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martedì 31 maggio 2016

Gli amanti ciechi, di Leopoldo María Panero

Gli amanti ciechi
 
Erano ciechi gli amanti,
sono soli
                                    mais tombait la neige
faceva pena vederli quando da soli dicevano
di essere uniti, e piangevano,
e adoravano il nulla sull’altare dell’amore.
Quand tu seras bien vieille
                                     scoprirai che il tempo
è l’unica certezza, brucia i volti
e incenerisce l’anima
e che alla fine soltanto l’illusione del ricordo
ti dirà che non fosti, in quel bacio, da solo.

Leopoldo María Panero
Traduzione di Alesssandro De Francesco
La poesia della crudeltà
 
 
amanti e amore, passione,
grovigli di amplessi e gioie;
amanti, poi viene tristezza,
qualche volta diviene livore...

lunedì 30 maggio 2016

Canzone di "Peer Gynt", di Henric Ibsen

Canzone di  «PEER GYNT»

Forse l'inverno e la primavera passeranno,
l'estate anche e tutto l'anno.
Ma io so che tornerai, lo so con certezza;
t'aspetterò come l'ultima volta ti ho promesso.
Che Dio ti dia le forze, non importa dove ti troverai nel mondo.
Che Dio ti sia buono, quando apparirai ai suoi piedi.
Aspetterò quaggiù fin che tu torni,
E se è lassù che tu mi attendi, lassù ci troveremo, amico!
 
 Henrik Ibsen
 
 
Grieg..., ricordo,
ascoltavo e pensavo,
studiando, studiavo;
anni luce, ieri...

domenica 29 maggio 2016

Don Felice, di Gujil

Filo spezzato,
pensando ai suoi libri,
ai suoi tanti cari;
vai dove volevi,
vai dove pensavi;
ciao silente compagno ,
ci vediamo dove tu sai,
salutami chi puoi.
 
Gujil
 

sabato 28 maggio 2016

Rancore, di Amalia Guglielminetti

Un rancore
 
Non so che sorda ostilità mi armasse
ieri contro di te. Forse un rancore
oscuro alla guerriglia acre mi trasse.

Pareva che un sottile aizzatore
incrudisse il mio riso ed il mio gesto,
accosciato nell'ombra del mio cuore.

Amore è il tuo avversario: non già questo
che a tratti or sì, or no, fra noi balena,
ma un altro, assai nel mio cuore più desto.

 
Quel che fu dono non offerto, pena
non detta, slancio trattenuto in me.
Il vampo di follia, la vita piena

 
in cui non mi travolse altri, nè te.
 
Amalia Guglielminetti
da "Le seduzioni"
  
 
anche noi, rancorosi, irati,
a volte anche rissosi, imbronciati;
le pene, gli amori e le rose,
un senso di classe, di assoli...

venerdì 27 maggio 2016

Nel profondo, di Arturo Graf

Nel profondo
 
Dentro l’anima mia, dove ruina
Il fondo e il cieco abisso si spalanca,
Quando la notte in ciel siede regina
Suona una voce dolorosa e stanca;

E un vasto e sordo fremere di pianti
Sale pel bujo che s’addensa quivi;
Come un fiotto d’ignude anime erranti.
Come un lamento di sepolti vivi;

E sospiri pel negro aer travolti,
E fioche voci dai singhiozzi rotte:
Son l’anime dei morti e dei sepolti
Che si destan piangendo a mezzanotte.
 
Arturo Graf
 
 

giù, più in fondo,
nel profondo;
giù, più in basso,
come un sasso...

giovedì 26 maggio 2016

Ujamaa (per Julius Nyerere), di Wole Solyinka

Ujamaa
(per Julius Nyerere)
 
Il sudore non è un tributo ma è il lievito
Che si affida alla terra. La terra florida non chiede
Che sulla terra si fatichi per renderle omaggio.
Il sudore è il lievito della terra e non un tributo
Che si deve a una divinità barricata in una fortezza.
Sono le mani nere della tua terra
Che liberano le speranze dalle catene
Messaggere di morte, dall’inbreeding
Di dogmanoidi più mortiferi della Morte,
Insaziabili predatori di carne umana.
Il sudore è lievito, pane, Ujamaa
Pane della terra, per la terra
Dalla terra. La terra è tutta la gente.

