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mercoledì 31 gennaio 2024

Cresta Bianca, di Sergio Ortolani

Cresta Bianca

Cresce l’aurora; e da quell’alta cima,
come mi sporsi, le convalli io vidi
incoronate dal levar del sole.
– Ecco – dicevo che beato gridi,
e la tua gioia spunta le parole,
e le parole tue nascon la rima –.

E come s’io brandissi una fanfara
a rincorare gli echi della terra,
– Viva – gridai piú volte e risi forte.
Era in una domenica di guerra,
e intorno a me, nemico della morte,
le valli si gremivano di spari.

Monte Cristallo agosto 1916

Sergio Ortolani

Ho spesso creduto fossero
casa di Dio le montagne mie;
ora perdura il senso di vuoto
che attanaglia e stringe la gola...

martedì 30 gennaio 2024

Le mani, di Vittorio Sereni

Le mani

Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lente le schiudi, là davanti
la città è quell’arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderai.

Vittorio Sereni

Nelle mani incredibili storie
come temi consumati e lisi;
fanno solo ciò che chiediamo
sia giusto, sbagliato, falso...

lunedì 29 gennaio 2024

Veranio, amico piú di tutti i miei amici.., di Publio Valerio Catullo

Veranio, amico piú di tutti i miei amici
(e fossero migliaia), sei tornato?
alla tua casa, ai tuoi Penati,
ai fratelli riuniti, alla tua vecchia madre?
Sí, tornato. Che parola meravigliosa.
Ti rivedrò incolume, ti udrò narrare
dei luoghi dell'Iberia e delle cose, delle genti,
come tu sai: le braccia intorno al collo,
ti bacerò gli occhi, la bocca ridente.
Fra tutti gli uomini felici,
chi piú allegro, piú felice di me?

Publio Valerio Catullo

Amicizia come scoglio alle tempeste
che spazzano anime e cuori, la mente
in appigli incedibili crede ancora
di riuscire ad arginare il dolore...

domenica 28 gennaio 2024

Protocollo cittadino #111 (nebbia), di Gujil

Nebbia

Si nascondono cose nella nebbia,
sagome indistinte affiorano, vivono;
nell'ottemperarsi di illusioni e sogni
 sensuali silhouettes vagano nel grigio...

Gujil

sabato 27 gennaio 2024

Sera di vento, di Amalia Guglielminetti

 Sera di vento

Dolce salire nella chiara sera,
sola col vento che m'abbraccia, folle
più d'ogni amor, la strada erta del colle
fra un presagio lontan di primavera.

Dolce, s'io pur di un'ironia leggiera
mi punga, come chi desto da un molle
sogno, se quasi già doler si volle,
ride di sua stoltezza passeggiera.

O breve inganno, io ben di te mi spoglio.
Fatta serena, del destino il gioco
senza umiltà io seguo e senza orgoglio.

Ma mi figuro d'avanzar guardinga
e curiosa, per gioir fra poco
d'altra menzogna bella di lusinga.

Amalia Guglielminetti

Jean Bèraud
"Il vento"
Capelli radi spettinati dal vento,
non importa stagione o freddo;
volano lacrime e pensieri, lontano
sospinti da gioie e dolori, insieme...

venerdì 26 gennaio 2024

Componimento LXVII, di Clemente Rebora

Componimento LXVII

Tutto in grave volume è corpulenza:
la carne floscia sul cuore lordato,
lo spazio cionco nel sole velato;
e sonno terribile abbioscia.
Dovunque è specchio
senza immagine, fondiglio non deposto,
un che di non nato e già vecchio,
e un fortor di carname riverso,
un guardare senz’occhi,
un traudir di respiro
che s’empie e nel fischio si allenta:
e in saliva d’ebbrezza spenta,
in gocce quasi di acre mosto,
rigurgitano dagli sbocchi
l’aria e lo spirito.

Clemente Rebora

"Ebbrezza di Noè"
Mosaico del XII-XIII secolo cupola San Marco-Venezia

Nel silenzio dell'incubo tace
la voce che dentro spesso ci dice;
non siamo che piume nel vortice,
vento violento, passioni deluse...

giovedì 25 gennaio 2024

Ben so, di Arturo Graf

Ben so

Ben so: menzogna è il tutto e fuggitivo
Sogno d’inani amor, di stolte cure,
E disperata vanità che il divo
Sol di sparenti iridi accende: eppure,

Insiem con l’altre vili creature,
E quale un bruto d’intelletto privo,
Noja e dolor, farnetichi e paure
Avvicendando, vergognoso io vivo.

E come pianta, cui di nova spoglia
Vesta l’aprile, il desiderio ancora
Nel profondo del cor mi rigermoglia.

