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martedì 3 settembre 2024

La Venere di Milo, di Arturo Graf

 La Venere di Milo

La Venere di Milo
Ha in Parigi, nel Louvre,
Se non un tempio, almeno
Un riparo, un asilo.
Quivi ogni giorno, quanto è lungo l’anno,
Oziosi, pedanti ed annojati
D’attorno le si fanno
A contemplar con volti trasognati,
E con occhi sgranati,
La sua bellezza ignuda e desïosa.
Di questa e d’altre noje l’amorosa
Dea non si cura, o forse non s’avvede;
E solamente par che le dispiaccia
D’aver perduto le sue bianche braccia,
Le sue candide braccia, ond’ella tanti
Si strinse al petto venturosi amanti

Arturo Graf

Nella città che amo tesori mostrano
le loro bellezze antiche e moderne
agli occhi, ragazzo sperduto un tempo
ora uomo maturo, già vecchio...

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