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sabato 31 marzo 2012

Le foglioline

Dicon le foglioline, appena nate,
al vecchio tronco:- Nonno, l'hai sentite
le rondini? Che splendide giornate!
Vedi? Non siamo più tutte aggrinzite!
Ci siamo tese come le manine
carezzanti dei bimbi; e i freschi venti
ci fanno vispe come farfalline,
e il sole ci fa tutte rilucenti.

Camilla Del Soldato


anche il noce, in giardino,
ha spuntato le sue foglie,
riasseto il cuscino
mi sveglio del tutto
 e assaporò il caffè
nel silenzio di questo mattino...

venerdì 30 marzo 2012

GEROGLIFICO

Ho tre finestre nella mia camera:
l'amore, il mare, la morte,
sangue vivo, verde terso, violetto.
O donna, dolce e pesante tesoro!
Freddo vitreo, campane, odore d'ambra,
il mare, la morte, l'amore,
sentire solo ciò che mi piace
donna, più chiara del giorno!
In questa sera dorata di settembre
la morte, l'amore, il mare,
annegare nell'oblio completo.
Donna! Donna! Resa della carne!
 
Charles Cros


in un abbagliante brivido cerco
la solita vecchia passione
in uno stato di catarsi indotta
visioni scorrono in filmati impietosi;
nel cuore albeggia un pensiero...

giovedì 29 marzo 2012

XXIII

«Cullo una solitudine mortale
nel mortale mattino, che da sempre... »
Il verso dell'amico si era imposto
da qualche giorno. Il fiume, come un olio
lucido e calmo nello stanco agosto...
Forse mia madre era perduta. Solo
lucido e calmo mi era intorno, specchio
a quello specchio nell'ampio silenzio,
quegli che poi doveva il mio silenzio
- già triste come di un lontano assenzio -
rompere con tanto mio consenso...
(Il suo odore, la sera, come un cane
sporco e fedele dopo le campane).
Notte d'inverno, la tua dolce boria
fa lontana, fa buffa questa storia.

Sandro Penna
Una strana gioia di vivere


conto le innumerevoli storie
che passano e sfiorano me,
in uno stato di confusione totale
mi illudo di illuminarmi ancora;
rivivo le estatiche gesta
di un eroe fanciullo e solo
che cantava la pioggia nel sole...

mercoledì 28 marzo 2012

NEL GIARDINO

Col guardingo terror d’un masnadiero
Io m’avanzava, al lume de le stelle,
Tra le cupe gaggìe roride e belle
Premendo appena il candido sentiero.

Quindi carponi, in un boschetto nero,
I panni crivellandomi e la pelle,
Lento lento giungea fra le mortelle
A una casetta piena di mistero.

E rampicavo là con disperato
Impeto su per la muraglia annosa,
Muto, caldo, fremente, insanguinato,

E l’aperta finestra appena tocca
Sentìa dentro a una nuvola odorosa
La celeste pietà de la sua bocca.

Edmondo De Amicis


dilavate grigie accolgono
il mio riflesso di sempre
in un contiguo preciso ripongo
speranze, a volte rare gioie
come un scrigno richiudo
momenti sereni in teche mentali...

martedì 27 marzo 2012

un fremito l'aria scuote
e percuote il mio corpo disteso,
dopo attimi di vento le note
di un accenno di suono disceso
nell'anima che ora riposa
nell'ora che vivo gioiosa
di lacrime di nuova stagione
è meno dura è questa prigione...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

Alessandro Kokocinski, se nel dormire sognasse, 2001

lunedì 26 marzo 2012

Il sorriso

C'è un Sorriso d'Amore,
e c'è un Sorriso d'Inganno,
e c'è un Sorriso dei Sorrisi
in cui questi due Sorrisi si incontrano.

E c'è uno Sguardo d'Odio,
E c'è uno Sguardo di Disprezzo,
e c'è uno Sguardo degli Sguardi,
che tentate di scordare in vano;

perché si pianta nel profondo del Cuore,
e si pianta nel profondo della Schiena,
e nessun Sorriso che mai fu Sorriso,
ma un solo Sorriso soltanto,

che fra la Culla e la Tomba
si può Sorridere soltanto una volta;
ma, quando è Sorriso una volta,
c'è una fine a tutta l'Angoscia.

