Cerca nel blog

mercoledì 31 ottobre 2012

A volte Dio di Alda Merini

A volte Dio

A volte Dio
uccide gli amanti
perché non vuole
essere superato
in amore.

Alda Merini


non guardate,
non viste,
relegate in discese
vertigine sola
come un bacio,
quello più dolce...

martedì 30 ottobre 2012

Frammento di Anonimo


fragore, dolore, caduta,
un attimo spezza equilibri
a fatica conquiste di mesi;
ritrovo freddezza ma ho sonno
e non posso dormire...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

lunedì 29 ottobre 2012

Gabbiani di Vincenzo Cardarelli

GABBIANI
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.

Vincenzo Cardarelli


un volo diverso ora porta
a venti impetuosi, freddo
preludio alla fine d'autunno;
amche il mare si agita
e la spuma ricopre le orme
che un tempo di sole
calcavano spiaggia dorata...

domenica 28 ottobre 2012

Canto Siox

Rituale delle forze cosmiche

Verso la parte dove nasce il sole
è raccolta gente di ogni tipo
e grandi animali di ogni tipo.
Proprio raccolti tutti insieme, come gente.

Anche gli insetti di ogni genere,
proprio raccolti là, tutti insieme,
da quali mezzi o modi , non sappiamo.
Veramente, uno solo di tutti questi
era il più grande,
ispirante tutti i pensieri,
la grande roccia bianca,
che si erge tanto alta come i cieli,
avvolta nella nebbia,
proprio alta come i cieli.
Così i miei piccoli parleranno di me,
tanto a lungo quanto viaggeranno sul sentiero della vita,
così parleranno di me.

Tali erano le parole, è stato detto.
Poi prossimo nella fila
tu, maschio della gru, stavi
col tuo lungo becco
e il tuo collo, lungo più di tutti,
là, con tuo becco tu colpisti la terra.

Questa sarà la leggenda
del popolo antico, del popolo rosso,
così i miei piccoli parleranno di me.
Poi nella fila stava il maschio
del lupo grigio, il cui urlo
sebbene emesso senza sforzo, faceva veramente
tremare la terra,
tremare anche la stalla di terra.
Tale sarà la leggenda del popolo.

Poi nella fila stava Hega, la poiana,
con il suo collo rosso.
Stava con calma, le grandi ali spiegate,
lasciando che il calore del sole raddrizzasse le sue penne.
Lentamente mosse le ali,
poi si lanciò avanti, benché con sforzo,
dispiegando così una potenza (dono dio Wakonda)
che spesso raccontano i vecchi nei loro discorsi.
 
Sioux omaha
 
 
volo e riaccendo
nel luogo del sonno
le voci ed i suoni;
ritorni e partenze
veghezze e pensieri...

sabato 27 ottobre 2012

Lombardia di Anonimo


Lombardia

Nebbie nascono dai fossi,
brume antiche e immote,
compaiono i pettirossi
sulle piante spoglie e vuote.
Un pensoso vecchio al camino
posa sguardi sul muro,
nelle foto si rivede bambino
ora muove solo passo insicuro.

anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate

venerdì 26 ottobre 2012

Caldarroste di Anonimo


Caldarroste

Aforismi imprecisi accalcano
pensieri autunnali, ventosi,
come l'aria che frange fogliame
ormai quasi ingiallito dal freddo;
pietose emozioni relegano
il cuore in un caldo cantuccio,
caldarroste e un bicchiere di rosso.

anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate

giovedì 25 ottobre 2012

Frammento, di Anonimo


 

soavemente accingo
le mie mani al volto
di chi mi fu guida;
ora spesso giace
in silente pensiero,
la guardo, commosso,
capisco che ora
 lei vola lontano...

mercoledì 24 ottobre 2012

             La Cetra Preziosa

Cetra preziosa, perché cinquanta corde?
Ogni corda, ogni ponticello, un anno di gioventù rammenta.
Zhuang al suo risveglio confuse sé in farfalla, enigma dell’esistenza,
Wangdi in primavera mutò in cuculo e gli affidò il suo pianto.
Perla come una lacrima nel mar profondo di luna splende,
terra di giada calor del sole un fumo esala.
Quanto ancora questo sentimento per diventar ricordo?
Soltanto quel momento ormai perso.

