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mercoledì 31 agosto 2011


Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento"


K. Gibran
 
Vento, Vincent Van Gogh

basta un attimo di vento e siamo aria,
quell'impalpabile segno di effimera gioia
stemperata dal sole e dalla pioggia;
ciò che siamo, non ciò che vogliamo,
un alito di niente nel respiro del mondo
come il raggio che filtra nei rami del bosco...

martedì 30 agosto 2011

Nemesi

Tempo che i sogni umani
volgi sulla tua strada:
la chioma che dirada,
le case dei Titani,

o tu che tutte fai
vane le nostre tempre:
e vano dire sempre
e vano dire mai,

se dunque eternamente
tu fai lo stesso gioco
tu sei una ben poco
persona intelligente!

Cangiare i monti in piani
cangiare i piani in monti,
deviare dalle fonti
antiche i fiumi immani,

cangiar la terra in mare
e il mare in continente:
gran cosa non mi pare
per te, onnipossente!

Giocare con le cellule
al gioco dei cadaveri:
i rospi e le libellule
le rose ed i papaveri

rifare a tuo capriccio:
poi cucinare a strati
i tuoi pasticci andati
e il nuovo tuo pasticcio:

ma, scusa, ci vuol poca
intelligenza! Basta -
di' non ti pare? - basta
il genio d'una cuoca.

Bada che non ti parlo
per acrimonia mia:
da tempo ho ucciso il tarlo
della malinconia.

Inganno la tristezza
con qualche bella favola.
Il saggio ride. Apprezza
le gioie della tavola

e i libri dei poeti.
La favola divina
m'è come ai nervi inqueti
un getto di morfina,

ma il canto più divino
sarebbe un sogno vano
senza un torace sano
e un ottimo intestino.

Amo le donne un poco -
o bei labbri vermigli! -
Tempo, ma so il tuo gioco:
non ti farò dei figli.

Ah! Se noi tutti fossimo
(Tempo, ma c'è chi crede
di darti ancora prede!)
d'intesa, o amato prossimo,

a non far bimbi (i dardi
d'amor... fasciare e i tirsi
di gioia; - premunirsi
coi debiti riguardi),

certo - se un dio ci dòmini -
n'avrebbe un po' dispetto;
gli uomini l'han detto:
ma "chi" sono gli uomini?

Chi sono? È tanto strano
fra tante cose strambe
un coso con due gambe
detto guidogozzano!

Bada che non ti parlo
per acrimonia mia:
da tempo ho ucciso il tarlo
della malinconia.

Socchiudo gli occhi, estranio
ai casi della vita:
sento fra le mie dita
la forma del mio cranio.

Rido nell'abbandono:
o Cielo o Terra o Mare,
comincio a dubitare
se sono o se non sono!

Ma ben verrà la cosa
"vera" chiamata Morte:
che giova ansimar forte
per l'erta faticosa?

Né voglio più, né posso.
Più scaltro degli scaltri
dal margine d'un fosso
guardo passare gli altri.

E mi fan pena tutti,
contenti e non contenti,
tutti pur che viventi,
in carnevali e in lutti.

Tempo, non entusiasma
saper che tutto ha il dopo:
o buffo senza scopo
malnato protoplasma!

E non l'Uomo Sapiente,
solo, ma se parlassero
la pietra, l'erba, il passero,
sarebbero pel Niente.

Tempo, se dalla guerra
restassi e dall'evolvere
in Acqua, Fuoco, Polvere
questa misera Terra?

E invece, o Vecchio pazzo,
dà fine ai giochi strani!
Sul ciel senza domani
farem l'ultimo razzo.

Sprofonderebbe in cenere
il povero glomerulo
dove tronfieggia il querulo
sciame dell'Uman Genere.

Cesserebbe la trista
vicenda della vita e in sogno.
Certo. Ma che bisogno
c'è mai che il mondo esista?

