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sabato 30 novembre 2013

Nevicata, di Giosuè Carducci

Nevicata

Lenta fiocca la neve pe ‘l cielo cinereo: gridi,
suoni di vita più non salgono da la città,

non d’erbaiola il grido o corrente rumore di carro,
non d’amor la canzon ilare e di gioventù.

Da la torre di piazza roche per l’aere le ore
gemon, come sospir d’un mondo lungi dal dì.

Picchiano uccelli raminghi a’ vetri appannati: gli amici
spiriti reduci son, guardano e chiamano a me.

In breve, o cari, in breve – tu càlmati, indomito cuore –
giù al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò.

Giosuè Carducci

la prima neve,
un cielo grigio;
solo qui penso,
sento pochi suoni,
la luce è fioca...

venerdì 29 novembre 2013

Ricordo, di Giorgio Caproni

Ricordo

Ricordo una chiesa antica,
romita,
nell'ora in cui l'aria s'arancia
e si scheggia ogni voce
sotto l'arcata del cielo.

Eri stanca,
e ci sedemmo sopra un gradino
come due mendicanti.

Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.

Giorgio Caproni



le rovine amate,
quelle lontane
eppure vivide e vere;
un tempo. domani...
forse...

giovedì 28 novembre 2013

Basta che un lume, di Gaetano Arcangeli


Basta anche il lume in fondo alla vallata,
quel lume che ogni sera torna.E' come
quando si dice a un premuroso che
ci si vede, e altro lume non occorre...

Basta il mistero, sulla delusa terra ,
del lume che a intervalli appare e spare,
e avvezzo a sè fa il cuore, come a un palpito...

Basta che un lume, in una lontananza,
si riaccenda nel mondo , a quando a quando

Gaetano Arcangeli


una candela nel buio,
calda d'inverno,
luminosa l'estate;
una piccola luce
a indicare il sentiero,
la via...

mercoledì 27 novembre 2013

la vecchia del sonno, di Aldo Palazzeschi

La vecchia del sonno

Centanni ha la vecchia.
Nessuno la vide aggirarsi nel giorno.
Sovente la gente la trova a dormire
vicino alle fonti:
nessuno la desta.
Al dolce romore dell'acqua
la vecchia s'addorme,
e resta dormendo nel dolce romore
dei giorni dei giorni dei giorni...

Aldo Palazzeschi


dormire, sognare,
riprendersi il tempo
lasciarsi cullare
fuori dal vero, dal reale...

martedì 26 novembre 2013

Les Antiques, di Patrice contamine

Les Antiques

Oblique et coupant l’ombre un torrent éclatant
Ruisselait en flots d’or sur la dalle polie
Où les atomes d’ambre au feu se miroitant
Mêlaient leur sarabande à la gymnopédie…
Patrice Contamine

Jeunesse! Jeunesse

lunedì 25 novembre 2013

Io non conosco..., di Kahlil Gibran

Io non conosco
verità assolute,
ma sono umile
di fronte alla mia ignoranza:
in ciò è il mio onore
e la mia ricompensa.
Kahlil Gibran
la mente assoda
conclusioni e sentenze
le vie percorrono
gioie e dolori...

domenica 24 novembre 2013

Vennero i freddi, di Attilio Bertolucci


Vennero i freddi

Vennero i freddi,
con bianchi pennacchi e azzurre spade
spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali.

Attilio Bertolucci


ore notturne
a guardare il vento;
la pioggia è fredda
novembre finisce...

sabato 23 novembre 2013

Alla luna, di Giacomo Leopardi


Alla luna

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, né cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!

Giacomo Leopardi


vittime ribelli,
ululati e gridi,
come povere fiamme
inondate di pioggia...

venerdì 22 novembre 2013

Musicale, di Anonimo


Musicale

Mattinata di pioggia
tintinna sui vetri,
alba grigia aleggia
su alberi terti;
nel corso del giorno
si perde l'anima
in attesa di atteso ritorno
il cuore si anima.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

giovedì 21 novembre 2013

Poesia, di Umberto Saba

Poesia

È come a un uomo battuto dal vento,
accecato di neve - intorno pinge
un inferno polare la città-
l'aprirsi, lungo il muro, d'una porta.

