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martedì 16 gennaio 2024

Pace, di Gabriele D'Annunzio

Pace

Pace, pace! La bella Simonetta
adorna del fugace emerocàllide
vagola senza scorta per le pallide
ripe cantando nova ballatetta.

Le colline s’incurvano leggiere
come le onde del vento nella sabbia
del mare e non fanno ombra, quasi d’aria.
L’Arno favella con la bianca ghiaia,
recando alle Nereidi tirrene
il vel che vi bagnò forse la Grazia,
forse il velo onde fascia
la Grazia questa terra di Toscana
escita della casalinga lana
che fu l’arte sua prima.
Pace, pace! Richiama la tua rima
nel cor tuo come l’ape nel tuo bugno.
Odi tenzon che in su l’estremo giugno
ha la cicala con la lodoletta!
(Metà luglio-metà agosto 1902)

Gabriele D'Annunzio

Mai come ora questa parola
preme al cuore di molti, di tanti;
eppure troppi non sentono nulla
rimane la guerra, l'orrore, la morte...

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