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giovedì 31 marzo 2022

Tempesta, di William Cliff

Tempesta

la tempesta avanzava urlando la tempesta
urtava il tetto delle case la tempesta
spingeva continenti di nuvole smontate
la tempesta impediva il sonno del mercante
lo studente inquieto rigirava le sue voglie
nelle pieghe ribelli del letto l’impiegato
con la gamba spezzata sotto il corpo immobile
contemplava il suo tedio distrutto nelle pieghe
della tempesta il conducente sente il volante
sfuggire al suo controllo il venditore locale
vede il telo volar via e i suoi articoli all’aria
il banchiere impaurito tira giù la serranda
sul gabbiotto minacciato della sua agenzia
e le pecore prudenti vanno a ruminare
in un buco senza vento la tempesta va
e viene a sfiatarsi sulle pianure dell’Est
e il cielo sgombro dopo la tempesta lascia
che il gelo venga a massacrare gli insetti
la cui avida ingenza preparava di già
un’estate vana per la terra troppo calda

William Cliff

Tempesta nell'anima che ancora risente
l'abbandono, la partenza, il sole oscurato;
gli affetti gelano i propositi reconditi,
uno stuolo di prefiche lamenta la vita...

mercoledì 30 marzo 2022

Erotismo, di Erich Friede

Erotismo

Liberarsi con te
perché non ci sia mai più bisogno
di vergognarsi

e dire
“in fondo
è tutto qui”

Possiamo finalmente fare
tu con me
io con te

tutto quel che vogliamo
anche questo
in cui vi è molto

e che mai abbiamo fatto
e mai diremo
a nessuno 

Erich Friede

superare il confine della vergogna,
approdare a lidi carichi di lussuria;
solo l'essere umano riesce a varcare
confini disegnati da supreme nature...

martedì 29 marzo 2022

La stagione del mango, di Thomas Shapcotti

La stagione del mango

Gennaio e la stagione del mango
tramonti con zanzare pensosità a luna piena
notti a piedi scalzi senza frescura
notti di muffa
serate umide di pasti,quiete della cucina
immobilità del mango che si insinua schiacciandoci
ci spazientiamo,siamo inquieti siamo
d’improvviso
picchiettio
dei frutti sul tetto di ferro
manghi turgidi di succo
trasudano goccioline di chiaro di luna..

Oppure cesti di mango per i vicini
siamo bambini dello stesso quartiere dalla bocca viscida
che si tolgono via le fibre dai denti
suburbani con i frigoriferi stipati di manghi
chutney di mango su varie mensole
manghi sotto i piedi,manghi che battono ingombrano
sentiamo il frutto spaccarsi che s’annerisce
scivolare sotto il piede
semi bitorzoluti slittano via con una viscida risata soffocata.

odori notturni,muffa che s’asciuga
impronte di dita
di pipistrelli con corpi rimpinzati di seme di mango con polpa rancida
di manghi che pendono
gennaio rancido come fetore di pipistrello
umido come terriccio ricercato dagli uccelli
gli alberi di mango sanno già che l’estate si appropria d’ogni cosa,
i nostri cortili sono invasi
di mestruo abbondante
cocente.

Poi una mattina tutto si è concluso
non più cadute non più marciume nelle cunette
non più fanghiglia non più sporcizia non più
ronzìo di mosche sui rifiuti putrefatti.
Avanzi
i pochi manghi vizzi come sangue essiccato
semi rinsecchiti sull’erba
ignorati,estranei
bucce nere raggrinsite
come polsi di mummia.

Thomas Shapcotti 

Frutti acerbi, maturi, colori vari
sfamano le nostre esotiche sensazioni;
la mela di Eva diventa frutto di passione,
il pomo di Adamo ritmica l'eccitazione...

lunedì 28 marzo 2022

Penso che in questo momento, di Roberto Juarroz

Penso che in questo momento

Penso che in questo momento
forse nessuno pensa a me nell’universo,
che solo io mi penso,
e se morissi ora,
nessuno, neppure io, mi penserebbe.
E qui inizia l’abisso,
come quando mi addormento.
Sono il mio sostegno e me lo tolgo.
Contribuisco a rivestire tutto di assenza.
Sarà per questo
che pensare ad un uomo
assomiglia a salvarlo

Roberto Juarroz

Volersi bene è fondamentale e giusto, 
l'amore per sè stessi, un sentimento forte; 
io, per me, mi amo abbastanza e sempre, 
gli altri? si, forse qualcuno mi ama...

domenica 27 marzo 2022

Destino, di Muhammad as-Salhi

Destino

Guardatelo
scopre
l’oro
cercando
il rame.
Guardatelo.