Li Shangyin, 
dinastia Tang


un suono, unico suono,
rompe i silenzi assoluti
e si muove dentro il mio animo;
le vite di sempre collimano
ai miei fianchi caduti,
prostrati più volte...

martedì 23 ottobre 2012

RESISTENZA

Si resistete così
au jour le jour
ora per ora
grati per il sole
per due o tre volti
luminosi
e per il vento fresco
che biseca le cime dei cipressi
avvolgendo vaporosamente
la forsythia matura.

 Gianni Gasparini 
1993, da Luce in Nuce


non ha ancora sonno la terra,
le foglie indugiano a cadere
e i suoni sono ancora vivi;
l'abbraccio ritardato del freddo
assicura un tiepido stare,
vivide immagini stagliano
contorni risaputi...

lunedì 22 ottobre 2012

Cara Kety,

mi scuso e posso togliere l'immagine che ho rintracciato su internet.
Nessun problema non voglio violare diritti di nessuno.
Trovo estremamente suggestiva l'opera ma non ho nessun problema a scusarmi e rimpiazzarla.
Aspetto istruzioni!

Benvenuta!

Gujil
Per un istante d'estasi

Per un istante d'estasi
Noi paghiamo in angoscia
Una misura esatta e trepidante,
Proporzionata all'estasi.
Per un'ora diletta
Compensi amari d'anni,
Centesimi strappati con dolore,
Scrigni pieni di lacrime

Emily Dickinson


poi viene stanchezza,
si piegano gli enormi occhi
in fessure di linee;
le solite cose ondeggiano
nei residui di veloci scintille...

domenica 21 ottobre 2012


PARIGI DI NOTTE

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose 
Mentre ti stringo tra le braccia
Jacques Prévert


"mon amour" e sguardi,
la città e i bistrò;
faremo grande l'amore
sui viali alberati...

sabato 20 ottobre 2012

In un momento

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose

Dino Campana


impreciso come vago
sentore di foglie cadute
e passi trascorsi e presenti;
nel dedalo del cuore
ritrovo le ore pensate...

venerdì 19 ottobre 2012


Nel bosco

casupole diroccate
appaiono a tratti nel bosco
dove umidore e brina
ovattano passi insicuri;
rivedo flash-back lontani
e mi fermo a pensare,
intorno solo suoni inusuali
solo contorni sfocati,
colori che stanno cambiando;
croccano foglie passate
mentre vago e respiro e vivo.

anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate

giovedì 18 ottobre 2012

fascini

Colei che a un riso di seduzioni
tutta sola sen va, volgesi e gode
or dei fascini belli ed or dei buoni.
Talora si soiferma e una sua lode
sorridendo susurra, ma sì piano,
che ninno fuor del suo silenzio l'ode.
Ascolta il mare urlar tragico un vano
suo amore, oppur gioisce in numerare
gl'intrichi delle vene in una mano.
Sosta in ansia d'attesa al limitare
d'un vecchio parco, oppur s'abbaglia al gioco
d'arcobaleno delle gemme rare
sotto rovesci calici di fuoco.

Amalia Guglielminetti


fremente e vacuo
in sottili rimpianti
un corpo giace e dorme;
oltre le tele del mondo
scorgo un riparo...

mercoledì 17 ottobre 2012

Non nascondere
il segreto del tuo cuore,
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
Tu che sorridi così gentilmente,
dimmelo piano,
il mio cuore lo ascolterà,
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
Rivelami tra le lacrime esitanti,
tra sorrisi tremanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore.
 