William Blake


ma quando manca il sorriso è triste,
i volti si affilano in maschere serie
e tutto diventa più grigio, più tetro;
lo colsi, il sorriso, in occhi passati,
lo vidi espandere sensi e forme
in un turbinio di facili implosioni,
eppure costava fatica, ogni volta,
ritrarre il cuore, rispettare l'amore...










domenica 25 marzo 2012

La Luna Nuova

Cielo di Marzo
di luna nuova
sogni di fortuna
saggi ubriachi tra i fuochi accesi
a bruciar paure
Canta il vechio la follia
dell'ultimo dei re
canta il bimbo la magia
di un'alba che vedrà
tace 1'uomo attende già
la pioggia che cadrà…
Piccola pietà
gioco che non ha
mai mai mai fine.

Premiata Forneria Marconi



i lontani anni
del progressive rock italiano
mi affascinano ancora oggi,
ricordo suite infinite e sfibranti
eppure a volte così coinvolgenti;
in un attimo tutto appariva e spariva
lasciando scie di colori musicali
in un rock mai troppo aggressivo...

sabato 24 marzo 2012

Colloquio

"Ora il sereno è ritornato le campane suo-
nano per il vespero ed io le ascolto con
grande dolcezza. Gli ucelli cantano festosi
nel cielo perché? Tra poco è primavera i
prati metteranno il suo manto verde, ed io
come un fiore appassito guardo tutte que-
ste meraviglie."
SCRITTO SU UN MURO DI CAMPAGNA

Per il deluso autunno,
per gli scolorenti
boschi vado apparendo, per la calma
profusa, lungi dal lavoro
e dal sudato male.
Teneramente
sento la dalia e il crisantemo
fruttificanti ovunque sulle spalle
del muschio, sul palpito sommerso
d'acque deboli e dolci.
Improbabile esistere di ora
in ora allinea me e le siepi
all'ultimo tremore
della diletta luna,
vocali foglie emana
l'intimo lume della valle. E tu
in un marzo perpetuo le campane
dei Vesperi, la meraviglia
delle gemme e dei selvosi uccelli
e del languore, nel ripido muro
nella strofe scalfita ansimando m'accenni;
nel muro aperto da piogge e da vermi
il fortunato marzo
mi spieghi tu con umili
lontanissimi errori, a me nel vivo
d'ottobre altrimenti annientato
ad altri affanni attento.

Sola sarai, calce sfinita e segno,
sola sarai fin che duri il letargo
o s'ecciti la vita.

Io come un fiore appassito
guardo tutte queste meraviglie

E marzo quasi verde quasi
meriggio acceso di domenica
marzo senza misteri

inebetì nel muro.

Andrea Zanzotto
 Vocativo


quasi come in un soffio
il vento appaga il respiro
e un fiato riprende vigore;
là dove sosta la mia anima
è verde accecante e dolce
di questa prima, vera, dolcezza
che nuova si spande e placa
il sordo furore si acquieta... 

venerdì 23 marzo 2012

Storiella di marzo

Marzo è un fanciullo che ride da un occhio,
dall'altro piange.
Sua mamma lo tiene su un ginocchio
a cavalluccio, lo bacia sulle guance.
"Com'è, figliolo, che di qua bruci
e di là agghiacci?"
Marzo non sa; spalanca le luci,
poi si nasconde nei suoi stracci.
"Fa' un po' di sole, che devo lavare
la camicina bella nuova".
Il bimbo corre fuori, a guardare
'l'aria che brilla tra la piova.
Tocca lo spino, tocca il pesco,
e tutto è in fiore sotto ,il sole.
Nel campo il grano si leva dal cespo,
il vento odora di viole.

Diego Valeri



anche il colore delle viole mi piace,
un umile fiore che macchia il prato,
gli anfratti ombrosi dei fossi;
mi piace la violetta, sfuma all'azzurro
e mi rende conscio del senso di rinascita...




giovedì 22 marzo 2012

Confidare

Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.

Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.

Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.