Entra. Ritrova la bontà non morta,
una dolcezza di un caldo angolo. Un nome
posa dimenticato, un bacio sopra
ilari volti che più non vedeva
che oscuri in sogni minacciosi.
                                                  Torna
egli alla strada, anche la strada è un'altra.
Il tempo al bello si è rimesso, i ghiacci
spezzano mani operose, il celeste
rispunta in cielo e nel suo cuore. E pensa
che ogni estremo di mali un bene annuncia.

Umberto Saba


le rime,
le atmosfere,
sentimenti
e voce;
un sussulto,
una speme
e tutto
tace...

mercoledì 20 novembre 2013

Autunno, di Guillame Apollinaire


Autunno

Se ne vanno nella nebbia un contadino storto
e il suo bue lentamente nella nebbia d'autunno
che cancella le borgate povere e vergognose

Mentre s'allontana il contadino canticchia
una canzone d'amore e d'infedeltà
che parla di un anello e d'un cuore infranto

Oh l'autunno l'autunno ha ucciso l'estate
Se ne vanno nella nebbia due grigie figure.

Guillaume Apollinaire
trad. Renzo Paris
 

leste scie d'acqua
freddano il suolo,
affogano foglie intristite...

martedì 19 novembre 2013

La tua voce, di Juan Gelman

La tua voce
 
La tua voce è oscura
di baci che non mi hai dato
di baci che non mi dai.
La notte è polvere di quest’esilio.
I tuoi baci appendono lune
che raggelano il mio cammino.
E tremo
sotto il sole.
 
Juan Gelman
 
 
anche quando cambia di tono,
anche quando è stanca,
la musica che sento,
quella dell'anima
quella di sempre...

lunedì 18 novembre 2013

I tetti, di Corrado Govoni

I tetti

Dolci pendii dei tetti!
Rosei taluni come dei guanciali
su cui le diafane nubi
abbiano impresse le tenere gote;
altri sanguigni come torchi
di tramonti e d'aurore,
come ceppi per le serali
decapitazioni del sole;
altri nerastri come letti
della funebre notte;
altri madreperlacei come
se la chiocciola della luna
v'abbia lasciata la sua scìa luminosa.
Vecchie vele tignose
conciate dal sole e dall'intemperie,
in secca in un canale senza uscita,
valanghe immobili di neve nell'inverno,
lividi sgocciolatoi
del pianto tedioso
della pioggia autunnale,
logori asciugatoi
dei crepuscoli violetti.
Con le loro ventarole di latta,
con i loro galletti inverniciati
che montano la guardia giorno e notte,
con le indorate baionette
inastate dei parafulmini,
coi loro bianchi e grigi campanili
che sbucan qua e là sottili,
paracarri di mistici confini:
incombono i bigi tetti.
 Una verde speranza d'edera
s'ostina su una gronda;
un glicine dispone lungo un muro
la sua solitaria uva gioconda.
Alla sera, sui tegoli rossi,
a due a due come suore,
fanno la loro scalza passeggiata
le colombe soffuse di pallore;
mentre sopra i leggii degli abbaini
i gatti scorticano l'acrobatica
musica delle stelle
con i loro epilettici violini.

Corrado Govoni


si vede diverso,
dall'alto;
tutto sembra distante,
lontano dal cuore;
vorrei un tetto, una terrazza,
per guardare con dolce distacco...

domenica 17 novembre 2013

Per Jeanne Duval, di Charles Baudelaire

Per Jeanne Duval

Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli. affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, per scuotere dei ricordi nell’aria.
Se tu sapessi tutto quello che vedo! tutto quello che sento! tutto quello che intendo nei tuoi capelli! La mia anima viaggia sul profumo come l'anima degli altri viaggia sulla musica.
I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature: contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su ün cielo immenso dove si abbandona il calore eterno.
Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco, confuso a quello dell’oppio e dello zucchero: nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell'azzurro tropicale; sulle rive lanuginose della tua capigliatura, mi inebrio degli odori combinati del catrame, del muschio e dell’olio di cocco.
Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere. Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi.