Wole Solyinka
La furia del dio del ferro
Traduzione di Luigi Sampietro
 
 
dedicare a qualcuno,
qualcosa, una frase, un concetto,
pensieri storni a volte,
a volte parole d'amore...

mercoledì 25 maggio 2016

Le posizioni del dolore, di Vivian Lamarque

Le posizioni del dolore
 
Perché non trovarti mai le vene?
macchiarti le tue braccia di neve
così? E io non trovavo l’infermiera
per domandare e i visitatori non
trovavano la stanza per visitare
e tu non trovavi il telecomando
che pure era lì, quello per sollevare
il letto, per cambiare ogni due ore,
tutte le posizioni del dolore.

Vivian Lamarque
Madre d'inverno
 
 
qualcuno soffre, in ogni dove,
il dolore è parte di noi,
scava e tempra, fa male;
da qualche parte un po' di cielo...

martedì 24 maggio 2016

Richiamo, di Faraj Bayraqdar

Richiamo
 
Il tuo richiamo di colomba mi insegue la sera.
Inseguimi allora.
È come il vino della poesia quando mi chiami
e io per causa tua
spingo i cavalli alle lacrime
piego le ali agli uccelli
vado al di là del canto.
Il tuo richiamo è un'altalena
e la distanza uno stretto
uno stretto nell'assenza.
L'albero del cuore basta
se cade la nostra brezza
e cadiamo con lei?
È fatto del nostro sangue l'albero del cuore
o è solo illusione?
Una domanda che mi ossessiona meteora dopo meteora
una rosa due rose
mi dormono sul braccio
e l'alba s'insinua azzurra
perché si bagni la rugiada
perché io la veda.
Per questa domanda gazzella
per quel che ci terrà imprigionati
nella rete della risposta
perché il cielo non si restringa.
Libererò uno stormo di giovani colombe
e aprirò le mie mura al loro domani.
Se mi annegheranno nel richiamo
annegherò
e se mi sveglieranno
lascerò aperta la finestra del sogno
e dormirò.
 
Faraj Bayraqdar
Traduzione di Elena Chiti
Una colomba ad ali spiegate
 
 
volare, ali spiegate,
verso lidi e orizzonti,
volare a picco,
fermi indomiti, soli...

lunedì 23 maggio 2016

Après la guerre, di Wole Solyinka

Après la guerre
 
Non nascondete le cicatrici
Nella distilleria dove si spilla il sangue
ho sentito un odore
famigliare di narcotici
Non nascondete le cicatrici
 
Il nostro comune rizoma di carne quando
lo si calpesta dentro la terra si attrezza contro
la morte e tutto bardato si lancia in direzione
del sole se non altro per il timore di scoprire
che il guscio è vuoto e che lo stelo degli ultimi
germogli affonda in un nulla di contraffazioni
Non strappate la pelle della terra
per coprire i tagli della pelle del tamburo
 
Non nascondetevi sotto una crosta
trasformando il dolore nel lamento
a mezza bocca di un pagliaccio con le bende
dipinte sulla maschera e la gola secca
per mancanza di bile, un cuore
di pezza e il ghigno di un teschio
che cerca di aggirare la severità
dell’esorcismo.
 
Le pitture non durano. E voi lasciate
che a seguire un cuore che pulsa
come un pezzo di legno siano quelli
che vanno dietro all’ultima onda.

