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mercoledì 31 gennaio 2018

...non ho che i pensier..., di Anonimo


...non ho che i pensieri,
le idee, i sorrisi nascosti;
innumerevoli angoli cozzano
nelle mia mente, acuti;
i sogni distorti affiorano veglie
sempre più lunghe, stancanti...
 
Anonimo
del XX° Secolo
frammenti ritrovati
 

martedì 30 gennaio 2018

Io ho amato le ore al mare, di Sara Teasdale


Io ho amato le ore al mare

 
Io ho amato le ore al mare, le città grigie,
Il fragile segreto di un fiore,
La musica, le poesie scritte
Che mi hanno dato il cielo per poche ore;
 
Le prime stelle sopra una collina imbiancata,
Le voci sagge e gentili che ho ascoltato,
E il grande sguardo dell’amore, a lungo nascosto,
E nell’incontro degli occhi infine trovato.
 
Profondo è l’amore che ho dato e avuto –
Oh, quando il fuoco del mio spirito andrà a scemare,
Lasciami l’oscurità e la quiete,
Io sarò stanca e felice di andare.
 
Sara Teasdale
traduzione di Paolo Statuti
 
Giuliana Liguori
"Marina"
Olio su Tavola con tecnica a sabbia, 70x50 

il mio mare, così lontano,
non lo amavo una volta, ora si,
è diverso, mi attende, mi coglie;
lambisce le ferite sparse...

lunedì 29 gennaio 2018

Quattfro haiku, di Edoardo Sanguineti

Quattro haiku

 
1.
sessanta lune:
i petali di un haiku
nella tua bocca:

2.
l'acquario acceso
distribuisce le rane
tra le cisterne:

3.
è il primo vino:
calda schiuma che assaggio
sulla tua lingua:

4.
pagina bianca
come i tuoi minipiedi
di neve nuova:
 
Edoardo Sanguineti
da “Corollario – Poesie 1992-1996”, 1997
 
 Risultato immagine per haiku
  
mi piacerebbe poetare come i tanti,
quelli bravi, quelli amati e letti;
sono solo un saltimbanco di parole,
flussi disgiunti che stanno bene insieme...

domenica 28 gennaio 2018

Epigrafe, di Anonimo

Epigrafe
 
Correva insieme a stelle cadute,
cadeva, riprendeva la corsa;
ora risiede nel tempo, nel cuore,
immagine sola e perpetua.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 
 

sabato 27 gennaio 2018

Vivere irrequieto irrompe..., di Gujil

 
vivere irrequieto irrompe
in scatti incontrollabili d'ira,
vorrei trattenermi ma non posso
le sfere dell'infinito ruotano,
le discordie affiorano e alimentano
un stato di ribellione costante...
 
Gujil

venerdì 26 gennaio 2018

Per una ballata di mezzo inverno, di Paolo Bertolani

Per una ballata di mezzo inverno
II

Cade ogni cosa si svena
a un certo punto del tempo. Così del giorno livido
rimane una fondiglia di brusii,
finché un grido dalle case
annerite piomba le aie della Castagnola in un silenzio
appena segnato da uno strido d'uccello
insonne (o già dei notturni)
sperso nella macchia.
Ancora per poco guarderemo la sera,
il barile di pioggia che si riempie d'ombra,
la giacca che fa da bandiera
da misura del vento sulla cima del palo.
Poi nessuno al pozzo vorrà più andare,
tentare una sortita dalla cinta di siepi:
dal buio verranno le paure sottili,
dalla bocca di miele dell'esperto
in favole pagato dai padroni.
 

Paolo Bertolani
da "Il miele e il fiele"
 
 
 
il giro di boa, è arrivato,
ora si torna all'inizio, la luce,
è di nuovo potente e lunga,
io aspetto, come sempre, calore...

giovedì 25 gennaio 2018

Ero in riserva, di Alberico Sala

Ero in riserva
a Dino Buzzati

Ride al distributore la ragazza:
profuma la benzina rossa corallo.
Con il daino lucida i vetri,
e i suoi occhi subito cadono
nella conchiglia dello specchio.
Il padre annusa i cedri sul sedile:
«Dentro son bianchi e grassi come pesci».
Affonda un'ungia la ragazza
nella scorza, e sempre ride riversa.
Così verso la sera d'origano
la Giulietta sprint la porta via.

Al Sud, 1960
 
Alberico Sala
da "Sempre più difficile"
 

 
i luoghi dell'infanzia,
in riserva, con poche lire, allora,
si andava con giornali a coprire
le risa, la gioia, le poche lacrime...
 

martedì 23 gennaio 2018

Non c'è più quella grazia fulminante..., di Sandro Penna

 
Non c'è più quella grazia fulminante
ma il soffio di qualcosa che verrà.