Guido Gozzano
(La via del rifugio)


Nemesis di Alfred Rethel (1816-1859) Olio su tela, 1834 

un ritorno costante di attimi
rileggo le cose di sempre con nuovo sentore,
nel balcone fiorito la grandine ha rotto un nasturzio
eppure una foglia insiste la vita;
una storia qualunque mi ha urtato il pensare
e il contesto confonde il sentiero
in immagini vaghe ed un pò polverose...
le stesse di sempre in una sorta di nemesi...

lunedì 29 agosto 2011

Il silenzio non mi salva

Il silenzio non mi salva
la parola non mi aiuta.
Muri aggiungo muri tolgo.
Più mi scopro più mi nascondo.

Raffaele Carrieri

August Preault, Silenzio

eppure nel silenzio si cerca rifugio,
un argine a quel male che entra affilato
e separa gli strati acuti del dolore;
forse è vero, il silenzio non paga,
si tratta di un effimero senso di distacco
che isola e distoglie dalle cose...
eppure nel silenzio l'essenza si percepisce,
si srotola il dramma quotidiano;
il mio silenzio è greve ed ombroso,
si stampa su labbra da sempre vivaci
di cose da dire e di frasi...

domenica 28 agosto 2011

Cos’è la poesia
 
La poesia è distacco,
lontananza,
assenza,
separatezza,
malattia,
delirio,
suono,
e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza.
È l’abisso che scinde orale e scritto.

Carmelo Bene


lapislazzuli cobalto scintillano
davanti al mio sguardo rapito dai poeti,
da quelli che amo e percuotono i cuori;
inebriato dai versi a volte confondo
sogno, realtà e contingenze,
come un bimbo stupito ed attonito
non sò che sgranare lo sguardo
e il respiro si affretta nel petto...

sabato 27 agosto 2011

Salamandra

Il tuo occhio guarda nel fuoco
la visione brucia
un gelo nutre il seme della luce
nel ghiaccio, la banchisa
celeste si sfa.
Io non so quel che è stato
la terra si cretta, escono scorpioni
il ragno sale al centro della tela
il mare opina
che il sole esiste per tingersi di terra
sulle acque pensieroso.
Non oso, amore, non oso
chiamarti.
Appoggiata a una domanda non é una risposta
ma tutto l'amore del mondo
é una parola.

Piero Bigongiari


infine giunsi dove volli e chiesi,
un prato verde di fresca erba
e suoni nei campi come voci lontane;
chinai la schiena perchè bassa è la terra,
riempii le nari di profumi e odori
e chiusi occhi e mani per meglio sentire...
poi mi scossi, riebbi il controllo,
ripresi un cammino vecchio
che continua da anni e non so dove porta...

venerdì 26 agosto 2011

Amo in te

Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
Amo in te l’impossibile
ma non la disperazione.

Nazim Hikmet


le fitte trame si sfaldano in fili
che da intrecciati ora liberi scivolano
tra le dita sporche del vivere,
si sfalda il concreto in surreali disegni
che ostinano il fato al presente;
amore è parola che spesso ricorre
ma non crede che in sogni fantastici
e si piega a esigenze indiscrete
che spazi comprimono in corpi sudati... 


giovedì 25 agosto 2011

Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l’acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
“Io sono il sole, i cieli, l’amore”.
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l’anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.
(Largo lamento)

Pedro Salinas


il sogno si compone piano, al mattino,
prima del risveglio maltratta la mente
e la accompagna dove mai non è stata,
la avvolge e avviluppa in un abbraccio
che non lascia quasi respirare;
nel contempo l'estate è alla fine
e i rientri, sempre più numerosi,
riportano il consueto a modello del giorno...

mercoledì 24 agosto 2011

D'estate

E cresce, anche per noi
l'estate
vanitosa, coi nostri
verdissimi peccati;

ecco l'ospite secco
del vento,
che fa battibecco
tra le foglie della magnolia;

e suona la sua
serena
melodia, sulla prua
d'ogni foglia, e va via

e la foglia non stacca,
e lascia
l'albero verde, ma spacca
il cuore dell'aria.

