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martedì 15 ottobre 2024

Alone, di The cure

Alone
 
This is the end of every song that we sing
The fire burned out to ash and the stars grown dim with tears
Cold and afraid, the ghosts of all that we’ve been
We toast, with bitter dregs, to our emptiness

And the birds falling out of our skies
And the words falling out of our minds
And here is to love, to all the love
Falling out of our lives
Hopes and dreams are gone
The end of every song

And it all stops
We were always sure that we would never changе
And it all stops
We were always surе that we would stay the same
But it all stops
And we close our eyes to sleep
To dream a boy and girl
Who dream the world is nothing but a dream

Where did it go?
Where did it go?
Broken voiced lament to call us home
This is this end of every song we sing
Where did it go?
Where did it go?
Where did it go?
Where did it go?
Broken voiced lament to call us home
This is the end of every song we sing
Alone

The Cure

E solo rimasi mesi, anni,
col cuore ritratto nel petto,
e solo mi sento, nel cuore,
viso contratto, costretto...

Solo

Questa è la fine di ogni canzone che cantiamo
Il fuoco ridotto in cenere e le stelle spente dalle lacrime
Freddi e impauriti, i fantasmi di tutto ciò che siamo stati
Brindiamo, con amari fondi, al nostro vuoto

E gli uccelli che cadono dai nostri cieli
E le parole che cadono fuori dalle nostre menti
Ecco un brindisi all’amore, a tutto l’amore
Che sta uscendo dalle nostre vite
Speranze e sogni sono svaniti
La fine di ogni canzone

E tutto si ferma
Eravamo sempre sicuri che non saremmo mai cambiati
E tutto si ferma
Eravamo sempre certi che saremmo rimasti gli stessi
Ma tutto si ferma
E chiudiamo gli occhi per dormire
Per sognare un ragazzo e una ragazza
Che sognano che il mondo non è altro che un sogno

Dove è andato?
Dove è andato?
Un lamento di voce spezzata per chiamarci a casa
Questa è la fine di ogni canzone che cantiamo
Dove è andato?
Dove è andato?
Dove è andato?
Dove è andato?
Un lamento di voce spezzata per chiamarci a casa
Questa è la fine di ogni canzone che cantiamo
Solitudine

 The Cure

lunedì 14 ottobre 2024

Cade una foglia.., di Grazia Deledda

Cade una foglia che pare
tinta di sole, che nel cadere
ha l’iridescenza di una farfalla;
ma appena giunta a terra
si confonde con l’ombra, già morta.

Grazia Deledda

Residui inerti di cuore colorano
mesi d'autunno e i toni pastello
circondano stanchi occhi curiosi;
la vita si spegne, torna a dormire...

domenica 13 ottobre 2024

Se non ti dispiace troppo.., (55), di Publio Valerio Catullo

55
Se non ti dispiace troppo, ti prego,
dimmi in quali tenebre ti nascondi.
Ti ho cercato al piccolo Campo Marzio,
al Circo, in tutti i buchi dei librai,
nel tempio consacrato a Giove Massimo.
E poi sotto i portici di Pompeo
ho fermato, amico, tutte le femmine
che vedevo col volto soddisfatto.
Urlavo cosí, chiedendo di te:
'Ridatemi Camerio, malefemmine'.
'Scoprimi il petto,' mi risponde una
'l'ho qui fra le rose dei miei capezzoli.'
Certo trovarti è una fatica d'Ercole.
Nemmeno se diventassi il custode
di Creta, l'alato Perseo o Ladas,
nemmeno se fossi portato in volo
da Pegaso o dai candidi cavalli
di Reso e tu, Camerio, mi offrissi
in aiuto chiunque abbia ali,
gli uccelli o l'impeto stesso dei venti,
riuscirei a non essere distrutto
di stanchezza, sfinito di fatica
a furia di cercarti, amico mio.
Perché ti nascondi con tanto sdegno?
Avanti, amico, dove sei finito?
Coraggio, rischia, esci allo scoperto.
Ti attira il latte di bambina, ora?
Ma se tieni la bocca suggellata
perdi tutti i piaceri dell'amore.
Venere ama chi non sa tacere.
Se vuoi però, serra pure la bocca,
purché anch'io divida il vostro amore.

Publio Valerio Catullo

La ricerca, quella continua, costante
per trovare il nesso, la logica, il senso;
resto incredulo e tacito nel sospetto
di cose passate, credute, vissute...

sabato 12 ottobre 2024

Placcaggio, di Ernest Hemingway

Placcaggio

Due grandi pugni rossi che pestano l’aria
Un volto teso, macchiato di sudore,
Ciocche di biondi capelli che spuntano da un casco giallo,
Protese, lunghe braccia da gorilla,
Un petto che, affannoso, va su e giù,
Gambe agili, mobili, inzaccherate di fango.
Una corsa veloce, uno scatto, un tuffo a capofitto
Verso una selva di gambe in movimento.
Uno scontro duro e fragoroso,
E la folla che urla:
«Ah! Gli ha fatto perdere due metri!»

Ernest Hemingway

Placcato da situazioni pervase
di molti dubbi e sospiri di cuore;
rimango spesso solitario nascosto,
come un residuo malinconico...

venerdì 11 ottobre 2024

Protocollo cittadino #143 (Ansioso), di Gujil

Ansioso

 Rimane nei sensi l'ansia
per lei, per quelli che amo;
sommerso dal nodo alla gola
cerco respiri calmi e ritmati....
 