Rabindranath Tagore
 
 
è sempre il cuore,
ovunque tu vada e sempre
l'aggravio, il peso e la via,
come un senso diretto,
alito lieve di aria serena...

martedì 16 ottobre 2012

Premonizione

Il fuoco mi ha toccato
con le sue dita rosse e gialle.
Mi ha dato forza e luce.
Adesso vedo chiaramente.
Oggi è un giorno di gloria,
amici miei

Apache


vedo lontano
quando guardo col cuore,
mi arrendo agli eventi
ma sogno con gli occhi
e vedo lontano,
lontano col cuore...

lunedì 15 ottobre 2012

Ottobre a Venezia

Questi grigi di perla, e grigirosa,
e grigiverdi, in cui l'acqua ed il cielo
sembran vanire, come dietro un velo
d'eguale lontananza favolosa...
Giunge dal mare il fiato sonnolento
dello scirocco. Stancamente dondola
presso la riva l'ombra d'una gondola.
L'onda ha un singulto soffocato, dentro.
Venezia giace languida, disfatta.
E se un raggio di sol, rompendo il folto
delle nebbie, le palpita sul volto,
socchiude appena i gialli occhi di gatta.
La bionda carne delle pietre e il sangue
rosso dei rii, poi che il tramonto muore,
si scialbano d'un sùbito pallore
diaccio, come di febbre e il volto langue.
Dentro gli attoniti occhi di laguna
passan brividi foschi di tristezza;
lacrime di deserta tenerezza,
vi gocciano le stelle a una a una.
Un rio, tra case povere. Uno squarcio
d'azzurro in alto. Un viscido lustrare
d'olio nero nel fondo, e un occhieggiare
di vivi argenti sopra un verde marcio...
Ma il sole ora ha gittato a una cimasa
una pezza d'arancio e di granato
e l'acqua è tutta un brivido infiammato
che si riflette in faccia d'ogni casa.
Guizzi di rosse gemme e sprazzi d'oro
screziano l'ombra di velluto molle;
e un barcone di zucche e di cipolle
splende fastoso come un bucintoro.
Casette rosse d'un rosso di vela,
su cui lenta s'arrampica la vite
- e, giunta al sommo, spande la sua mite
verdura, e di sottile ombra le vela; -
aeree altane e balconi sereni
illuminati d'oleandri bianchi;
chiese vecchione e campanili stanchi
neri di salso e gialli di licheni;
muretti bigi chiazzati di scuro,
donde trabocca un cespo rosa, o pende
un tralcio d'oro, o al cielo si protende
l'ombra dogliosa d'un cipresso bruno;
come dolce, nel mobile cristallo
del rio, cupo e corrusco di scintille,
mirar le vostre tremule postille
d'ambra, di malachite e di corallo,
e calarsi e smarrirsi in quel beato
giardino ove fiorisce il fior del nulla,
ove la nostra tristezza fanciulla
ci attende col suo riso desolato...
Quando dalle stagnanti ultime brume
filtra, sul far dell'alba, un guizzo giallo,
l'acqua si salda in lucido metallo
e la pietra si stempra di roseo lume.
Poi, quando il sole, strappata ogni maglia,
nudo si lancia nell'azzurro nudo,
splendono i marmi d'un biancore crudo
di sale, e la laguna arde che abbaglia.
Ma alfine, ecco, su tutto s'è posata
la chiarità tranquilla del mattino;
e tra due cieli è fiorito il giardino
dove sogna la Bella addormentata.
Questa alberella dalle poche foglie,
pendule quasi per un fil di ragno,
nella sua rada trama d'oro vano
l'estremo riso d'autunno raccoglie.
Dietro e sopra, il deserto dell'azzurro,
muto infinitamente; ai piedi, l'onda
morta che inghiotte nell'ombra la sua fonda
albero e cielo con lene sussurro.

