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giovedì 4 ottobre 2018

La corrente, di Wendell Berry

La corrente

Una volta affondata la mano nella terra,
seminandovi ciò che spera gli sopravviva,
un uomo ha contratto un matrimonio col suo luogo,
e se mai lo lascerà la sua carne avrà solo voglia di tornare.
La sua mano ha lasciato all’aria la sua vita d’uccello.
Si è protesa dentro il buio come una radice
iniziando a destare, veloce e mortale, nell’immutabile,
una linfa guizzante che gli scorre su fino alla testa,
perché lui veda le antiche genti di tribù chinarsi al sole,
scavando coi bastoni, aprendo la foresta
per ottenere colline di grano, zucche e fagioli,
le capanne e le tombe, e richiuderla ancora.
Lui è dichiarato loro discendente e ciò che han lasciato
nella terra ora lo irrora come un’essenza stagionale.
E vede arrivare i depositari del suo stesso sangue,
e al passaggio la foresta si rintana sottoterra,
con le mani ammassano pietre per tirar su i muri,
poi si riposano e le pietre franano ancora a terra,
per finire immobili sotto le ruote nere delle macchine.
La corrente che gli scorre dalla terra
ora lo abbandona e lui vede un suo discendente,
un giovane proteso nella terra,
ed è come una mano che al buio tiene la sua.

 Wendell Berry
da "L'ordine della natura"
traduzione di Paolo Severini


 
 
corrente, di fiume io penso, lo scorrere
il mare lo aspetta, o è un lago?
Come pesci nuotiamo la vita, i giorni,
spesso siamo contro corrente...

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