BAGLIORE RESIDUO
ricordando che non è mai l'ultimo ma semmai che prelude a qualcosa
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sabato 5 aprile 2025
Protocollo cittadino #162 (Alba), di Gujil
venerdì 4 aprile 2025
Il romanzo più corto di tutti, di Norman Mailer
Il romanzo più corto di tutti
In un primo momento lei pensò di poterlo uccidere in tre giorni.
Per poco non ci riuscì. Il cuore di lui quasi venne meno ai suoi
complimenti.
Poi lei pensò che sarebbero state necessarie tre settimane. Ma lui
sopravvisse.
Così lei riguardò i suoi progetti e calcolò che sarebbero occorsi tre
mesi.
Dopo tre anni, era ancora vivo. Così si sono sposati.
Ora sono sposati da trent’anni. La gente parla molto affabilmente di
loro.
Sono noti come il miglior matrimonio in città.
È solo che i loro figli continuano a morire.
Norman Mailer
giovedì 3 aprile 2025
Viene la notte con piume morbide e sonnolente.., di Ernest Hemingway
Viene la notte con piume morbide e sonnolente
Il giorno ad oscurare
A cancellare il pietroso fulgore
L’argilla a stemperare
Prima che sopraggiunga l’indurimento definitivo
A chiederci di restare.
Chicago, 1920-1921
Ernest Hemingway
mercoledì 2 aprile 2025
Godi se il vento ch’entra nel pomario.., di Eugenio Montale
Godi se il vento ch’entra nel pomario
vi rimena l’ondata della vita:
qui dove affonda un morto
viluppo di memorie,
orto non era, ma reliquiario.
Il frullo che tu senti non è un volo,
ma il commuoversi dell’eterno grembo;
vedi che si trasforma questo lembo
di terra solitario in un crogiuolo.
Un rovello è di qua dall’erto muro.
Se procedi t’imbatti
tu forse nel fantasma che ti salva:
si compongono qui le storie, gli atti
scancellati pel giuoco del futuro.
Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l’ho pregato, – ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine...
Eugenio Montale
martedì 1 aprile 2025
La porta, di Aldo Palazzeschi
La porta
Davanti alla mia porta
si fermano i passanti per guardare,
taluno a mormorare:
«là, dentro quella casa,
la gente è tutta morta,
non s’apre mai quella porta,
mai mai mai».
Povera porta mia!
Grande portone oscuro
trapunto da tanti grossissimi chiodi,
il frusciare più non odi
di sete a te davanti.
Dagli enormi battenti di ferro battuto
che nessuno batte più,
nessuno ha più battuto
da tanto tempo.
Rosicchiata dai tarli,
ricoperta dalle tele dei ragni,
nessun ti aprì da anni e anni,
nessun ti spolverò,
nessun ti fece un po’ di toeletta.
La gente passa e guarda,
si ferma a mormorare:
«là, dentro quella casa,
la gente è tutta morta,
non s’apre mai quella porta,
mai mai mai».
Aldo Palazzeschi
lunedì 31 marzo 2025
Non importa quanti anni ho, di José Samarago
Non importa quanti anni ho
Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma,
ma con l’intento di continuare a crescere.
Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita
e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata,
ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero,
perché i miei desideri avverati,
le lacrime versate lungo il cammino al vedere
le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Quel che importa è l’età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura
José Saramago
domenica 30 marzo 2025
Esaltazione, di Amalia Guglielminetti
Esaltazione
Un'ora di rivolta mi flagella,
nè mai io seppi un'ora come questa,
nè mai con sensi ed anima in tempesta
mi sentii tanto forte e tanto bella.
Il marchio del mio duol si dissuggella
perch'io goda la mia più dolce festa:
mi par d'alzarmi sopra una funesta
ombra e brillar come una chiara stella.
O Vita, il piè m'è lieve e il cuor m'è forte
per salire la tua scala vermiglia
e per varcar le tue incantate porte.
Aprimi, io vengo... Ah no! Qualcun mi fissa
dalle tue soglie, ostil, con fredde ciglia
e nel mio lungo strazio m'inabissa.
Amalia Guglielminetti
sabato 29 marzo 2025
Ara Mara Amara, di Aldo Palazzeschi
Ara Mara Amara
In fondo alla china,
fra gli alti cipressi,
è un piccolo prato.
Si stanno in quell'ombra
tre vecchie
giocando coi dadi.
Non alzan la testa un istante,
non cambian di posto un sol giorno.
Sull'erba in ginocchio
si stanno in quell'ombra giocando.
Aldo Palazzeschi
venerdì 28 marzo 2025
Il sonetto, di Arturo Graf
Il sonetto
Come il sottile intagliator la chiara
Gemma sfaccetta, onde ne’ vitrei seni
Fiammeggi e rida una gioconda gara
D’iridi accese e d’agili baleni;
Tu sfaccetta il sonetto, ove la cara
Rima sfavilli, e negli alterni freni
Del saldo verso, e nella forma avara,
Il pugnace pensier si rassereni.
Poi denso e forte, nitido e lucente,
Nel rigor di sua forma adamantina,
Tu lo licenzia fra la umana gente;
E il tempo mai non potrà fargli sfregio,
E l’uomo in cui più puote e più s’affina
Virtù, l’avrà più ch’altra gemma in pregio.
Arturo Graf
giovedì 27 marzo 2025
Stasera, di Giuseppe Ungaretti
Stasera
Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia.
Giuseppe Ungaretti
perdutamente innamorato sarei;
lei mi appare di notte insieme
a chi accompagna i giorni...