Diego Valeri


transenne arrugginite
aggrappano mani stanche,
il contesto è classico,
l'aria quella di Ottobre;
il posto da qualche parte...

domenica 14 ottobre 2012


quando il freddo giunge
e accarezza l'ultimo verde
si insinua nel cuore un brivido,
la terra gira e si espone
al momento del sonno
a un riposo aspettato;
il cuore continua e batte
ma il ritmo è diverso...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

sabato 13 ottobre 2012


Il Canto dell'Amore

Oh bella a' suoi be' dí Rocca Paolina
Co' baluardi lunghi e i sproni a sghembo!
La pensò Paol terzo una mattina
Tra il latin del messale e quel del Bembo.
— Quel gregge perugino in tra i burroni
Troppo volentier— disse — mi si svia.
Per ammonire, il padre eterno ha i tuoni
Io suo vicario avrò l'artiglieria.
Coelo tonantem canta Orazio, e Dio
Parla tra i nembi sovra l'aquilon.
Io dirò co' i cannoni: O gregge mio,
Torna a i paschi d'Engaddi e di Saron.
Ma, poi che noi rinnovelliamo Augusto,
Odi, Sangallo: fammi tu un lavoro
Degno di Roma, degno del tuo gusto,
E del ponteficato nostro d'oro. —
Disse: e il Sangallo a la fortezza i fianchi
Arrotondò qual di fiorente sposa:
Gittolle attorno un vel di marmi bianchi,
Cinse di torri un serto a l'orgogliosa.
La cantò il Molza in distici latini;
E il paracleto ne la sua virtú
Con più che sette doni a i perugini
In bombe e da' mortai pioveva giú.
Ma il popolo è, ben lo sapete, un cane,
E i sassi addenta che non può scagliare,
E specialmente le sue ferree zane
Gode ne le fortezze esercitare;
E le sgretola; e poi lieto si stende
Latrando su le pietre ruinate,
Fin che si leva e a correr via riprende
Verso altri sassi ed altre bastonate.
Cosí fece in Perugia. Ove l'altera
Mole ingombrava di vasta ombra il suol
Or ride amore e ride primavera,
Ciancian le donne ed i fanciulli al sol.
E il sol nel radiante azzurro immenso
Fin de gli Abruzzi al biancheggiar lontano
Folgora, e con desío d'amor piú intenso
Ride a' monti de l'Umbria e al verde piano.
Nel roseo lume placidi sorgenti
I monti si rincorrono tra loro,
Sin che sfumano in dolci ondeggiamenti
Entro vapori di viola e d'oro.
Forse, Italia, è la tua chioma fragrante
Nel talamo, tra' due mari, seren,
Che sotto i baci de l'eterno amante
Ti freme effusa in lunghe anella al sen ?
Io non so che si sia, ma di zaffiro
Sento ch'ogni pensiero oggi mi splende,
Sento per ogni vena irmi il sospiro
Che fra la terra e il ciel sale e discende.
Ogni aspetto novel con una scossa
D'antico affetto mi saluta il core,
E la mia lingua per sé stessa mossa
Dice a la terra e al cielo, Amore, Amore.
Son io che il cielo abbraccio, o da l'interno
Mi riassorbe l'universo in sé?...
Ahi, fu una nota del poema eterno
Quel ch'io sentiva e picciol verso or è.
Da i vichi umbri che foschi tra le gole
De l'Apennino s'amano appiattare;
Da le tirrene acròpoli che sole
Stan su i fioriti clivi a contemplare;
Da i campi onde tra l'armi e l'ossa arate
La sventura di Roma ancor minaccia;
Da le rocche tedesche appollaiate
Sí come falchi a meditar la caccia;
Da i palagi del popol che sfidando
Surgon neri e turriti incontro a lor;
Da le chiese che al ciel lunghe levando
Marmoree braccia pregano il Signor;
Da i borghi che s'affrettan di salire
Allegri verso la cittade oscura,
Come villani c'hanno da partire
Un buon raccolto dopo mietitura;
Da i conventi tra i borghi e le cittadi
Cupi sedenti al suon de le campane,
Come cuculi tra gli alberi radi
Cantanti noie ed allegrezze strane;
Da le vie, da le piazze gloriose,
Ove, come del maggio ilare a i dì
Boschi di querce e cespiti di rose,
La libera de' padri arte fiorì;
Per le tenere verdi messi al piano,
Pe' vigneti su l'erte arrampicati,
Pe' laghi e' fiumi argentei lontano,
Pe' boschi sopra i vertici nevati,
Pe' casolari al sol lieti fumanti
Tra stridor di mulini e di gualchiere,
Sale un cantico solo in mille canti,
Un inno in voce di mille preghiere:
— Salute, o genti umane affaticate!
Tutto trapassa e nulla può morir.
Noi troppo odiammo e sofferimmo. Amate.
Il mondo è bello e santo è l'avvenir. —
Che è che splende su da' monti, e in faccia
Al sole appar come novella aurora?
Di questi monti per la rosea traccia
Passeggian dunque le madonne ancora?
Le madonne che vide il Perugino
Scender ne' puri occasi de l'aprile,
E le braccia, adorando, in su 'l bambino
Aprir con deità cosí gentile?
Ell'è un'altra madonna, ell'è un'idea
Fulgente di giustizia e di pietà:
Io benedico chi per lei cadea,
Io benedico chi per lei vivrà.
Che m'importa di preti e di tiranni?
Ei son più vecchi de' lor vecchi dei.
Io maledissi al papa or son dieci anni,
Oggi co 'l papa mi concilierei.
Povero vecchio, chi sa non l'assaglia
Una deserta volontà d'amare!
Forse, ei ripensa la sua Sinigaglia
Sí bella a specchio de l'adriaco mare.
Aprite il Vaticano. Io piglio a braccio
Quel di sé stesso antico prigionier.
Vieni: a la libertà brindisi io faccio:
Cittadino Mastai, bevi un bicchier!