 Sandro Penna
da "La semplice poesia"
                 
Marnì
"Il soffio della speranza"
acquarello
 
poche parole, senso compiuto,
sole, laghi, fiumi e mari;
vorrei le montagne, anche loro
nel soffio, incessante, che vive...

lunedì 22 gennaio 2018

Nel ricucire strappi il filo..., di Gujil

 
 
nel ricucire strappi il filo
si tende, a volte si arriccia,
nei nodi si trovano i blocchi,
grovigli inaspettati alternano
momenti di calma apparente...

Gujil

domenica 21 gennaio 2018

Il poeta, di Miltos Sachtouris

Il poeta
 
Quando mi troveranno sulla croce della mia morte
il cielo intorno si sarà arrossato fino a molto lontano
dietro ci sarà un accenno di mare
e, dall'alto, in un buio ora terribile
un uccello bianco reciterà le mie poesie.
 
Miltos Sachtouris
 
 
scrivere versi, costretti, sparsi, liberi,
creare immagini e sensazioni, sentimenti,
poi cadere nella disperata ricerca di rime,
di fresi ad effetto di desuete parole...

sabato 20 gennaio 2018

Metamorfosi, di Karl Kraus

Metamorfosi

 Voce che nell'autunno sulla tomba rinuncia
alla tua terra, pallida sorella della luna,
dolce fidanzata del vento lamentoso,
fluttuante sotto stelle fuggenti –

ti risollevò a te stesso il richiamo dello spirito?
Ti riportò nella tua vita una tempesta del deserto?
Guarda, una prima coppia umana riconduce così
un Dio sull'isola sacra!

Oggi è primavera. La farfalla dorata, tremulo
messo di felicità, arrivò dall'inverno del mondo. Oh,
in ginocchio, benedite, ascoltate come la terra tace.
Solo lei conosce sacrificio e lacrima.

Karl Kraus
da "La parola malata"
 traduzione di Gio Batta Bucciol
 

 
cambiamenti polimorfi, indistinti,
la mia voglia di essere o apparire
eppure stento a convincere
sto come un passero solitario...

venerdì 19 gennaio 2018

Sono ferito da qualcosa e so..., di Robert Sabatier

Sono ferito da qualcosa e so
che la sua ferita è sorella della mia.
Posso solo aspettare e sopravvivere
senza preoccuparmi perché io sono il suo veleno.
Non potremo mai liberarci
dalla minaccia assurda che ci unisce.
Io sono amore e sento sorgere il suo odio,
e se io fossi odio, anche lui lo sarebbe.
Con questo male di vivere devo accontentarmi
e chiamare in aiuto le parole,
aspettare, aspettare e serbare la mia tristezza

come un impedimento al mio ardente suicidio.
 
Robert Sabatier
 
Massimo Di Stefano
"Anima ferita"
 
le ferite dell'anima, profonde,
quante, quante volte, eppure,
sono li ancora, molte, altre no;
sono ancora uomo di affetti...

giovedì 18 gennaio 2018

Ultima tappa, di Ghiorgos Seferis

  
Ultima tappa
(...)
L'uomo si logora facilmente con le guerre;
l'uomo è molle, un fascio d'erba;
labbra e dita che smaniano per un seno bianco,
occhi che si socchiudono allo sfavillìo del giorno
e gambe pronte a correre, anche se stanche,
al minimo fischio di guadagno.
L'uomo è molle e assetato come l'erba,
insaziabile come l'erba – radici protese i nervi.
Quando è tempo di mietere
preferisce che la falce sibili in altri campi;
quando è tempo di mietere
c'è chi esorcizza il demone gridando,
chi si impaluda nei suoi beni, chi fa dell'oratoria.
Ma gli esorcismi, i beni, l'oratoria
a che servono se sono lontani i vivi?
Oppure l'uomo è un'altra cosa?
Non è questo che trasmette la vita?
C'è un tempo per seminare, un tempo per raccogliere.
 (...) 
 
Ghiorgos Seferis
da "Le poesie"
traduzione a cura di Nicola Crocetti
 

quanti cose nella vita,
persone, cose, animali,
rimbombano in noi presenti,
passati, quelle che vorremmo ancora...

mercoledì 17 gennaio 2018

Poesia pagina bianca di Muriel Rukeyser

Poesia pagina bianca
 
Poesia pagina bianca pagina bianca poesia
qualcosa esce a fiotti come onde da un corpo
qualcosa parte dalla punta delle dita
incominciano a prendere le difese della mia vita
tutta la disperazione e la musica
qualcosa come onda dopo onda
che si spezza sulla spiaggia
qualcosa come portare l'intera vita
a questo punto
le piccole onde scendono sulla pagina bianca

qualcosa come una luce si alza ed è in amore.
 
