che non si toglie e non si toglierà.

Roberto Vecchioni
 
 
quando si ferma,
quando arranca,
il tempo, quello che passa,
quello che manca...

domenica 13 ottobre 2013

Mi Buenos Aires Querido, di Juan Gelman

Mi Buenos Aires Querido  
a Julio Gerchunoff
 
Seduto al bordo di una sedia sfondata,
Ubriaco, malato, quasi vivo,
Scrivo versi previamente pianti
Per la città dove sono nato.
Bisogna catturarli.
Anche qui
Sono nati dolci figli miei
Che in tutto questo dolore ti addolciscono con bellezza.
Bisogna imparare a resistere.
Nè ad andarsene
Nè a rimanere.
A resistere.
Anche se di sicuro
Ci sarà ancor più dolore e oblio.


Juan Gelman  
La rosa blindada, Buenos Aires 1962
traduzione di Marco Castellani
















oblio,
quella cosa che si cerca,
quanto si vuole,
come si può

sabato 12 ottobre 2013

Il mare d'autunno..., di Anonimo

Il mare d'autunno
prende anime,
flutti inghiottono.
onde soffocano;
noi si guarda,
si scoute il capo
tra un boccone e l'altro...

Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati


venerdì 11 ottobre 2013

Catene, di Nilvano Sbrana

Catene

Nella vita ognuno
ha le sue catene,
nulla vale un giudizio sereno.
Ci tormenta con diligenza il passato,
come avvoltoio in cerca di preda.
La vita è incatenata
prima di essere iniziata.
Nilvano Sbrana
da Recriminazioni,1976

 

i vincoli interiori,
quelli pesanti,
le catene dell'anima...

giovedì 10 ottobre 2013

Se mi ami non piangere! di Sant'Agostino

Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli
al confronto.Mi è rimasto l’affetto per te:
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo,
anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!

Sant'Agostino


fuori piove,
sta piovendo autunno,
cerco nel sempre
un'ipotesi di mai...

mercoledì 9 ottobre 2013

A me pare uguale agli Dei..., di Saffo

A me pare uguale agli Dei
chi siede a te davanti
e vicino, il dolce suono
ascolta mentre tu parli

e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce

non esce e la lingua si spezza.
Un fuoco sottile sale rapido alla pelle,
e gli occhi più non vedono,
e rombano le orecchie.

E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.

Saffo
traduzione di S. Quasimodo


gli occhi,
quelli che ridono,
quelli che piangono,
gli occhi,
quelli che guardano
e, a volte, non vedono...

lunedì 7 ottobre 2013

incede Ottobre..., di Anonimo

incede Ottobre
un ombra decade
nel flusso, nel fosso;
cospargo di anime
un mio desiderio... poi
torno su passi risaputi,
su quelli già noti...

Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati

sabato 5 ottobre 2013

Salvezza, di Guido Gozzano

Salvezza

Vivere cinque ore?
Vivere cinque età?...
Benedetto il sopore
che m'addormenterà...
Ho goduto il risveglio
dell'anima leggiera:
meglio dormire, meglio
prima della mia sera.
Poi che non ha ritorno
il riso mattutino.
La bellezza del giorno
è tutta nel mattino.

Guido Gozzano
da "Alle soglie"


immaginifici angeli
scrutano i miei peccati,
lasciano impronte;
infine l'attimo fugge,
si schianta nel sempre...

venerdì 4 ottobre 2013

Contesto ed elevazione, di Anonimo

Contesto ed elevazione

Come in contesti amati
le dune di sabbia,
i castelli fatati,
s'impenna il grido, nel buio,
solitudini stanche azzardano
giochi di ruolo,
nel senso sconnesso.
Quasi grigio il mattino
annuncia frescure autunnali,
nel bosco timidi ricci
di lucide castagne;
io ritrovo me stesso,
cammino in un blu cobalto
intenso da ardere gli occhi,
la bocca, la mia bocca,
ripete implorazioni e preghiere.
Il tempo che passa,
la vita che fiuma,
un gorgo.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

Angiola Tremonti,
Elevazione


giovedì 3 ottobre 2013

E' il mattino pieno, di Pablo Neruda

E' il mattino pieno

E' il mattino pieno di tempesta
nel cuore dell'estate.
Come bianchi fazzoletti d'addio viaggiano le nubi,
il vento le scuote con le sue mani viaggianti.
Cuore innumerevole del vento
che palpiti sul nostro silenzio innamorato.
Ronzando tra gli alberi, orchestrale e divino
come una lingua piena di guerre e di canti.
Vento che ti porti in ratto rapido il fogliame
e devii le frecce palpitanti degli uccelli.
Vento che l'abbatte in onda senza spuma
e in sostanza senza peso, e fuochi inclinati.
Si rompe e si sommerge il suo volume di baci
combattuto sulla porta del vento dell'estate.

Pablo Neruda


la soglia del giorno,
crepuscolo, luce
sbiadita poi viva,
la vita!

mercoledì 2 ottobre 2013

Brughiera, di Antonia Pozzi

Brughiera

I
Accoccolato tra le pervinche
sfuggi
la furia ansante dei cavalli
e l’urlo
dei cani al sole.
Tu sei come il ramarro verde e azzurro
che del proprio rumore si spaura
e hai cari
questi ciliegi appena in fiore, quasi
senz’ombra.
Tenui
profili di colline alle tue ciglia:
e all’orecchio
così curvo sull’erica riarsa
a quando a quando il rombo
dei puledri lanciati per la piana.
II
Con le farfalle raso terra
esitavi
al fiorire della ginestra:
e ad un tratto
enormi ali ti dà
quest’ombra trasvolante in rombo.
Ora ridi,
acciaio splendido,
all’ombroso
imbizzarrirsi dei cavalli, al pavido
balzare delle lepri fra i narcisi.
III
Indugiano
carezze non date
fra le dita dei peschi
e gli sguardi
d’amore che mai non avemmo
s’appendono alle glicini sui ponti –
Ma il fiume
è densa furia d’acque senza creste, nel grembo
porta profondi visi di montagne:
e all’immenso
svolto dei boschi trova lieve il vento,
tocca le fresche nuvole
d’aprile.

Antonia Pozzi
28 aprile 1937


anch'io,
nel mio senso del dire,
nelle mie affezioni,
nel mio segreto,
vorrei planare sui prati;
in cielo, su in alto,
qualche grigio bagliore...