Charles Baudelaire
dedica e amore
un perfetto connubio;
leggo e rileggo,
poi penso e sogno...

sabato 16 novembre 2013

Padre, se anche tu..., di Camillo Sbarbaro


 Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
Che la prima viola sull'opposto
Muro scopristi dalla tua finestra
E ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
Di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell'altra volta mi ricordo
Che la sorella mia piccola ancora
Per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
Dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che eri il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

Camillo Sbarbaro
 
 
senza limiti,
col singhiozzo,
la rabbia,
l'impotenza
e l'angoscia...

venerdì 15 novembre 2013

Un dono, di Gandhi

Un dono

Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.

Mahatma Gandhi


infinitesimi granelli
scorrono il tempo;
Padre ritorna!
un grido soffocato
un triste momento...

giovedì 14 novembre 2013

Montparnasse, di Ernest Hemingway


Montparnasse

Non ci sono mai suicidi nel quartiere tra la gente che si conosce
Suicidi riusciti.
Un ragazzo cinese s'ammazza ed è morto.
(continuano a mettergli la posta nel casellario al Dome)
Un ragazzo norvegese s'ammazza ed è morto.
(nessuno sa dov'è andato l'altro norvegese)
Una modella, la trovano morta,
sola nel suo letto e morta assai.
(e non parliamo dei fastidi che tutto questo ha dato
alla concierge)
Olio d'oliva, bianco d'uovo, senapismi, schiuma di sapone
E sonde gastriche salvano la gente che si conosce.
La gente che si conosce la si trova ogni pomeriggio al caffè.

Ernest Hemingway




odori francesi,
nei miei ricordi,
in alcuni rimpianti;
bistrò all'aperto
profumo di mondo...

mercoledì 13 novembre 2013

O mia poesia, salvami. di Alda Merini

O mia poesia, salvami

O mia poesia, salvami,
per venire a te
scampo alle invitte braccia del demonio:
nel sogno bugiardo
agguanta la mia gonna la sua fiamma
e io vorrei morire
per i mille patimenti che m’infligge.
Nulla vale la durata di una vita
ma se mi alzo e divoro
con un urlo il mio tempo di respiro,
lo faccio solo pensando alla tua sorte,
mia dolce chiara bella creatura,
mia vita e morte,
mia trionfale e aperta poesia
che mi scagli al profondo
perché ti dia le risonanze nuove.
E se torno dal chiuso dell’inferno
torno perché tu sei la primavera:
perché dunque rifiuti me germoglio,
casto germoglio della vita tua?

Alda Merini


sento freddo oggi,
ho paura, temo;
non ho più risorse
non so cosa fare...

martedì 12 novembre 2013

Camminerò, canto Navajo

Camminerò

Con il cuore colmo di vita e di amore camminerò.
Felice seguirò la mia strada.
Felice invocherò le grandi nuvole cariche d'acqua.
Felice invocherò la pioggia che placa la sete.
Felice invocherò i germogli sulle piante.
Felice invocherò polline in abbondanza.
Felice invocherò una coperta di rugiada.
Voglio muovermi nella bellezza e nell'armonia.
La bellezza e l'armonia siano davanti a me.
La bellezza e l'armonia siano dietro di me.
La bellezza e l'armonia siano sotto di me.
La bellezza e l’armonia siano sopra di me.
Che la bellezza e l’armonia siano ovunque,
sul mio cammino.
Nella bellezza e nell’armonia tutto si compie.

Tratto dal
canto della Notte dei Navaho


nella luce,
nel torpore,
dietro ai vetri
dietro ad ogni valore
così
te ne vai,
così...

lunedì 11 novembre 2013

Sonno, di Anonimo

Sonno

Nel suo dire,
nella sua foga,
agitano le foglie del noce
il poco verde rimasto;
cade la fretta
accartocciata nel vago.
Improvvisi lasciti
immaginari scolpiti
poi ecco...
un suono, come di nenia
e riprendo il mio sonno.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

domenica 10 novembre 2013

I bambini imparano, di Dorothy Law Nolte

I bambini imparano


Se il bambino viene criticato,
impara a condannare.
Se vive nell'ostilità,
impara ad aggredire.
Se vive deriso,
impara la timidezza.
Se vive vergognandosi,
impara a sentirsi colpevole.
Se vive trattato con tolleranza,
impara ad essere paziente.
Se vive nell'incoraggiamento,
impara la fiducia.
Se vive nell'approvazione,
impara ad apprezzare.
Se vive nella lealtà,
impara la giustizia.
Se vive con sicurezza,
impara ad avere fede.
Se vive volendosi bene,
impara a trovare amore e amicizia nel mondo.