E come lume d’innovata aurora
Una speranza che di sé m’invoglia
Dentro l’anima mia si rincolora.

Arturo Graf

Ancora penso saprei fare
dell'amore un desiderio solo;
ancora in preda ai sensi folli
mi consolano mani e pensieri...

mercoledì 24 gennaio 2024

Inverno, di Vittorio Sereni

 Inverno

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
ma se ti volgi e guardi
nubi nel grigio
esprimono le fonti dietro te,
le montagne nel ghiaccio s’inazzurrano.
Opaca un’onda mormorò
chiamandoti: ma ferma – ora
nel ghiaccio s’increspò
poi che ti volgi
e guardi
la svelata bellezza dell’inverno.
Armoniosi aspetti sorgono
in fissità, nel gelo: ed hai
un gesto vago
come di fronte a chi ti sorridesse
di sotto un lago di calma,
mentre ulula il tuo battello lontano
laggiù, dove s’addensano le nebbie.

Vittorio Sereni

 Nel viaggio ora comune ritrovo stagioni
di fatto perdute fissate a indicibili ricordi;
 nel gelido vento bavero, giacca scozzese
giovanili anni di freddo e solitarie manie...

martedì 23 gennaio 2024

Fantasia su un quadro d'Ardengo Soffici, di Dino Campana

Fantasia su un quadro d'Ardengo Soffici

Faccia, zig zag anatomico che oscura
La passione torva di una vecchia luna
Che guarda sospesa al soffitto
In una taverna café chantant
D'America: la rossa velocità
Di luci funambola che tanga
Spagnola cinerina
Isterica in tango di luci si disfà:
Che guarda nel café chantant
D'America:
Sul piano martellato tre
Fiammelle rosse si sono accese da sé. 

Dino Campana

Ardengo Soffici
"Autoritratto" 
 1849 Uffizzi Firenze
 
Di fronte a un dipinto vigili sensi 
 sottraggono linee e colori al sogno;
rimane un istante di eterno stupore
che vaga negli occhi e nel cuore...

lunedì 22 gennaio 2024

Un tenue lume scintillando nuota.., di Yu Che-Nan

Un tenue lume scintillando nuota.
Lì volteggia la lucciola
Con ali lievi fragili;
Nelle tenebre luccica
Perchè ha paura di restare ignota.

Yu Che-Nan

La luce nel buio, anche flebile
piccola traccia di percorso;
siamo prigionieri di tenebre arcane
siamo balia di ciò che non vediamo...

domenica 21 gennaio 2024

A una bottiglia di valtellina del 1848, di Giosuè Carducci

A una bottiglia di valtellina del 1848

E tu pendevi tralcio da i retici
balzi odorando florido al murmure
de' fiumi da l'alpe volgenti
 ceruli in fuga spume d'argento,

quando l'aprile d'itala gloria
da 'l Po rideva fino a lo Stelvio
e il popol latino si cinse
su l'Austria cingol di cavaliere.

E tu nel tino bollivi torbido
prigione, quando d'italo spasimo
ottobre fremeva e Chiavenna,
oh Rezia forte!, schierò a Vercea

sessanta ancora di morte libera
petti assetati: Hainau gli aspri animi
contenne e i cavalli de l'Istro
ispidi in vista dei tre colori.

Rezia, salute! di padri liberi
figlia ed a nuove glorie più libera!
È bello al bel sole de l'alpi
mescere il nobil tuo vin cantando:

cantando i canti de i giorni italici,
quando a' tuoi passi correano i popoli,
splendea tra le nevi la nostra
bandiera sopra l'austriaca fuga.

A i noti canti lievi ombre sorgono
quei che anelando vittoria caddero?
Sia gloria, o fratelli! Non anche,
l'opra del secol non anche è piena.

Ma nei vegliardi vige il vostro animo,
il sangue vostro ferve ne i giovani:
o Italia, daremo il altre alpi
inclita a i venti la tua bandiera.

Giosuè Carducci

Bere per lasciare infin che passino
cose che sappiamo dolorose e incerte;
nel vino affondano da sempre uomini
e donne, solitudini provate dal tempo...

sabato 20 gennaio 2024

Rebus d'amore, di Blaga Dimitrova

Rebus d'amore

In un certo ventoso crocivia
del caso e del probabile
un uomo con voce di serale chiarore
mi invitò all'interno del segreto.

Senza alcuna motivazione
di me stessa stupita
davanti a me stessa eretta
mi fermai sulla soglia.

E rimanemmo così
per sempre nell'inesplicabile
come due ombre di guardiani
davanti all'ingresso del desiderio.

Ora posso affacciarmi
nel profondo delle notti,
perché non sono più mie.

L'amore è desiderio
di provare il dolore fino in fondo
allo schiudersi degli occhi.
Poi, svelandosi,
si uccide da sé
ad occhi aperti.