Carlo Betocchi

Sul greto del fiume, Sergio Giromel

l'insieme del contesto si stacca
dal senso comune delle cose
e rifluisce in rivoli di ricordi ammucchiati,
come "souvenirs" impallano la scena
e consumano energie limitate,
nel quadro che dipingo le scene
si susseguono a velocità intermittenti
lasciandomi in bocca un vago sentore
di vecchi sapori e nuove fragranze;
volerò basso sul greto del fiume
per placare la mia gola riarsa...

martedì 23 agosto 2011

Il mazzo di fiori

Che fai laggiu’ bambina
Con quei fiori appena colti
Che fai laggiu’ ragazza
Con quei fiori seccati fiori
Che fai laggiu’ bella donna
Con quei fiori che appassiscono
Che fai laggiu’ gia’ vecchia
Con quei fiori che muoiono
Aspetto il vincitore.

Jacques Prevert


acceso, nel tempo che passa,
un cerino rischiara una notte profonda
dove non esiste sentimento alcuno,
dove scivola il dolore nel nulla;
ho conosciuto volti, profili,
a volte indiscreti e duri
eppure, nell'intimo,
veri...

lunedì 22 agosto 2011

A..

Se io avessi una bella forma d'uomo,
allora i miei sospiri entro l'avorio
di codesta conchiglia, il tuo orecchio,
saprebbero echeggiare e il tuo gentile
cuore trovare senza indugio; armato
troppo bene sarei dalla passione
per questa impresa. Ahimè, ma cavaliere
di cui muoia il nemico non son io,
sul petto prominente non mi brilla
corazza alcuna; né un pastor di valle
sono, felice, che per gli occhi d'una
fanciulla gli tremarono le labbra.

Pure bisogna ch'io per te vaneggi,
dolce chiamarti, delle rose d'Ibla
più dolce assai che sentono di miele
quando le impregna una rugiada ricca
tanto che inebria. Ah sì, quella rugiada
gustare voglio, quella mi bisogna,
e quando il viso pallido disvela
la luna voglio andarne raccogliendo
qualche po' con incanti e con malie.

John Keats


inebriato da mille pensieri mi adagio
in questa canicola carica di umidi umori
e rifletto negli occhi un'immagine sola
che occupa spazi infiniti e lontani;
non serve nessuna inferenza,
si trascina nei passi la via da seguire...

domenica 21 agosto 2011

dove l'acqua si frange,
dove il pino intreccia i suoi rami col cielo,
là dove si sente il richiamo del vento...
sereno è colui che sente il fiato del mondo
gentile il fato lo accoglie e lo assolve
mentre il respiro dell'uomo stormisce le fronde
ed è solo profumo di fiori...
là io sto bene...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

sabato 20 agosto 2011

E la donna sta là dove ferve
il fogliame dei prugni e dei meli
e il vento forse si sente
uno scultore felice.

Stephan Scipacev
 
Donna, Giovanni Zito

indicibili segni sconfinano cime annuvolate
e intralciano vie di camminamenti antichi,
le vie dell’Oriente…precluse…
l’effige dal muro benevolmente insorge, protesta,
pere si stacchi e si animi di vita propria;
sono qui, tra i miei monti a scrutare le creste e i dirupi,
in un attimo solo rifletto il mio sole su nuvole alte,
mi insinuo in me stesso e sollevo un dubbio,
quello di sempre, quello che non trova risposte…

venerdì 19 agosto 2011

SENTIMENTALE

Mi metto a scrivere il tuo nome
con lettere di pasta.
Nel piatto, la zuppa si raffredda, piena di squame.
e piegati sul tavolo tutti contemplano
questo romantico lavoro.

Disgraziatamente manca una lettera,
una sola lettera
per finire il tuo nome!

- Stai sognando? Guarda che la zuppa si raffredda!

Io stavo sognando…
E c’é un manifesto giallo in tutte le coscienze:
“È proibito sognare in questo paese.”

Carlos Drummond de Andrade

fresco mattutino nel mio pensiero libero,
attorniato dai rumori di chi si sveglia,
dall'aroma di caffè appena fatto,
dallo svolazzare dei piccioni nel prato;
le labbra si serrano in un ricordo,
uno di quelli belli, ma tristi...

giovedì 18 agosto 2011

IL GREMBO BENEDETTO

Tu incedi fra le tue donne
e spesso sorridi affannata:
sono giunti i giorni dell'ansia.
Bianco sfiorisce alla siepe il papavero.