Muhammad as-Salhi

Nel gioco delle tentazioni prevale
lo sguardo, il gesto, un movimento;
sono stato tentato ma anche tentatore,
riscopro con affetto il presente...

sabato 26 marzo 2022

Cantar la fonte, di Rachid Kaci

Cantar la fonte

Cantare la fonte
di queste lacrime
Oh così rassicuranti,
appannaggio di coloro i quali
sperano un giorno
di ricavare la felicità
dalla pietraia.

Cantare il passaggio
di questo sguardo estraneo
illuminato di mille riflessi,
sguardo che si abbassa
sotto il peso di tutti i suoi fiotti
di mendicità.

Cantare l’infallibile sogno
fra quattro mura viscide,
l’infallibile chiarore ritrovato
nell’oceano di sgomento
nella solitudine plurale.

Cantare il poeta
dalle palpebre ricucite,
dal sorriso smembrato,
mutilato del potere delle sue parole.

Cantare di essere più numerosi a gemere,
a serrare i denti
contro questo corpo imponente
indesiderabile per il suo voler impedire
l’infernale melodia dei lamenti.

Esser lì, tutti insieme
a cantare la terribile avventura
l’incredibile ballata
al di là dei cuori

Poi… poi distendermi finalmente
vicino al mio corpo e gridare con tutta la forza
del mio pianto, la mia ultima canzone!..

Rachid Kaci

Non può essere un piccolo adito

a sprofondare emozioni e gioie,
la fonte di tutto è in noi stessi,
zampilliamo come belle fontane...

venerdì 25 marzo 2022

Ritorni #0, di Gujil

 
non potrà mai svanire un ricordo
se colpisce le corde dell'anima, se tocca;
le finestre degli occhi guardano fuori,
socchiuso, il cuore, ancora sussulta...
 
Gujil

giovedì 24 marzo 2022

Siciliana #2, di Gujil


Sentire un torpore languido, 

raccogliere istanti rapidamente, 

come un assurdo lascito, 

come un contesto...

Gujil

mercoledì 23 marzo 2022

Siciliana #1, di Gujil

Questo sole mi scalda

l'anima che rivolge un solo

pensiero al nulla che siamo...

Gujil

martedì 22 marzo 2022

Siciliana #0

Infinitesimi istanti bruciani
partenze, come fiammiferi di un tempo;
trascorro pensieri in attesa del mare,
invado lidi lontani risaputi e vaghi.
Sicilia che torna nel cuore,
come tempo addietro tra canti e sorrisi..
 
Gujil


lunedì 21 marzo 2022

Le mie mani nidi, di Clirim Muça

Le mie mani nidi

Per le rotondità del tuo seno.
Petali i miei baci
sulla tua pelle abbronzata.
Ignote maree alzano
onde di piaceri sul tuo disteso corpo.
Nel cielo dei tuoi occhi
volano le bianche rondini del desiderio.

Clirim Muça

meglio sarebbe approdare le tue sponde
che questo vagar per mari tempestosi;
inesplorate rotte convergono sogni,
dinamiche attese si placano e arenano...

domenica 20 marzo 2022

Se un giorno, di Zaher Rezai

Se un giorno

Se un giorno in esilio la morte deciderà di prendersi il mio corpo
Chi si occuperà della mia sepoltura, chi cucirà il mio sudario?
In un luogo alto sia deposta la mia bara
Così che il vento restituisca alla mia Patria il mio profumo

Zaher Rezai

incertezze ed abitudini condizionano
un presente fatto di  pesanti silenzi;
si confondono i ruoli decisi e le cose,
episodi e passato contigui e pressanti...