Wole Solyinka
Traduzione di Luigi Sampietro
La furia del dio del ferro
 
 
ancora ci prendiamo a sassate,
solo che i sassi uccidono di più,
ancora stupidi e stupiti
perdiamo il senso del vivere...

domenica 22 maggio 2016

Domenicale #3

scampoli di ricordi,
amici ritrovati, provati da tempo
e intemperie...eppure,
ritorni così placano ire,
eppure si pensa ancora e si dice;
cullati da sogni arranchiamo
la china del nostro vivere...
 
Gujil
 
 

sabato 21 maggio 2016

Il Nenufaro, di Henrik Ibsen

Il Nenufaro
 
Guarda, mio tesoro adorato!, ti porto
questo fiore dalle corolle di diaspro
che sul tacito flutto l'onda
cullava in un sogno primaverile.

Vuoi portarlo fino a casa tua?
Allora, órnatene il seno, mia diletta!
E sotto le sue foglie sarà nascosta
un'onda profonda e silenziosa.

Fanciullo, guardati dal sognare
troppo vicino al flutto traditore!
L'ondina simula il sonno
sotto i gigli intrecciati.

Il tuo seno, o diletta!, è questo flutto leggero;
pericoloso è sognargli vicino.
I gigli s'intrecciano alla superficie
e l'ondina simula il sonno.
 
Henrik Ibsen
 
 
parole strane, strane cose,
qualche volta, spesso,
l'ignoranza prevale
e ci si sente stupidi...

venerdì 20 maggio 2016

Difesa, di Arturo Graf

Difesa
 
Che giurai? che promisi? Allor che il petto
La forsennata passïon ti morse,
Fors’io ti lusingai? ti diss’io forse:
T’amo; l’amor che prima m’offri accetto?

Tacqui: ricordi? al labbro mio non corse
La vigliacca menzogna: il novo affetto
T’ingombrava la mente, ed il sospetto
Del ver ch’io non celava in te non sorse.

Or perché piangi, e te tradita stimi,
E me sleal? guardami un tratto in volto,
Le mie parole nella mente imprimi:

Lungi da te, sott’altro ciel, nel folto
D’una selva, una tomba infra sublimi
Cipressi albeggia: — Ivi è il mio cor sepolto.
 
Arturo Graf
 
 
spesso indifendibili animi,
troppo sovente attesi
gli spioventi aguzzi
ritrattano cose passate...

giovedì 19 maggio 2016

Due sigilli, diFaraj Bayraqdar


Due sigilli
 
Non è una farfalla soffocata
per ridestargli il cuore
una campana di fiori di melograno.
Non è altro che lui
che forse le dice:
smetti farfalla azzurra
smetti mia nostalgia
di non avere approdo.
 
L’ombra si appoggia agli alberi
e i ricordi alla fatica.
Non sei rovine perché ti pianga
né i poeti mi somigliano quando piangono.
Riportami la brezza
che è passata sul grano
la brezza signora dei campi
la brezza signora dei cavalli
la brezza signora dei giunchi.
 
Non è una colomba che canta
per bagnare il cielo.
Mia moglie.
Nostra figlia.
Due gazzelle scacciate
che baciano con due sigilli di rugiada
la mia anima e si allontanano.
Lampo
sii ombra ai loro passi.
Orizzonte
cingile con il mio cuore
e forse... ritarderemo il temporale.

Faraj Bayraqdar
Una colomba ad ali spiegate
Traduzione di Elena Chiti
 
 
sigillo nel cuore, nell'anima,
eppure a volte si infrangono,
come nei sogni si rompono
e si ritorna ad amare...

mercoledì 18 maggio 2016

Il plenilunio, di Antonis Fostieris

Il plenilunio
 
Niente, non aspetto piú niente da te, cielo,
Dovunque mi aggrappi cado con fragore
Dal tuo tetto d’aria colmo di conchiglie
Dal mazzo arrugginito delle tue stelle;
Una luna spropositata sorge in me
S’ingrossa minacciosa sui miei crinali
Sorgerà un plenilunio a frantumarmi.
 