Come il tuo corpo così bene incurvato
dorata matura la linea al colle.
Lontano risplende dello stagno lo specchio
e la falce tintinna nel campo.

Nelle siepi rotola la rugiada,
rosse le foglie scorrono giù.
Per salutare la sua cara donna
si avvicina a te un moro bruno e rude.

Georg Trakl


le distese si confondono con l'orizzonte,
quello delle mille ricerche, quello anelato;
così ripercorro gli strali e le imprecazioni
alla ricerca del solito senso che sfugge,
s'adombra un volto nel mio immaginario...
ecco che vedo di nuovo, nel sole, nel cuore,
mi sento addosso il peso...adesso...

mercoledì 17 agosto 2011

le mani, le mie mani sul mondo
come una tragico creatore ho dato forme,
lusingato dal fato ho cretao e disfatto;
nel lungo pellegrinaggio ho scoperto,
sepellito, affogato e rincorso
come una preda e come predatore...
non ho tolto nè dato, neppure rubato,
ho sciolto al vento le mie tele strappate
in un tardoromantico gesto d'oblio
e ora veleggio in balia dei fortunali
scrutando per scorgere anelati approdi...

Gentile da Fabriano, S. Nicola placa fortunale di mare, Pinacoteca Vaticana

Sfiducia

Tristezza di queste mie mani
troppo pesanti
per non aprire piaghe,
troppo leggere
per lasciare un’impronta -
tristezza di questa mia bocca
che dice le stesse
parole tue
altre cose intendendo -
e questo è il modo
della più disperata
lontananza.

Antonia Pozzi

martedì 16 agosto 2011

A presto, amico mio, a presto.

Mio caro, sei nel mio cuore.
Questa partenza predestinata
Promette che ci incontreremo ancora.

A presto, amico mio, senza mano, senza parola
Nessun dolore e nessuna tristezza dei sopraccigli.
In questa vita, morire non è una novità,

ma, di certo, non lo è nemmeno vivere.

Sergej Aleksandrovič Esenin


l'incerto in me occhieggia nascosto
in una girandola di ipotesi scremate;
mi manca il suo sguardo, i nostri litigi
e imprimo in un niente il concetto...
le vie precluse mostrano segni
binari si interscambiano nei percorsi
di indicibili destini nei quali ci affrettiamo...

lunedì 15 agosto 2011

Non vedono se stessi gli spazi turchini

Non vedono se stessi gli spazi turchini,
e nel freddo perenne sono limpidi, puri,
non vedono se stesse le montagne nevose,
il fiore non vede la propria bellezza.

Ed è dolce sapere, vagando nei boschi
oppure scendendo da un viottolo alpestre,
che la natura si entusiasma di se stessa
coi tuoi occhi insaziabili.

Stepan Petrovic Scipacev


nel turchese mi piacerebbe affondare
fino a perdere il senso di quello che faccio,
vorrei annullarmi e fondermi al cielo
ma oggi è grigio a Nord;
non c'è requie per le anime grandi,
il connubio col sole, nel sale marino
è un richiamo estivo di quiete..
gli occhi, quelli dentro, vedono oltre...

domenica 14 agosto 2011

Piovete, o baci

Piovete, baci, dolorosi, ardenti.
Dolci, solenni, disperati e santi,
Sugli infelici da la vita affranti,
Sui martiri, sui prodi e sui sapienti.

Piovete sopra i pargoli innocenti,
Sulle mani dei vecchi vacillanti,
Sopra la bocca de le donne amanti,
Sopra la fronte bianca dei morenti.

Piovete sulle teste umili e care
E sui grandi dolor senza parola,
Piovete su le culle e su le bare.

Piovete, baci, onnipotente arcana
Melodia che accompagna e che consola
Il pianto eterno della razza umana.