sabato 19 marzo 2022

Torno ad aprire le antiche pagine, di Thich Nhat Hanh

Torno ad aprire le antiche pagine

 Improvvisamente mi ritrovo nel mio passato.
Il punto di riferimento non è visibile più a lungo
e il sogno dell’altra notte è pieno di immagini illusorie.
I muri che servono a fermare i venti e la pioggia
hanno formato un angolo di spazio accogliente.
Le candele tremolanti
evocano il profumo di incenso della vigilia dell’Anno nuovo.
Piove.
In casa, la cena è servita.
Una manciata di foglie di coriandolo
mi riporta alle forme della madre patria.
Improvvisamente tutte le barriere sono rimosse
grazie alla tempesta di mezzogiorno
ed ogni cosa è rivelata.
Il sole di oggi non è lo stesso di ieri?
Uccelli intravisti contro il colore purpureo della sera.
I due estremi del tempo si uniscono
e mi spingono con tenerezza
verso una nuova apertura.
Il sipario della sera, destinato a catturare spazio,
improvvisamente si trasforma in salici piangenti.
Le nuvole si chiamano l’un l’altra
per un incontro sulla cima dei monti.
Sono tornato. Mi ritrovo ad aprire vecchie pagine.
Un tramonto sfolgorante ha bruciato tutti gli attestati… verbosi
mantra si sono dimostrati non avere più forza…
Soffia forte ora il vento. Laggù dove finisce il cielo, sento sbattere le
ali di qualche strano uccello.
Io dove sono?
Il punto focale della concentrazione è il ricordo.
La casa più vera è quella d’infanzia, tra le colline erbose.
Le foglie violette del tià-tò
contengono tutto un autunno pienamente maturo.
I tuoi piccoli piedi percorrono il sentiero,
come gocce di rugiada sulle giovani foglie.
Le lettere che ti inviai
risuonano come campane della chiesa.
Un cielo dorato di fiori è contenuto in un solo seme di mostarda.
Ecco, unisco le palme delle mani
e – meravigliosamente – lascio fiorire un fiore nel mio cuore.

Thich Nhat Hanh

I suoni del mondo sono ora rumori violenti
di bombe, che uccidono i sogni e le lacrime;
spettatore impotente e pavido dono il mio credo
ma non sò quanto possa davvero servire...

venerdì 18 marzo 2022

Sciocchezze #25 (Homo, homini, lupus), di Gujil

La nevrosi collettiva si spianta 
costretta ad attimi di riflessione dura
costellati come siamo di stereotipi occidentali.
Vorrei poter fare più di quello che posso,
sarebbe comunque poc di fronte a questa stupidità
che non prova altro che quanto siamo ancora animali...
 
Gujil



 

giovedì 17 marzo 2022

Fino a quando girerà la terra, di Eugenio Montejo

 Fino a quando girerà la terra

Lascia che ti ami fino a quando girerà la terra
e gli astri inchinino i loro cranei azzurri
sulla rosa dei venti.
Galleggiando, a bordo di questo giorno
nel quale per caso, per un istante,
ci siamo destati così vicini.
Ho potuto vivere in un altro regno, in un altro mondo,
a molte leghe dalle tue mani, dal tuo sorriso,
su un pianeta remoto, irraggiungibile.
Sono potuto nascere secoli fa
quando non esistevi in nulla
e nelle mie ansie di orizzonte
potevo indovinarti in sogni di futuro,
ma le mie ossa a quest’ora
non sarebbero che alberi o pietre.
Non è stato ieri né domani, in un altro tempo,
in un altro spazio,
né giammai accadrà
quantunque l’eternità lanci i suoi dadi
a favore della mia fortuna.
Lascia che ti ami fino a quando la terra
graviterà al ritmo dei suoi astri
e ad ogni istante ci stupisca
questo fragile miracolo di esser vivi.
Non abbandonarmi fino a quando essa non si fermerà.