Antonia Pozzi
8 dicembre 1934


ora che l'ansia è assai forte,
adesso che manca il respiro,
cerco tra i visi conforto
e mi piego alla vita, al mio flusso;
insieme con questo fardello
inseguiamo chissà quali chimere
e non siamo che un esile rivolo
che scorre nascosto nel prato...

mercoledì 21 marzo 2012

Dialoghi di primavera

Il bimbo dice:
« Quel vostro nido è piccolo,
rondini come fate?
I vostri figli crescono
e ormai più non ci state! »
Le rondini:
«Ci stiamo, sì! Stringendoci
così tutti vicini;
stanno più caldi e morbidi
i nostri rondinini;
poco posto si tiene,
quando ci si vuoI bene! »

Lina Schwarz


incubi notturni non frenano
la voglia che in me dilaga
di sole, di luce e colori;
un attimo di respiro pieno
e saluti di uccelli nell'aria...

martedì 20 marzo 2012

ANGOSCIA

Non vengo questa sera per il tuo corpo, o bestia
Che i peccati d'un popolo accogli, né a scavare
Nei tuoi capelli impuri una triste tempesta
Sotto il tedio incurabile che versa il mio baciare:

Chiedo al tuo letto il sonno pesante, senza sogni,
Librato sotto il velo segreto dei rimorsi,
E che tu puoi gustare dopo le tue menzogne
Nere, tu che del nulla conosci più che i morti.

Poi che il Vizio, rodendomi l'antica nobiltà,
M'ha come te segnato di sua sterilità;
Ma mentre nel tuo seno di pietra abita un cuore

Che crimine o rimorso mai potrà divorare,
Io pallido, disfatto, fuggo col mio sudario,
Sgomento di morire se dormo solitario.

Stephane Mallarmè


contemporanee fughe indietro
spostano il corpo in assetto insicuro,
piove sui nostri discorsi
e il vento lacera il velo;
istranti preclusi abbagliano
immagini appena colte,
mi stendo nel buio e gli occhi
non sanno altro che guardare...

lunedì 19 marzo 2012

Amare, andare, non è cessato il tuono

Amare, andare, non è cessato il tuono,
calpestare l'angoscia, andare a piedi nudi,
spaventare i ricci, ripagare col bene
per il male del mirtillo con la ragnatela.

Bere dai rami che battono sul viso,
l'azzurro di rimbalzo solcando:
«Allora è l'eco?» -e alla fine
smarrirsi nei baci.

E come in una marcia, vagare coperto di lappole.
Al tramonto sapere che più vecchio è il sole
di quelle stelle e di quei carri d'avena,
di quella Margherita e della taverniera.

Perdere la lingua, abbonarsi
alla tempesta di lacrime negli occhi delle valchirie,
e nell'ardore con tutto il cielo ammutolito,
affogare gli alti tronchi nell'etere.

Sdraiati, raccogliere, tra le spine, brandelli
gli eventi degli anni, come pigne d'abete:
strada battuta, discesa di Korcma;
albeggiava; gelavamo; mangilivamo pesce.

E una volta crollati intonare: «Canuto,
andavo e caddi senza forze. Un tempo
soffocava la città con il loglio
bagnatosi nelle lacrime delle mogli dei soldati.

Nell'ombra delle lunghe aie illuni,
negli ardori delle fiasche e delle spezie,
forse, anch'egli è vecchio
e in seguito pure creperà».

Cosl cantavo, cantavo e morivo.
E morivo e tornavo
alle mani di lei, come boomerang,
e, per quanto mi ricordi, dicevo addio.

Boris Pasternak


un unico stelo sostiene
l'incauto assetto nel temporale;
ora piove e, dopo il vento,
l'acqua dilava la vita
che scorre a fiotti nel terreno...

domenica 18 marzo 2012

Fissità

Da me a quell'ombra in bilico tra fiume e mare
solo una striscia di esistenza
in controluce dalla foce.
Quell'uomo.
Rammenda reti, ritinteggia uno scafo.
Cose che io non so fare. Nominarle appena.
Da me a lui nient'altro: una fissità.
Ogni eccedenza andata altrove. O spenta.

Vittorio Sereni



risapute ombre si affacciano
alle soglie delle cose più vane
nel percorrere fantasiosi riscontri
riperdo il contesto e mi fermo;
il pensare si pesa alle voglie
che irrorano ancora il mio volto...

sabato 17 marzo 2012

NEL FOGLIAME ROSSO DI CHITARRE PIENO...

Nel fogliame rosso di chitarre pieno
sventola delle fanciulle la gialla chioma
allo steccato dove girasoli stanno.
Tra nuvole passa un carro dorato.

Nella pace di ombre brune tacciono
i vecchi che si abbracciano tonti.
Gli orfani dolcemente il vespro cantano.
Nei vapori gialli ronzano le mosche.

Al ruscello ancora fanno il bucato le donne.
Gli appesi panni ondeggiano.
La piccina che mi piacque a lungo,
di nuovo ritorna nel grigio della sera.