L'ho salvato, mi chiedo,
quando l'ho costretto
alla cecità?

Blaga Dimitrova

Amore e dolore un binomio infelice
che molti hanno provato e sofferto;
nel contendere i toni spesso siamo
silenti comparse sul set della vita...

venerdì 19 gennaio 2024

A volte mentre vado solo al sole, di Camillo Sbarbaro

A volte mentre vado solo al sole
e gli aspetti del mondo accolgo e il cuore
quasi m’opprime l’amorosa ressa,
ombra il sole ecco farsi e l’ombra, gelo.
Un cieco mi par d’essere che va
lungo la sponda d’un immenso fiume.
Scorrono sotto l’acque maestose;
ma non le vede lui: il poco sole
lui si prende beato. E se gli giunge
a tratti mormorar d’acque, lo crede
ronzìo d’orecchi illusi.
Perché a me par vivendo questa mia
povera vita, un altro rasentarne
come nel sonno; e che quel sonno sia
la mia vita presente.
Un vago smarrimento allor mi coglie
uno sgomento pueril.
Mi siedo
dove sono, sul ciglio della strada,
miro il misero mio angusto mondo
e carezzo con man che trema l’erba.

Camillo Sbarbaro

Claude Monet
"Barche sulla Senna" 
Fine arts museum - San Francisco
In questa solitudine devi aspettarti
il fuoco amico, le offese, i commenti;
si vive le rive scoscese dei fiumi in attesa
che passi corrente una vela, un segnale...

giovedì 18 gennaio 2024

La mia sposa, di Guido Fabiani

La mia sposa

Se sorride la bocca grazïosa,
par ch'abbia raggi la soave testa;
tutta la casa è in festa
quando è lieta la Sposa.

Il nero occhio balena
di sotto a l'arco de le ciglia fine;
tutta è, dal piede al crine,
rifulgente di grazia ultraterrena.

La contemplo e l'agogno
tutta è amor, tutta bella e tutta mia;
e in vederla venir, parmi che sia
visïone di ciel, vista nel sogno.

Guido Fabiani

Inenarrabili incidenze i pensieri affidano,
peso del cuore, il senso di amare e odiare;
spose silenti hanno compassato sensuali 
declivi dove scivolavano lacrime amare...

mercoledì 17 gennaio 2024

Donna nel domani del mondo, di Sibilla Aleramo

Donna nel domani del mondo

Incinta sono di te,
donna che vivrai nel domani del mondo.
In un anno remoto
genitrice fu la mia carne,
le mie fibre ricordano,
ogni giorno era oscuro travaglio,
fisica sofferenza che volontà dominava
e speranza addolciva
ineffabilmente.
Ora non il seme d'un uomo in me
non un embrione dal mio sangue nutrito,
ma nel mio spirito
l'ansiosa proiezione, donna, di te,
di quella che tu sarai,
che lentamente si plasma s'accresce
batte alle porte vuoi vivere,
compiuta forma finalmente
in aura di libertà e purità,
donna nel domani del mondo.
In me ti reco, imagine chiara,
contrasto e compenso
di quanto nel cuore m'angoscia,
patimento di tante misere oggi,
misere per inumane fatiche
misere per scheletriti figli
o per figli rapiti in guerra,
oppur inanimate cose di libidine,
ah avvilita mia specie, onta per tutte!
E altre odo stridule
ridere inconsapevoli
e altre trasalendo veggo
egoiste più ancor dei loro maschi,
avide insaziate d'oro e tossico.
Come se ti portassi nel mio grembo
io in te mi concentro, creatura nuova,
nei lineamenti che tu avrai,
creatura tutta vera in una vita di raggiunta verità,
redenta la vita da ogni ferino residuo,
più bella questa terra ogni dì più
nel lavoro di tutti fervido come un inno,
inno del concorde genio umano.
E non io sola, molte e molte
al par di me in seno ti recano
e in lampi di benedizione
qualcosa del sereno tuo sguardo in lor già traluce,
in salvo anch'esse la visione di te
la speranza la visione di te portano
mentre il mondo d'oggi ci dileggia,
torvo e cieco ci osteggia,
oh tutte brave in oprare e coraggiose,
fanciulle, spose, tenere gravi vegliarde,
in travaglio fiero e pur soave,
ineffabilmente,
per il tuo avvento, donna, nel domani del mondo,
in questo fraterno asilo
giusto e benigno
e di gloria finalmente degno,
armoniosa sovrana tu di libertà e purità.