Antonis Fostieris
Nostalgia del presente
traduzione di Nicola Crocetti
 
 
luna piena e luce,
quasi crepuscolare, gozzaniana;
sospiri sotto la luna,
respiri nella notte...

lunedì 16 maggio 2016

Quando l'amore vola, di Walter de la Mare

Quando l’amore vola
 
Quando vola a te l’amore
neanche un cenno ti tradisca –
le ali, un frullo lieve di civetta,
di sabbia gli occhi accecati –
e proprio devi, sospira,
ma apponigli il sigillo.
 
Né un cenno ti deve tradire
quando via da te volerà.
Poiché – lo sai – di te si stancherà,
non ne puoi dubitare.
I tuoi sussulti dovrai soffocare.
Il cuore abbia pazienza:
per sempre dovrai farne senza.
 
Walter de la Mare
Traduzione di Silvio Raffo
Fiori d'ombra
 
 
amore, un tempo, ieri,
oggi affetto e reciprocità;
amore, passione,
unito in slanci ancestrali
mi dolgo, ricordo, rivedo...

domenica 15 maggio 2016

Domenicale di Maggio #2, di Gujil

raggio di sole
poca aria nel cielo,
un commento di blu,
vedo, sento;
aroma di caffè riporta
sul solito binario
la vita.
 
Gujil
 
 

sabato 14 maggio 2016

Al ruscello di Kilmartin, di Christopher Whyte

 
Al ruscello di Kilmartin
 
Mi piacerebbe avere la natura del ruscello
che scorre limpido e chiaro sotto Kilmartin.
 
Puoi vederlo passare rapido sotto il ponte
d'acciaio che attraversa la strada dell'albergo.
 
Chiunque ti vedesse chino,
intento a scrutare le acque,
 
direbbe che stia guardando in uno specchio.
Però non afferrerai nessuna immagine,
 
non vedrai che il fluire frettoloso
della sostanza del ruscello, oppure i pesci
 
che si fermano, tremando come bussole
a indicare la direzione del flusso. Per quanto sia grande
 
il piacere che trovano in quella frescura inesauribile,
per quanto piacerebbe anche a me essere un pesce,
 
se potessi, sceglierei di essere il ruscello,
senza sapere dove risiederebbe la mia essenza,
 
se nell'eterno ricambio delle acque,
o nelle rive che mi darebbero legge e forma
 
Christopher Whyte
 
 
ridente ruscello, si dice,
rio Bo, mi ricorda;
eppure il mondo è là,
fuori e dentro di me...

venerdì 13 maggio 2016

Museo, di Henryk Ibsen

Nel Museo
.
Squisita creatura,
accanto al cavalletto
intenta essa sta
nel museo.

Ma a quale sorgente di bellezza
beve essa mai?
Ricopia
la Madonna del Murillo!

Con l'occhio smarrito
e lo sguardo lontano,
immagina
opere di bellezza.

Dopo diciotto anni,
ritorno
spinto dal ricordo
delle ore benedette della giovinezza

appassita:
davanti al cavalletto sta sempre
la stessa donna intenta
nel museo.

Ma che cosa è questo?
Sempre la stessa cosa?
La stessa copia graziosa
del Murillo?

Sì, la donna è sempre là;
guadagna penosamente la vita
copiando soggetti sacri,
e ricordi per turisti.

Così trascorsero
uniformemente i suoi anni.
Ha soffocati i rimpianti,
i suoi capelli sono incanutiti.

Con l'occhio smarrito
e lo sguardo lontano,
immagina sempre
opere di bellezza.
 
