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venerdì 14 giugno 2019

Quasi un'elegia, di Iosif Brodskij

Quasi un'elegia


Un tempo anch'io aspettavo che cessasse
la pioggia fredda, sotto il colonnato della Borsa.
E immaginavo che fosse un dono di Dio.
Non mi sbagliavo, forse.
          Un giorno anch'io
sono stato felice. Prigioniero
degli angeli vivevo. Andavo a caccia di vampiri.
Una donna bellissima di corsa
scendeva la scalinata. Io l'attendevo al varco,
come Giacobbe, nel portone.

Chissà dove
tutto questo è svanito, se n'è andato. Tuttavia
guardo dalla finestra e scrivo "dove"
senza mettere l'interrogativo.
È settembre. Di fronte a me c'è un parco.
Lontano un tuono mi occlude gli orecchi.
Nel fitto del fogliame le pere mature
pendono come testicoli. Oggi
l'udito nella mente sonnacchiosa
lascia passare solo l'acquazzone,
come il pitocco che accoglie in cucina
i parenti lontani:
non più rumore, non ancora musica.

Iosif Brodskij
Traduzione di Giovanni Buttafava

quasi un'elegia la mia vita,
alti, bassi, normalità quotidiana;
eppure mi piace pensarla eroica,
superati dolori e tristezze..., la vita...

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