Edmondo De Amicis


Gustav Klimt (1907), il bacio, Vienna, Österreichische Museum

colsi, nel senso del vento, un sospiro
come fosse distante lasciai che scemasse,
ora è un rivolo quasi riarso quel bacio
 eppure...
là dove il dolore non soffre,
là dove la polla è ancor viva,
ritrovai le mie vuote parole e le usai,
come fossero un solido ponte sospeso
a scavalcare i tormenti dell'animo...
ora, che ancora vacillo
mi aggrappo ad un esile giunco
e fletto nel poderoso maestrale...

sabato 13 agosto 2011


Giorno d’Estate

Giorno d'estate, giorno fatto di sole,
vuote di gente son le strade in città,
appese in aria e contro i muri parole,
ma chi le ha dette e per che cosa chissà.

I manifesti sono visi di carta che non dicono nulla e che nessuno più guarda,
colori accesi dentro ai vicoli scuri,
sembrano un urlo quelle carte sui muri,
sembrano un urlo quelle carte sui muri...

Giorno d'estate, giorno fatto di vuoto,
giorno di luce che non si spegnerà;
sembra d' andare in un paese remoto,
chissà se in fondo c'è la felicità.

Un gatto pigro che si stira sul muro, sola cosa che vive, brilla al sole d'estate;
si alza nell'aria come un suono d'incenso,
l'odore di tiglio delle strade alberate,
l'odore di tiglio delle strade alberate...

Giorno d'estate, giorno fatto di niente,
grappoli d'ozio danzan piano con me,
il sole è un sogno d'oro, ma evanescente,
guardi un istante e non sai quasi se c'è.

Dentro ai canali l'erba grassa si specchia, cerchi d'ombra e di fumo sono voci lontane;
nell'acqua il sole con un quieto barbaglio
brucia uno stanco gracidare di rane,
brucia uno stanco gracidare di rane...

Giorno d'estate senza un solo pensiero,
giorno in cui credi di non essere vivo,
gioco visivo che non credi sia vero
che può svanire svelto come un sorriso.

Vola veloce ed iridato un uccello come un raggio di luce da un cristallo distorto:
vola un moscone e scopre dietro a un cancello
la religiosa sonnolenza d' un orto,
la religiosa sonnolenza d' un orto...
Giorno d'estate, giorno fatto di sole,
vuote di gente son le strade in città,
appese in aria e contro i muri parole,
ma chi le ha dette e per che cosa chissà.

I manifesti sono visi di carta che non dicono nulla e che nessuno più guarda,
colori accesi dentro ai vicoli scuri,
sembrano un urlo quelle carte sui muri,
sembrano un urlo quelle carte sui muri...

Giorno d'estate, giorno fatto di vuoto,
giorno di luce che non si spegnerà;
sembra d' andare in un paese remoto,
chissà se in fondo c'è la felicità.

Un gatto pigro che si stira sul muro, sola cosa che vive, brilla al sole d'estate;
si alza nell'aria come un suono d'incenso,
l'odore di tiglio delle strade alberate,
l'odore di tiglio delle strade alberate...

Giorno d'estate, giorno fatto di niente,
grappoli d'ozio danzan piano con me,
il sole è un sogno d'oro, ma evanescente,
guardi un istante e non sai quasi se c'è.

Dentro ai canali l'erba grassa si specchia, cerchi d'ombra e di fumo sono voci lontane;
nell'acqua il sole con un quieto barbaglio
brucia uno stanco gracidare di rane,
brucia uno stanco gracidare di rane...

Giorno d'estate senza un solo pensiero,
giorno in cui credi di non essere vivo,
gioco visivo che non credi sia vero
che può svanire svelto come un sorriso.

Vola veloce ed iridato un uccello come un raggio di luce da un cristallo distorto:
vola un moscone e scopre dietro a un cancello
la religiosa sonnolenza d' un orto,
la religiosa sonnolenza d' un orto...

Francesco Guccini


la mie estate fatta di solitudine
sta quasi per finire,
me lo dice un'alba striata di nuvole alte,
cirrostrati bianchi come ovatta passano lenti
in una città che ancora dorme, riposa
nell'attesa del giorno di festa...
eppure non sono più tanto triste,
ho raccolto i tanti forse e ho gridato;
un gatto, sul muro, si sta rinfrescando...