Gujil

giovedì 10 ottobre 2024

Rivelazione, di Giorgio Caproni

Rivelazione

Mi sono risolto.
Mi sono voltato indietro.
Ho scorto
uno per uno negli occhi
i miei assassini.
Hanno
– tutti quanti – il mio volto.

Giorgio Caproni

Introspezione assoluta riporta
dentro me costanti e variabili;
ci si sente impotenti di fronte
agli immensi carteggi con Dio...

mercoledì 9 ottobre 2024

Mater inviolata, di Amalia Guglielminetti

Mater inviolata

Come avvisaron suora Benedetta
che la sua dolce alunna era partita,
senza un addio a chi nella sfiorita
ombra, materno cuor, l'ebbe diletta,

ella restò a fissar la finestretta
graticolata e a torcer fra le dita
il suo rosario, un poco impallidita,
quasi in un cerchio di stupor costretta.

L'oratorio era vuoto. Fuori un volo
di rondini saliva ed ella rise
un riso bianco come il suo soggolo.

– La mia bambina volò via stamani,
sapete? – rise fievole, e s'assise:
– Ora l'aspetto, tornerà domani.

Amalia Guglielminetti

Per ciò che amiamo e
nostro non è
ma frutto di altri amori eppure
nel cuore si radica e spesso rode
di un amore che a volte allontana...

martedì 8 ottobre 2024

Protocollo cittadino #142 (Sempre parole), di Gujil

Sempre parole 
 
Convinto assertore di troppe parole
rivedo quaderni sgualciti di frasi
poco importa se nel senso vacilla,
quasi mai ha raggiunto significato...
 
Gujil

lunedì 7 ottobre 2024

Between two points, David & Romany Gilmour

Corpi in subbuglio non trovano
un comune punto di accesso,
resta come possibile scelta connettersi
molti lo fanno incoscientemente...
 

Between two points
Tra due punti

Broke an early promise
Put trust in an unknown
Fell headlong into the arms
Of the first that stirred me

Non ho mantenuto una promessa fatta in anticipo
Riponi la fiducia in uno sconosciuto
Caduto a capofitto tra le braccia
Del primo che mi ha emozionato

Unsteadied a steady heart
And took me to a place I’ve never been
A place I’ve never been since

Instabile un cuore fermo
E mi ha portato in un posto dove non sono mai stato
Un posto in cui non sono mai stato da allora

Stopped hoping at an early age
Stopped guessing at an early age
Start accepting things from day one
And then things can’t go too wrong

Ho smesso di sperare in tenera età
Ho smesso di indovinare in tenera età
Inizia ad accettare le cose dal primo giorno
E poi le cose non possono andare troppo male

Just let them walk all over you
Laugh through the punches and the pain
Let the life-blood drain away from you
They’re right, you’re wrong

Lascia che ti camminino addosso
Ridere nonostante i pugni e il dolore
Lascia che la linfa vitale defluisca via da te
Loro hanno ragione, tu hai torto

And you can see it in the way they look at you
Feel it in the way they treat you
Always the last to know
Always the first to leave

E puoi vederlo dal modo in cui ti guardano
Sentirlo nel modo in cui ti trattano
Sempre l’ultimo a saperlo
Sempre il primo ad andarsene

And when the sky begins to fall
The blame – all along in you – is yours
Wakes you with a fever at five
Your guardian angel gives up the ghost

E quando il cielo comincia a cadere
La colpa, che è sempre dentro di te, è tua
Ti sveglia con la febbre alle cinque
Il tuo angelo custode rende il fantasma

And you can see it in the way they look at you
Feel it in the way they treat you
Always the last to know
Always the first to leave

E puoi vederlo dal modo in cui ti guardano
Sentirlo nel modo in cui ti trattano
Sempre l’ultimo a saperlo
Sempre il primo ad andarsene

Just let them walk all over you
Laugh through the punches and the pain
Let the life-blood drain away from you
They’re right, you’re wrong

Lascia che ti camminino addosso
Ridere nonostante i pugni e il dolore
Lascia che la linfa vitale defluisca via da te
Loro hanno ragione, tu hai torto

David & Romany Gilmour

domenica 6 ottobre 2024

Uomo morto che cammina, di Arturo Graf

 Morto che cammina

Vi parrà qualche nuova baggianata
Da far mettere un uomo alla berlina;
Eppur, signora, è una cosa provata:
Signora, io sono un morto che cammina.

Me ne ricordo come fosse jeri:
Ero vivo e spavaldo e malaccorto:
Un dì, mentre ne gìa sopra pensieri,
Mi colse freddo e da quel dì son morto.

Morii solo, da me, senza nojose
Querele e a guisa d’un antico saggio;
Morii nel mese in cui nascon le rose;
Morii un mattino del mese di maggio.

Da quel dì mangio e bevo e vesto panni,
E discorro, e talor vado a diporto;
Ma voi non ci credete a quest’inganni;
Ma voi tenete a mente ch’io son morto.

E però, se vi guardo, e se talora
Vi parlo delle mie pene secrete,
E se dico d’amarvi, — oh, mia signora,
Per carità di voi, non mi credete.

Arturo Graf

Impressionanti derive segnano
confini ormai stravolti, nel piano
di mente provata ricerco tracce,
spunti, indizi a direzioni certe...