Dorothy Law Nolte


bambino nel sole
come luce che squarcia
aria immota
e colori d'autunno...

venerdì 8 novembre 2013

Allora, di Giovanni Pascoli

Allora

Allora...in un tempo assai lunge
felice fui molto; non ora:
ma quanta dolcezza mi giunge
da tanta dolcezza d'allora!
Quell'anno! per anni che poi
fuggirono, che fuggiranno,
non puoi, mio pensiero, non puoi,
portare con te, che quell'anno!
Un giorno fu quello, ch'è senza
compagno, ch'è senza ritorno;
la vita fu vana parvenza
sì prima sì dopo quel giorno!
Un punto!... così passeggero,
che in vero passò non raggiunto,
ma bello così, che molto ero
felice, felice, quel punto!

Giovanni Pascoli
Myricae


nel fuori,
nei dentro,
come alito spento
come un sospinto velo
di aria immota...

giovedì 7 novembre 2013

Dio mi liberi..., di Kahlil Gibran

Dio mi liberi
dalla saggezza che non piange,
dalla filosofia che non ride,
dall'orgoglio che non s'inchina davanti ad un bambino. 
Dio mi guardi
dall'uomo che si proclama fiaccola
che illumina il cammino dell'umanità.
Ben venga l'uomo
che cerca il suo cammino alla luce degli altri.

Kahlil Gibran


Dio mi ascolti,
quando prego convinto,
quando soffro
o sono sereno...

mercoledì 6 novembre 2013

Cuore. di Antonio De Curtis

Cuore

Ho preso questo cuore mesto e afflitto,
e triste l'ho gettato in mezzo al mare:
ma prima sopra col mio sangue ho scritto...
per non amare più, per non amare

                          Antonio de Curtis (Totò)



c'est la vie!
nel ricordo,
nel sospiro
nel respiro

lunedì 4 novembre 2013

Nel grigio..., di Anonimo

nel grigio Novembre
incede la bruma,
nei boschi nuvole
nei fossi nebbie;
le anime sanno
che è tempo...

Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati


domenica 3 novembre 2013

Aforisma, di John Lennon

La vita
è ciò che ti accade
quando sei tutto intento
a fare altri piani.

John Lennon
 
 
e più vivi
più pensi e ridi
di tutto e di tutti,
qualcuno piange...

sabato 2 novembre 2013

La notte dei morti, di Giovanni Pascoli

La notte dei morti

I
La casa è serrata; ma desta:
ne fuma alla luna il camino.
Non filano o torcono: è festa.
Scoppietta il castagno, il paiolo
borbotta. Sul desco c'è il vino,
cui spilla il capoccio da solo.
In tanto essi pregano al lume
del fuoco: via via la corteccia
schizza arida... Mormora il fiume
con rotto fragore di breccia...
II
È forse (io non odo: non sento
che il fiume passare, portare
quel murmure al mare) d'un lento
vegliardo la tremula voce
che intuona il rosario, e che pare
che venga da sotto una croce,
da sotto un gran peso; da lunge
Quei poveri vecchi bisbigli
sonora una romba raggiunge
col trillo dei figli de' figli.
III
Oh! i morti! Pregarono anch'essi,
la notte dei morti, per quelli
che tacciono sotto i cipressi.
Passarono... O cupo tinnito
di squille dagli ermi castelli!
o fiume dall'inno infinito!
Passarono... Sopra la luna
che tacita sembra che chiami,
io vedo passare un velo, una
breve ombra, ma bianca, di sciami.

Giovanni Pascoli
Myricae, Tristezze


ora piango anche Lei,
nel grigio, nel bigio
di foglie che volano
e vanno nel fango...

venerdì 1 novembre 2013

Song




Your Ghost

If I walk down this hallway, tonight,
It's too quiet,
So I Pad through the dark
and call you on the phone
Push your old numbers
and let your house ring
til I wake you ghost.
Let him walk down your hallway
it's not this quiet
slide down your receiver
sprint across the wire
follow my number
slide into my hand.

It's the blaze across my nightgown
it's the phone's ring.

I think last night
you were driving circles around me.

I can't drink this coffee
til I put you in my closet
let him shoot me down
let him call me off
I take it from his whisper
you're not that tough.

Kristin Hersh