Sibilla Aleramo

Donne che contano lunghi secondi,
distanze incolmabili di spazio e tempo;
vorrei spesso tornare su passi passati,
imboccare sentieri nascosti, smarriti...

martedì 16 gennaio 2024

Pace, di Gabriele D'Annunzio

Pace

Pace, pace! La bella Simonetta
adorna del fugace emerocàllide
vagola senza scorta per le pallide
ripe cantando nova ballatetta.

Le colline s’incurvano leggiere
come le onde del vento nella sabbia
del mare e non fanno ombra, quasi d’aria.
L’Arno favella con la bianca ghiaia,
recando alle Nereidi tirrene
il vel che vi bagnò forse la Grazia,
forse il velo onde fascia
la Grazia questa terra di Toscana
escita della casalinga lana
che fu l’arte sua prima.
Pace, pace! Richiama la tua rima
nel cor tuo come l’ape nel tuo bugno.
Odi tenzon che in su l’estremo giugno
ha la cicala con la lodoletta!
(Metà luglio-metà agosto 1902)

Gabriele D'Annunzio

Mai come ora questa parola
preme al cuore di molti, di tanti;
eppure troppi non sentono nulla
rimane la guerra, l'orrore, la morte...

lunedì 15 gennaio 2024

Povero Catull.., di Publio Valerio Catullo

Povero Catullo, basta con le illusioni:
se muore, credimi, ogni cosa è perduta.
Una fiammata di gioia i tuoi giorni
quando correvi dove lei, l'anima tua voleva,
amata come amata non sarà nessuna:
nascevano allora tutti i giochi d'amore
che tu volevi e lei non si negava.
Una fiammata di gioia quei giorni.
Ora non vuole piú: e tu, coraggio, non volere,
non inseguirla, come un miserabile, se fugge,
ma con tutta la tua volontà resisti, non cedere.
Addio, anima mia. Catullo non cede piú,
non verrà a cercarti, non ti vorrà per forza:
ma tu soffrirai di non essere desiderata.
Guardati, dunque: cosa può darti la vita?
Chi ti vorrà? a chi sembrerai bella?
chi amerai? da chi sarai amata?
E chi bacerai? a chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, resisti, non cedere.

Publio Valerio Catullo

Illudersi è vivere e realizzarsi in sogno,
credere che accadano cose fa bene al cuore;
noi umani siamo fatti di folate ventose
che sfiorano l'anima con tiepidi abbracci...

domenica 14 gennaio 2024

Il silenzio, di Amalia Guglielminetti

Il silenzio

Ogni pensosa vergine si cinge
del suo silenzio, come d'un velario,
e d'ombre un ondeggiar tenue e vario
con fantasia sottile vi dipinge.

O vi s'impietra, irrigidita sfinge
in muto enigma. O al suo cuor solitario
ne tesse inviolabile sudario,
fra aròmati d'oblio ve lo costringe.

Grave è il sudario del silenzio, e il cuore
che vi si avvolge desiosamente
più non si desta da quel suo sopore.

Pur, se a scoprirlo, con ben caute dita,
ella s'attenti, ancor vede il dormente
gemere sangue dalla sua ferita. 

Amalia Guglielminetti

Gemiti di ferite antiche colano
da occhi disillusi, umani;
nel silenzio le molte risposte
attendono, non fanno rumore...

sabato 13 gennaio 2024

Spettacolo in cielo, di Arturo Graf

Spettacolo in cielo

Bieche nubi, dense e torbe,
Volano nell’aria;
Volan ratte innanzi all’orbe
Bella luna solitaria.

Come uccelli smisurati,
Come larve spente,
Per gli spazii sconfinati,
Volan via tacitamente.

Volan ratte, e mentre l’una
Passa, l’altra appare;
Volan via sotto la luna
E discendono nel mare.

E laggiù, nella profonda,
Nella vota scena,
Sopra il baratro dell’onda
Il ciel livido balena.

Arturo Graf 

Occhi nel cielo scutano a cercare
segni celati dell'esistenza di un Dio;
lampi fugaci occhieggiano buio di nubi 
scure e l'orizzonte tende all'infinito...

venerdì 12 gennaio 2024

Salgo (nello spazio, fuori del tempo), di Dino Campana

Salgo
(nello spazio, fuori del tempo)

L'acqua il vento
La sanità delle prime cose —
Il lavoro umano sull'elemento
Liquido — la natura che conduce
Strati di rocce su strati — il vento
Che scherza nella valle — ed ombra del vento
La nuvola — il lontano ammonimento
Del fiume nella valle —
E la rovina del contrafforte — la frana
La vittoria dell'elemento — il vento
Che scherza nella valle.
Su la lunghissima valle che sale in scale
La casetta di sasso sul faticoso verde:
La bianca immagine dell'elemento.

Dino Campana

Non starò più a cercare indizi
che portino a conclusioni affrettate;
nel computo dell'interpretare cose
si salgono monti scoscesi di idee...