Muriel Rukeyser
 
 
i fogli bianchi, ora le schermate,
pensare a cosa scrivere, cosa dire,
in un turbine di emozioni, di me;
a volte imbratto, a volte scrivo...
 

martedì 16 gennaio 2018

Riflesso, di Gujil

 
Miriadi di immagini turbinano
introducendo visi, pensieri, cose;
dentro me alberga il silenzio, da ieri,
ora ascolto il suono del tempo, le voci,
perplesse condizioni stracolmano
le mie idee di oggi, e invecchio...
 
Gujil

lunedì 15 gennaio 2018

Il rifiuto, di Velimir Chlebnikov

Il rifiuto 

È molto più gradevole per me
Guardare le stelle
Che firmare
Una condanna a morte.
Ascoltare le voci dei fiori
Bisbiglianti: "È lui!" –
Mentre piegano la testolina,
Quando passo per il giardino,
È molto più gradevole per me
Che vedere i fucili scuri
Della guardia, che ammazza
Quelli che vogliono
Ammazzare me.
Ecco perché io mai,
No, mai sarò un Governante! 

                           Gennaio, aprile 1922


Velimir Chlebnikov
Sono il messaggero del tempo
 traduzione di Paolo Galvagni
dire no, a volte,difficile,
esprimere il proprio dissenso,
avere il coraggio del rifiuto;
poi, sentirsi sempre peggio...

domenica 14 gennaio 2018

Pensieri

penso che sia quasi il momento,
quello di comprendere, capire,
nelle ultime giornate di freddo ho visto,
uomini, donne, tutti passare rasente i corpi;
mi aspetterei di più, sempre,
cercherò comandi sbagliati per errare
e il mondo, il mio mondo,
non sembrerà così piccino.
 
Gujil
 
 
sempre, soltanto poi,
le distanze rallentano contatti,
i pensieri frenano amicizie;
si torna a giostrare la vita...

sabato 13 gennaio 2018

Dopo la terra, VII Corropoli, di Roberto Roversi

Dopo la terra

VII. Corropoli

 
Là il monte, laggiù è il mare:
il mare con le speranze strappate
a una barca che adagio s’avvicina.
Sui chioschi di benzina
cantano i tordi e volano nelle vallate
alle ragazze dal petto tremante
oh così dolcemente.
Quelle del mare, ardite fiere
contrastano, sono restie agli sguardi
maliziosi e azzannano
come i lupi di selva.
(Pace con voi, ragazze dell’Abruzzo,
una è sangue al mio cuore.)
A Corropoli fumano i camini,
gli alberi difendono le case
dove i topi imperversano e la razza
degli uomini passati consumò
nel rancore una vita vile.
Case per amori di monache,
per grida soffocate, per pugnali
cavati al frusciare di un uscio
o all’ombra di un cortile.

Ma strappa la tenda dal cielo
una donna accosciata nel vento,
canta un riso gentile;
palpita l’aria fatta azzurra
al lume dei suoi occhi
mentre con le mani in cui traluce l’osso
sceglie e vaglia il frumento.
 
Roberto Roversi
da “Dopo Campoformio”, 1962
 
 
ricordi di adolescenza, musica,
nei dischi di allora le fughe
vinili prestati, consunti dall'uso
e sogni, sogni e ragazze...

venerdì 12 gennaio 2018

Lapislazzuli, di Gujil

Risultato immagine per lapislazzuli
 
Oltremodo scomode le cose,
andate, risapute, vecchie,
eppure a me così care, vicine;
il claudicante pensiero emerge,
si stempera nel dolce disegno
arguto, come sono, a volte;
immerso in lapislazzuli festosi
mi accorgo di me, ancora, sempre...
 
Gujil

giovedì 11 gennaio 2018

Neve in ufficio, di Jürgen Theobaldy

Neve in ufficio

 Una certa nostalgia di palme. Qui

è freddo, ma non soltanto. I tuoi baci
al mattino sono pochi, poi sto seduto
otto ore qui in ufficio. Anche tu sei
una reclusa e non possiamo
telefonarci. Alzare il ricevitore
e origliare? Telefono, perché il tuo
polso batte solo per altri? Qualcuno chiede:
"Come stai?", e senza attendere risposta
è già fuori dalla stanza.

Che cosa può muovere l'amore? Io calcolo
i prezzi e vengo calcolato. Tutti i pezzi di ricambio,
le parti di caldaia, i bruciatori a olio, tutti passano
per la mia testa come numeri, nient'altro.
E anch'io passo attraverso qualcuno
come un numero. Ma alla sera vengo da te
con tutto quello che sono. Scienziati
scrivono che anche l'amore è
una relazione produttiva. E dove sono
le palme? Le palme si mostrano sulla spiaggia
di una cartolina illustrata; e noi, supini,
le contempliamo. Al mattino ritorniamo
in ufficio, ognuno al suo posto.
Con un numero, come il telefono.