Eugenio Montejo

l'aria del mattino è ferma, come il mio cuore,
strafatti pensieri annidano meandri sconvolti,
sanguina l'anima di fronte agli eventi, impotente,
sconvolta da repentini mutamenti del ritmo...

mercoledì 16 marzo 2022

Prova, di Mary Oliver

Prova

Due o tre volte nella mia vita ho scoperto l’amore.
Ogni volta sembrava aver risolto ogni cosa.
Ogna volta ha risolto un un bel po’ di cose
ma non tutte le cose
eppure sono rimasta appagata come se lo fossero
state tutte, e
in fondo, ha risolto ogni cosa

Mary Oliver

quando non è provata sofferenza o dolore,
come stille di lacrime disperse nel vuoto;
per le sognate sponde orizzontali e vaghe
quasi agognati approdi mai però raggiunti...

martedì 15 marzo 2022

Protocollo cittadino #57, di Gujil

 
Le nostre belle città dormono sogni
devastati da accadimenti quotidiani,
siamo in preda ad una psicosi collettiva
condizionata da una realtà così irreale e sorda
che spaventa ed incute problematiche continue.
La visione di opere che diano serenità
l'anestesia importante del bello,
sopravvivere è un'ipotesi rallentata
dalla realtà della morte... e si muore...
 
Gujil

lunedì 14 marzo 2022

Lontano e a sud, di Idea Vilariño

Lontano e a sud

Sei lontano e a Sud
là non sono le quattro
chinato sulla sedia
sul tavolo del bar
nella tua stanza
buttato sul tuo letto
il tuo o quello di qualcuno che vorrei cancellare
sto pensando a te
non a chi ti cerca
a chi ti vuole accanto, come lo voglio io
Sto pensando a te da quasi un’ora
o forse mezza
non so.
Quando andrà via la luce
saprò che son le nove
spianerò il mio letto
indosserò il vestito nero
mi liscerò i capelli
Andrò a mangiare
E’ chiaro.

Idea Vilariño

voglio che i pensieri scappino lontano,
là dove il peso loro scema e diventa vento;
sono stremato dai dubbi, dalle consuetudini,
vedrò brillare a sud la mia anima stanca...

domenica 13 marzo 2022

Saluto a Thomas Mann, di Attila József

Saluto a Thomas Mann

Come un bambino che giurò vendetta
e diede fuoco alla casa paterna
e ora è invaso dall’estraneità
come da nebbia, e solo sul petto
di lui, bersaglio della sua rivolta
potrebbe sfogarsi in lacrime, mostrare
sul volto buio un sorriso libero,
così mi sforzo senza speranza
di ritrovare le mie lacrime virtuose.
Ho incenerito il mondo nel cuore
e non vi è parola buona che mi redima,
rannicchiato non aspetto che il miracolo,
che venga qualcuno a perdonarmi
e mi sappia dire bene cosa
mi si deve perdonare
in questa tana di lupi.

Attila József

la certezza di un danno trasale
il pericolo, mi avvicina alle cose;
uno scordarsi continuo è la vita
una via che trascende il presente...

sabato 12 marzo 2022

Il sepolcro, di Jurij Andruchovic

 Il sepolcro

ed ecco ci siamo tutti riuniti l’intera famiglia
quando gli inservienti del cimitero hanno reciso
un raggio incerto dietro l’ultimo di noi
ci siamo rincontrati come negli ultimi tempi
del gioco in borsa
delle corse in carrozza
dei balli domenicali al club fuori città
siamo coricati sul pavimento duro
sotto una coppa di marmo
pesante per le foglie secche e l’acqua piovana
comunque in compagnia dignitosa
a destra un magnate dello zucchero
a sinistra un tenore d’opera
non sentiamo l’acqua che scorre il vento che sibila ma
a volte in una notte sorda tremiamo
quando i giovani intonano una canzone indolente
ritornando nei sobborghi operai
a ora tarda dal ballo

Jurij Andruchovic

urti violenti nei corpi indifesi stagliano
la potenza dei forti, non i cuori e le mani;
siamo belve in balia di istinti violenti,
come animali braccati, come esseri umani...

venerdì 11 marzo 2022

Sei la mia schiavitù.., di Nâzım Hikmet

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.

