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venerdì 22 maggio 2020

Strige, di Arturo Graf

Strige

Sulle squallide mura
D’una chiesa in rovina
Si posa a notte scura
Una strige indovina,

E in voce di sciagura
Di cantar non rifina
La mia morte immatura,
La mia morte vicina.

Io di mia vita il tedio

E le fosche vicende
Vo ripensando intanto;

E l’oscuro epicedio

Piu dolce in cor mi scende
Che d’usignuolo innamorato il canto.

Arturo Graf



la notte, suoni, rumori, gridi,
animali notturni vivono nei sonni
di noi essere diurni e sociali;
vorrei avere uno sguardo lontano...



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