Henryk Ibsen
 
 
quanti visti, troppi sfiorati,
ho gli occhi pieni di cose,
pieni e convinti;
ora è stanchezza...

giovedì 12 maggio 2016

Viaggio, di Wole Solyinka


Viaggio
 
Non penso mai di essere arrivato, anche se sono
alla fine del viaggio. Ho preso una strada lontana
dalle vette ma fatta di domande e che mi porta giù
verso una casa, a quell’altra terra. So che la mia carne
intaccata dai morsi è scampata alla frenesia
dei pesci dentro la ruggine delle chiglie...
Ma me li sono lasciati dietro nel mio cammino
 
e così è andata col vino e col pane
Non li ho mai divisi con la sconfitta né con la fame
Me li sono lasciati dietro nel mio cammino.
 
Non penso mai di essere arrivato, anche se un segno
d’amore e di benvenuto mi attraggono verso casa
Gli usurpatori brindano nella mia coppa
ogni banchetto un’ultima cena

Wole Solyinka
La furia del dio del ferro
Traduzione di Luigi Sampietro
 
 
un viaggio ancora,
finirà, come tutti, in un dove
che ancora non si sa,
ma finirà...

mercoledì 11 maggio 2016

Esortazione, di Arturo Graf


Esortazione
 
Anima mia, come un ruscel di pura
Vena, che tragga, mormorando al vento,
Il lucente e sottil serpeggiamento
Tra le selci e la sabbia alla pianura,

Tu va pel mondo; assai aspro il cimento,
Assai la via ti parrà forte e dura;
Tu non temer, ma per la valle oscura
Traggi cantando il filo tuo d’argento.

Corri tra ’l limo e tergi la proclive
Zolla, ma l’immortal lampo del sole
Specchia nell’onde intemerate e chiaro.

Nutri dell’umor tuo sulle tue rive
Purpuree rose e pallide vïole
E senz’angoscia affretta il corso al mare.
 
Arturo Graf
 
 
quante volte ho chiesto, pregato,
spesso esortazioni a non finire;
povero e solitario come passero stanco,
ora qualcosa è cambiato...forse...

martedì 10 maggio 2016

Struttura, di Alfred Kolleritsch

Struttura
 
Che cosa aspetta dall’ultima volta,
tenuto in caldo dallo sguardo all’indietro,
tracce di mele, libri, ombre,
tracce di angoscia, qualcosa di annullato, la felicità?
È nella profondità della camera,
là lo sguardo di lei, il respiro fino all’insuperabile,
comune esser soli.
 
Nessuna parola dovrebbe sfuggire,
neppure un granello di polvere,
quel che è rimasto indica,
nulla promesso, cose vissute
catturate dai giorni,
risalendo il fiume qualcosa è in fuga.
 
Il ritorno fino alla sorgente,
a casa nell’erompere,
lo scomparire
si vela,
va oltre la sorgente,
libero di niente.
 

Alfred Kolleritsch
La somma dei giorni
Traduzione di Riccarda Novello
 
 
fuggire, sempre strutturati,
che senso avrebbe la via,
bisogna percorrere le strade,
poi, da qualche parte, si arriva...

lunedì 9 maggio 2016

Le vecchie, di Ghiannis Ritsos

Le vecchie
 
Si legano basso sugli occhi il fazzoletto nero.
Hanno una madia, una pignatta; i figli non li hanno.
La sera cenano da sole. Non parlano.
Sentono il vento che agita il granoturco secco
o l’acqua che scava buche nel campo abbandonato
risciacquando le ossa dei morti. Sentono anche la luna
che tutta notte abbaia alla civetta antica
e ogni cosa è così docile come se mancasse da secoli..