Nâzım Hikmet Ran

sei i miei momenti fedeli e rustici
di quando insieme faciamo le cose banali,
sei quell'attimo di compassione e gioia

dove conta solo l'esserci, lo stare...

giovedì 10 marzo 2022

Sciocchezze #24, du Gujil

 
 
improvvisare sogni di pace, di serena convivenza
non mai così facile come sembra
siamo belve in fondo, padroni del nostro essere
si scelgono strade di forza e brutalità
l'amore, relegato in un angolo diventa solo sesso...
 
Gujil

mercoledì 9 marzo 2022

Amami, di Amal Musa

Amami

Mi trasporto in punta di piedi
mi trasporto nel galoppo della mia vista.
Mi avvolgo nelle fasce della mia pelle.
Mi abbraccio desiderandomi.
Benedico il mio flusso, lo zampillare che da me proviene.
Mi cullo sul mio seno.
Alle mani germoglianti infilo i guanti della poesia.

Reclamo la rivelazione,
le mie incisioni sono su pietra.
La mia immagine reca acqua alla sete
ed esche alla rete dei pescatori.
Trascorro i rintocchi delle campane della sera
scolpendo.
Dormo nella mia stessa ombra.
Indosso la mia natura beduina
quando sono stanca.
Entro in un giardino
che non mi istiga contro me stessa.
Amo la mia anima impossibile,
quella i cui piedi
sono ignoti alla terra.

Amal Musa

anime inpossibili atteggiano toni
imprescindibili, vaghi e scostanti;
vorremmo essere amati sempre e comunque
come schiavi alla terra e al sole...

martedì 8 marzo 2022

8 Marzo 2022, di Gujil

Una delle canzoni che meglio dimostra la forza delle donne è Il giorno dei giorni” di Ligabue. Scopriamo insieme qualche verso: “Femmina come la terra, femmina come la guerra, femmina come la pace, femmina come la croce, femmina come la voce, femmina come sai, femmina come puoi, femmina come la sorte, femmina come la morte, femmina come la vita, femmina come l’entrata, femmina come l’uscita, femmina come le carte, femmina come sai, femmina come puoi”... (dalla rete).


non la fanno le donne, la guerra,
loro sanno piangere, sanno comprendere;
l'animale che siamo prevale da sempre,
ma è femmina la terra, madre, amante...

lunedì 7 marzo 2022

Dormiamo stretti io e te, di Vanni Bianconi

Dormiamo stretti io e te
 
 Dormiamo stretti io e te
come le due cifre della mia nuova età –
e se uno nel sonno si gira
anche l’altro subito si incunea –
i due tre;
da una settimana hai trent’anni
e un tre anche tu, l’altro non è un numero
ma il tondo della tua pancia
(e tuttavia il tondo dello stupore)
per chi la abita da tre mesi,
siamo tre
tre.

Vanni Bianconi

fosti la fine di un duro e solitario inverno
nel mentre del fiorire di primule e viole;
la mia anima sollevata dal peso ed il collo
sottile di baci da troppo imbrigliati...

domenica 6 marzo 2022

Ci vorrebbe prudenza, di Rainer Brambach

Ci vorrebbe prudenza

Cosa ti spinge a scrivere versi?
Perché non vendi sale,
case, fucili o tabacco?
Ci vorrebbe prudenza, sai, perché presto
caleranno di nuovo i corvi – neri predicatori
dalla stridente voce – per gridare ai quattro venti
la tua miseria, mentre sereno in giro te ne vai.
Quando il ghiaccio penderà dalle fontane,
non avrai altra dimora che una sala d’attesa,
dove echeggiando in molte lingue
un’unica cosa sono arrivare e dirsi addio.

Rainer Brambach

Pietro Liberi
"Allegoria della prudenza"
Palazzo Reale - Genova

 scrivere è una cosa strana, difficile,
se altri non leggessero si scriverebbe?
Sapere che qualcuno condivide è grande,
riempie la mente di senso e di senno...

sabato 5 marzo 2022

Se camminiamo, di Yari Bernasconi

Se camminiamo

Se camminiamo è per andare avanti,
per cercare qualcosa, per non abbandonare
una speranza. Dimenticando tutto il resto.
Tornare ha sempre avuto poco significato.
Tornare dove? Riconosciamo i sassi
e gli orizzonti: i sentieri ci dicono
che ci siamo, che andiamo.
(Lugano, 1982)