Giosuè Carducci


in un levare e battere
rinnovo gli auspici
in attesa dei freddi,
la terra mi avverte
con un abbraccio silente...

venerdì 12 ottobre 2012

Siamo solo sassolini buttati nel mare
che fanno increspare l’acqua.

Madre Teresa di Calcutta


e come sassi affondiamo
in miriadi di storie,
di cuori efficaci;
insisto col senso
in un unico anelito
rivedo...
rivivo...

giovedì 11 ottobre 2012


L'assenza

Un bacio. Ed è lungi. Dispare
giù in fondo, là dove si perde
la strada boschiva, che pare
un gran corridoio nel verde.

Risalgo qui dove dianzi
vestiva il bell'abito grigio:
rivedo l'uncino, i romanzi
ed ogni sottile vestigio...

Mi piego al balcone. Abbandono
la gota sopra la ringhiera.
E non sono triste. Non sono
più triste. Ritorna stasera.

E intorno declina l'estate.
E sopra un geranio vermiglio,
fremendo le ali caudate
si libra un enorme Papilio...

L'azzurro infinito del giorno
è come seta ben tesa;
ma sulla serena distesa
la luna già pensa al ritorno.

Lo stagno risplende. Si tace
la rana. Ma guizza un bagliore
d'acceso smeraldo, di brace
azzurra: il martin pescatore...

E non son triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino...
stupito di che? non mi sono
sentito mai tanto bambino...

Stupito di che? Delle cose.
I fiori mi paiono strani:
Ci sono pur sempre le rose,
ci sono pur sempre i gerani...

Guido Gozzano


sterzo di colpo ed evito
impatto col buio, la notte,
aspetto che l'alba mi copra
e schiarisca l'anima stanca...

mercoledì 10 ottobre 2012

silenziose lande scollinano
in orizzonti lontani
pervasi da un senso di grigio
dove pare la pioggia, lontana;
sconfino il significato denso
di cose da dare e dire,
fuori è furore di vento,
dentro è una piccola fiamma...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

martedì 9 ottobre 2012

Danza d'amore
 
Guarda il figlio di Otaria
com'è pieno di luce mentre balla.
Guarda come si muovono con grazia
le penne sul suo capo.
Che sia perché
quella ragazza laggiù lo sta osservando?

