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mercoledì 19 marzo 2025

Tempio distrutto, di Arturo Graf

Tempio distrutto

Questa di magri citisi, di lente
Ginestre e d’orni screzïata altura
Sacra a un nume già fu, quando Natura
I voti udiva della umana gente.

Allora intorno al dittero nitente
Frondeggiando crescea la selva oscura,
E da quel greppo scaturia di pura
E tersa onda lustrale una sorgente.

E qui traeano al novo sole i cori
Delle danzanti la gioconda offerta
Di bianchi pani e d’odoranti fiori.

Squallido e sgombro giogo or la deserta
Luna contempla, e tra le balze e i fori
Le sacre pietre sparse giù per l’erta.

Arturo Graf

Tra le rovine antiche vibra
un cuore ritenuto duro e solo;
tra le pieghe del tempo rivedo
un giovanile errore, ancora...

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