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domenica 30 dicembre 2018

Cuore di legno, di Primo Levi

Cuore di legno

 Il mio vicino di casa è robusto.
E’ un ippocastano di corso Re Umberto.
Ha la mia età ma non la dimostra.
Alberga passeri e merli, e non ha vergogna,
in aprile, di spingere gemme e foglie,
fiori fragili a maggio,
a settembre ricci dalle spine innocue
con dentro lucide castagne tanniche.
È un impostore, ma ingenuo: vuole farsi credere
Emulo del suo bravo fratello di montagna
Signore di frutti dolci e di funghi preziosi.
Non vive bene. Gli calpestano le radici
I tram numero otto e diciannove
Ogni cinque minuti; ne rimane intronato
E cresce storto, come se volesse andarsene.
Anno per anno, succhia lenti veleni
Del sottosuolo saturo di metano;
è abbeverato d’orina di cani,
le rughe del suo sughero sono intasate
dalla polvere settica dei viali;
sotto la scorza pendono crisalidi
morte, che non saranno mai farfalle.
Eppure, nel suo tardo cuore di legno
sente e gode il tornare delle stagioni.
10 maggio 1980
 
Primo Levi
 
 
anch'io ho un amico robusto,
sta crescendo, vive, dà riparo;
il noce è maggiorenne ora,
mi guarda dall'alto, mi vedrà partire...

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