Cheyenne


delinearsi scarno di vaghe
imprevedibili impressioni,
notturne, come quando,
il viso era ancora sereno;
ora storno profondi pensieri
da un incedere lento e insicuro...

lunedì 8 ottobre 2012

Le piu' belle poesie
si scrivono sopra le pietre,
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le piu' belle poesie
si scrivono davanti
a un altare vuoto,
accerchiati da agenti
della divina follia.
Cosi', pazzo criminale qual sei,
tu detti versi all'umanita',
i versi della riscossa.

Alda Merini


neverending come si sia
in fragili muse ripiego
e il pensare mi stride,
eppure ho abuto paura,
un senso di vuoto e cadevo
in dirupi di frettolose visioni...

domenica 7 ottobre 2012

le favole

Ma non han sempre fascino perverso
le belle istorie. Quante care favole
ci empiron di prodigi l'universo !
Bimbi, ricordo, in giro a tonde tavole,
sotto velate lampade e velate
voci di dolci narratrici avole.
E la notte chinavansi le fate
sul letto dei fratelli, e bei guerrieri
baciavan le sorelle addormentate.
Poi, nella torre alta dei Desideri,
come la moglie pia di Barba-blù,
una fu chiusa, ed io l'udii pur ieri
gridare: Anima mia, che vedi tu ?

Amalia Guglielminetti


vedo oltre tele di tempo
intrise di me e di altri,
vedo come faro notturno
che rischiara vie perpetrate,
vedo dentro un cumulo spento
di ochhie di corpi passati...

sabato 6 ottobre 2012

Accudendo P.

schiena curvata dagli anni,
voce racchiusa in un niente,
in mente la mamma, come bambina,
rivedo passati severi, stanchezza
ed il turbine che perde la forza;
vorredi darti e dirti
ma non mi esce che rabbia
per un presente cattivo...

Anonimo del XX°secolo
poesie ritrovate

venerdì 5 ottobre 2012

Viaggio di andata e ritorno

Andrò a ritroso della nostra corsa
di poco fa
che tanto bella mai ti sorprese la luna.
Mi resta una città prossima al sonno
di prima primavera.
O fuoco che ora tu sei
dileguante, o ceneri confuse
di campagna che annotta e si sfa,
o strido che sgretola l'aria
e insieme divide il mio cuore.

Vittorio Sereni
(da "gli strumenti umani)


e corro in modo matto
verso un dunque di troppo
incontro ad un pensai;
le scie dinamiche increspano
azzurre acque di lago...

giovedì 4 ottobre 2012

Angelo

esili incontri affacciano
le solite buone cose
in un  arido pensiero richiudo
me stesso e l'amore
sboccia lontano su dune
sferzate dal vento;
lontano un angelo vola
su teste che dormono ancora.

Anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate 

mercoledì 3 ottobre 2012


Alessandro Salvati, Il sonno di San Francesco, 2004

infiniti stesi nel prato
come linee interrote
come quadri astratti;
guaine di sonno assumono
parvenze di lontani ardori,
ricopro col velo del poi
un angolo ancora scoperto...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

martedì 2 ottobre 2012

ALLORO

Ramoscello d’alloro,
Odoroso, lucente,
La tua fogliuzza fa ammattir la gente
Quanto riso di donna, o abbaglio d’oro.
O fogliolina acuta,
O verde fogliolina,
Acuta tu mi par come una spina,
Verde come l’assenzio e la cicuta.

Arturo Graf


alloro in un giardino montano,
piccolo, quasi scarno,
eppure così pieno di cose;
piantammo l'alloro all'arrivo
ed ora è alto e possente
di un verde assoluto...

lunedì 1 ottobre 2012

 I colori

Noi siamo il rosso e il giallo

facciamo insieme un ballo,
e per combinazione
vien fuori l'arancione.
Noi siam l'azzurro e il rosso,
giriam a più non posso,
uniti con affetto
formiamo il violetto.
Noi siamo il giallo e il blu,
ci rincorriam su e giù;
ciascuno dei due si perde,
e salta fuori il verde.

Lina Schwarz


Ottobre e i colori del mondo
affacciati ai mie occhi curiosi;
come un bimbo riguardo,
rigiro le cose e gli affetti
in turbini di tinte pastello,
come è bello...