 Yari Bernasconi
da Nuovi giorni di Polvere
(Casagrande, 2015)

Federica Bedini
"Camminiamo insieme"
  

le partenze, i ritorni, i lunghi cammini,.
tragedie semicomiche del mondo moderno;
sono ancora il pellegrino incostante di allora,
un Icaro deluso che vola rasoterra...

venerdì 4 marzo 2022

Una notte d'inverno, di Tomas Tranströmer

Una notte d'inverno

La tempesta poggia la sua bocca alla casa
e soffia per emettere un suono.
Dormo inquieto, mi giro, leggo
il testo della tempesta assopita.
Ma gli occhi del bambino sono spalancati al buio
e il temporale mugola per lui.
Entrambi amano le lampade che dondolano.
Entrambi sono a metà strada dal linguaggio.
La tempesta ha mani infantili e ali.
La carovana si lancia verso la Lapponia.
E la casa avverte la sua costellazione di chiodi
che tiene insieme le pareti.
La notte è immobile sul nostro pavimento
(dove tutti i passi attutiti
riposano come foglie affondate in uno stagno)

ma fuori infuria la notte!
Sul mondo passa una piú grave tempesta.
Poggia la sua bocca alla nostra anima
e soffia per emettere un suono – temiamo
che la tempesta soffiando ci svuoti.

Tomas Tranströmer
da "Poesia dal silenzio"
Traduzione di Maria Cristina Lombardi 

In fondo le tempeste dell'anima scemano
quando il tempo passa la sua spugna d'oblio;
rimpianti e ricordi si accasciano nel cuore
che assorbe, custode delicato e amorevole...

giovedì 3 marzo 2022

Evoluzione: particolari, di Karen Press

Evoluzione: particolari

Nota il movimento della mano che afferra
il pollice oppositivo, la libera articolazione delle giunture,
con quanta facilità cambia forma
per tenere stretto tutto quel che trova.
Così è cominciata l’umanità
con la capacità di afferrare qualcosa,
di correre tenendola stretta.
Studi hanno dimostrato che le camere del cuore
si allargano ogni volta che un certo oggetto entra
nel raggio visivo. Certi ricettori di cellule aprono la bocca,
i pori della pelle si dilatano. L’oggetto varia di caso in caso
ma il fenomeno generale è lo stesso per tutti gli umani
ed è comunemente definito amore.

Karen Press
per quanto ci si sforzi rimaniamo
gli animali che siamo, istupiditi maschili
di ormoni, sesso, violenze ed armi;
umanità insulsamente dominio del nulla...

mercoledì 2 marzo 2022

Luci ed ombre dell'amore, di Lois Pereiro

Luci e ombre di un amore

Hai lasciato nel mio corpo la tua presenza
spargendo il tuo incanto nei miei occhi
che non si rannuvoleranno di lacrime
perché non marcirà per altro tempo
la nostalgia divenuta cadavere

ed esploreremo la geografia
del nostro amore eterno correggendola
se ti apri nuovamente con dolcezza
al mio amore vigile e assente
accetti che te lo consegni
e poi te ne vai

verso il futuro in libertà
condivisa con la tua propria vita
e amata per sempre.

Lois Pereiro

 
ancora il silenzio esorta il ricordo
"chissà come sarebbe stato... chissa";
il passato ci ricopre di strati di umore,
tumidi inezie lo subiamo, da sempre...

martedì 1 marzo 2022

Protocollo cittadino #56

 

questi giorni pieni di ansie, di sgomento, pesano
 sul cuore, nell'anima, in occhi pieni di tristezza,
gli animali che siamo affiorano gli istinti più ancestrali,
la guerra, le bombe, le armi e la morte
che non guarda, arriva e falcia chi trova davanti;
negli occhi dei bimbi prevale sbigottimento, paura.
Non avrei mai pensato nella mia vita 
di vedere questo mondo che si sta annientando,
d'improvviso non esistono più nè epidemie
nè i devastanti cambiamenti climatici;
la verità è che siamo noi uomini e donne
(più gli uomini forse) il virus letale
 della nostra madre terra... 
 
Gujil