Dal cielo tiepido precipitano
rondini in verdi buchi di putrescenza pieni.
All'affamato illude guarigione
un profumo di pane e di aspre spezie.

Georg Trakl


Alexis Auguste Delahogue, Carovana nel deserto

lontane isole del nulla
sfidano le nebbie della mente
in un diminuito bisogno di senso
come ancestrale richiamo;
flebili suoni ovattano
le grida in lontananza;
dov'è la mia vita?
cos'è questo umore?
dolente note rintoccano
le vie della sete,
le strade di Damasco
e le città morte della Siria...

venerdì 16 marzo 2012

tra nuovi colori e vecchie condizioni
passo giornate a pensare
di dubbi correnti, di vita,
riarse le labbra si screpolano
quando accenno un sorriso
e il dolore si stempera in pianto
e nel lieve sussulto del cuore...
 
 
I giardini di Marzo

Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti
io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli
Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "tu muori
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è

Mogol-Battisti

giovedì 15 marzo 2012

SOGNO D'OMBRA

Rantolo d'avo, rantolo d'infante.
Par l'uno il cigolìo d'un abbaino
a cui percuota l'aquilone errante:

l'altro e come a fior d'acqua un improvviso
vanir di bolla, donde un cerchiolino
s'apre ogni volta e scivola nel viso.

Vissero. Quanto? le pupille fisse
chiedono. Uno la gente di sua gente
vide; l'altro, non sé. Ma l'uno visse
quello che l'altro: un sogno d'ombra, un niente.

Giovanni Pascoli
Myricae


lunghe feritoie del buio
invitano a luoghi e distese
in cui essere liberi, vivi;
nel quantum del tempo
ritrovo lo spazio e storno
dal viso le ombre notturne...

mercoledì 14 marzo 2012

Farfalle

Se piove
non vedi farfalle
volare, nel piano.
Scomparse, nascoste ....Ma dove?
Dentro le primule gialle,
nel calice del tulipano...
Farfalle di cento colori
trovan rifugio nei fiori.

Rabindranath Tagore


e nel volo leggero risveglio
voglia di colorati spazi
circondati da vento e profumi;
come un nulla di speme
riesco a dardeggiare
i miei alati riflessi argentati...

martedì 13 marzo 2012

While my guitar gently weeps

I look at you all
see the love there that’s sleeping
While my guitar gently weeps
I look at the floor
and I see it need sweeping
Still my guitar gently weeps
I don’t know why nobody told you
how to unfold you love
I don’t know how someone controlled you
they bought and sold you
I look at the world and I notice it’s turning
While my guitar gently weeps
With every mistake we must surely be learning
Still my guitar gently weeps
I don’t know how you were diverted
you were perverted too
I don’t know how you were inverted
no one alerted you
I look at you all see the love there that’s sleeping
While my guitar gently weeps
I look at you all
Still my guitar gently weeps
Oh oh oh
oh oh oh oh oh oh oh
oh oh oh oh oh oh
Yeah yeah yeah yeah
yeah yeah yeah yeah

Geroge Harrison


le mie chitarre sognano,
riposte nel loro mondo di musica,
abili dita che le percorrano
e ne traggano suoni e temi;
hanno corde un pò vecchie
ma le casse armonizzano ancora;
non stanno dormendo, ora sognano,
tanto hanno pianto e suonato...


Mentre la mia chitarra piange dolcemente

Ti guardo tutta
vedo l’amore lì che dorme
Mentre la mia chitarra piange dolcemente
Guardo il pavimento
e vedo che ha bisogno di essere spazzato
La mia chitarra piange dolcemente, ancora
Non so perché nessuno t’abbia detto
Come spiegare il tuo amore
Non so come qualcuno ti abbia controllata
Ti hanno comprato e venduto
Guardo il mondo e mi accorco che sta girando
Mentre la mia chitarra piange dolcemente
Con tutti gli errori da cui sicuramente dovremo imparare
La mia chitarra piange dolcemente, ancora
Io non so come tu sia stata dirottata
eri pervertita anche tu
Non so come tu sia stata invertita
nessuno ti avvisato
Ti guardo tutta, vedo l’amore lì che dorme
Mentre la mia chitarra piange dolcemente
Guardo il pavimento
La mia chitarra piange dolcemente, ancora
Oh oh oh
oh oh oh oh oh oh oh
oh oh oh oh oh oh
Yeah yeah yeah yeah
yeah yeah yeah yeah

George Harrison