Ghiannis Ritsos
La poesia delle cose
Traduzione di Nicola Crocetti
 
 
quante ne vedo, ne sento,
eppure negli occhi hanno ancora
la loro vita, quella andata,
consumata in sorrisi o soprusi...

domenica 8 maggio 2016

Maggio, di Giorgio Caproni

Maggio
 
Al bel tempo di maggio le serate
si fanno lunghe; e all’odore del fieno
che la strada, dal fondo, scalda in pieno
lume di luna, le allegre cantate
dall’osterie lontane, e le risate
dei giovani in amore, ad un sereno
spazio aprono porte e petto. Ameno
mese di maggio! E come alle folate
calde dall’erba risollevi i prati
ilari di chiarore, alle briose
tue arie, sopra i volti illuminati
a nuovo, una speranza di grandiose
notti più umane scalda i delicati
occhi, ed il sangue, alle giovani spose.
Giorgio Caproni
 
 
Maggio, coraggio,
auguri mamma,
l'anno è quasi a metà,
il tempo passa,
primavera avanza...

sabato 7 maggio 2016

Infinitamente umido,... di Gujil

 
infinitamente umido,
questo istante di acqua;
nel filo denso del senso
annaspo, quasi annego;
acqua nell'immenso
che sono stato,
che sono ora...
 
Gujil
 
 

venerdì 6 maggio 2016

Brezze di maggio..., di James Joyce

Brezze di maggio, danzanti sul mare!
 Via che danzate di solco in solco
 il girotondo esultante, mentre in alto
 vola la spuma a farsi ghirlanda
 d’argentei archi gettati sull’aria,
 vedete l’amor mio da qualche parte?
 Ahimè! Ahi!
 Brezze di maggio!
 Amore è misero se il suo amore è assente.

 
James Joyce
da "Musica da camera"
 

Maggio è duopo,
verso la fine i fatti,
nel sole, col caldo,
primavera vicino all'estate.

giovedì 5 maggio 2016

Ritornello al sereno, di Leonardo Sinisgalli

Ritornello al sereno
 
 La scala è lunga, la mia sposa è bella
 vado cantando all'aria delle stelle.
 
Leonardo Sinisgalli
 
 
 
forse è la mia voglia di sole,
forse è la solitudine,
quella dentro, profonda;
o sono solo io...

mercoledì 4 maggio 2016

Lasciami pensiero, lasciami,... di Luis Garcìa Montero

Larra
Primavera del 1836
 
 Lasciami, pensiero, lasciami,
 domani sarò tuo,
 tornerò ad essere la tua preda.
          Ma oggi,
 mentre la luce graffia sugli alberi e chiede
 un’opportunità,
 voglio che mi accolga l’inutile primavera.

Alla casa del freddo
 ritornerò domani, quando il tempo
 esponga le sue ragioni
 e il cuore domandi
 ciò che manca da vedere,
 quanti battiti ancora
 gli restano prima d’arrestarsi.

Luis García Montero
Traduzione di Gabriele Morelli
La poesia complice
 
 
Primavera e ansia,
ansia e sole,
sole e solo;
così oggi mi sento...

martedì 3 maggio 2016

Mediterraneo, di Derek Walcott

Mediterraneo
 
Sono nata per vagare, senza riposo
In vesti cerulee sfrangiate di bianco
Che roteano sotto uccelli di mare a cui ho insegnato
          le grida,
Napoli e natiche, con lunghe alghe per capelli,
Viaggiatore che sul mio petto sollevo
Oltre il sapere mortale, la nostra vita un lungo sonno
Finché ci si sveglia a Itaca sotto le lunghe lance
         del sole.

Derek Walcott
Traduzione di Matteo Campagnoli
Odissea. Una versione teatrale
 
 
mare e sole,
abbraccio perfetto;
poi piove e tutto e grigio
tutto sa di tristezza...

lunedì 2 maggio 2016

Maggese, di Gujil

cunicoli,
sempre più stretti,
spazi angusti e ansie;
il cuore mi preme,
la mente dilaga...
 
Gujil
 
 

domenica 1 maggio 2016

Già la pioggia è con noi, di Salvatore Quasimodo

Già la pioggia è con noi
 
Già la pioggia è con noi,
scuote l’aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.
Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d’improvviso un giorno.
 
Salvatore Quasimodo
 
 
dove si dovrebbe stare,
come si dovrebbe essere,
quando si potrebbe vivere,
dove si potrebbe andare...