 Jürgen Theobaldy
da " La neve e le palme"
traduzione di Gio Battta Bucciol
 
 
contrasti, differenze, ossimori,
così si vive nel quotidiano,
impegnati nella corsa dimentichiamo
le soste, così belle, così serene...

mercoledì 10 gennaio 2018

Io, di Fernanda Romagnoli

Io
 
Quella donna dal viso indifeso
un poco sfiorita -
che passa nello specchio
in una scolorita veste rossa,
senza fruscio, di fretta,
rialzando sul capo i capelli
con mano distratta:
quella donna dall'anima dimessa
dicono che son io.
 
Fernanda Romagnoli
da "Berretto rosso"
 
Correggio (1489 -1534)
Io che viene avvolta da Zeus sotto forma di nube
 
Museo del Louvre, Parigi (Francia)
 
io, invece con me, solo,
un contrasto stridente,
le veggenti del tempo
loro, loro possono sapere...

martedì 9 gennaio 2018

Il freddo è freddo... di Cesare Viviani

Il freddo è freddo per il mite fiore,
per la pazienza umana,
per il manto degli animali,
il resto, da raccontare,
per distrarci.


Cesare Viviani
da "La chiarezza del mistero"
 
 
il freddo, già, l'inverno
una stagione che non mi piace,
il buio, la notte lunga, le attese;
sonno profondo? morte? rinascita?

lunedì 8 gennaio 2018

Latino e Jazz, di Gonzalo Rojas

Latino e Jazz
 
Leggo il mio Catullo e ascolto Louis Armstrong, lo riascolto
nell’improvvisazione del cielo, volano angeli
nel latino augusto di Roma con le trombe liberissime e lentissime,
in un accordo già senza tempo, in un brusio
di vene e di petali per condurmi nel torrente con le onde
che escono da questa sedia, da questo tavolo, da questa materia
che siamo io e il mio corpo in questo istante
in cui ormeggio la raffica di queste sillabe.
 
È il parto, l’apertura del sonoro, il bagliore
del movimento, impazzito il circolo dei sensi, l’improvviso
esplodere di questo aspro aroma di sangue sacrificale: Roma
e Africa, l’opulenza e il battito, il fascino
dell’ozio e il colpo amaro dei remi, la frenesia
e lo sfacelo degli imperi, vaticinio
o rantolo: questo è il jazz,
l’estasi
prima del crollo, Armstrong; questa è l’estasi,
Catullo mio,
Thanatos!
 
Gonzalo Rojas
da "Oscuro, 1977
 
 
la musica è in sordina,
dentro di me sopita, silente,
da tempo immemore
da troppe deluse cose...
 
 

domenica 7 gennaio 2018

Spartiacque, di Anonimo

 
Spartiacque
 
Frettolosamente avvicino
il crinale spartiacque del mese,
impongo restrizioni e doveri,
ripeto frasi sconnesse e usuali.
 
Nel funambolico vivere aspetto
quiete, calma, sereno incedere,
le vie, quelle precluse, difficili,
i viali percorsi dai molti, affollati.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate

sabato 6 gennaio 2018

da Eligia lericina, di François Cheng

da Elegia lericina
(...)

S
ì, dobbiamo ritrovare quel bene perduto.
Scrutare la nuda verità, per ravvisare
la sicura bellezza. Giacché tu fosti Ariele,
l'Allodola tu fosti. Angelo decaduto
o in te un innato daimon, eri tu nostalgia?
Eri profezia? Al di là dell'uomo che ragiona,
l'uomo non eri che risuona a un canto inaudito?
Più che ladro di fuoco, tu ci portasti delle
faville da cui sprizzava l'illuminazione.
Lampada di minatore in fronte, divenisti
stanatore dei sortilegi di questo mondo:
volta stellata specchiante campi di azalee,
sinuosa grazia femminea delle colline,
acqua di un lago mutata in vapori di nubi,
e risa di fanciulli nei sorrisi di amanti,
ardente ricerca di un volto troppo lontano,
assetati bisbigli che un bacio ecco sigilla...


 François Cheng
da "Un richiamo oltre lo spazio e il tempo"
traduzione di Marco Cipollini
 
Claude Monet
"Lehavre", marina

 
le vie del mare, dell'acqua,
sconfinate, infinite, eterne;
nel mare dei pensieri si affoga,
io sto a malapena a galla...

venerdì 5 gennaio 2018

Lascito, di Ghiannis Ritsos

Lascito

Credo nella poesia, nell'amore, nella morte,
perciò credo nell'immortalità. Scrivo un verso,
scrivo il mondo; esisto; esiste il mondo.
Dall'estremità del mio mignolo scorre un fiume.
Il cielo è sette volte azzurro. Questa purezza
è di nuovo la prima verità, il mio ultimo desiderio.

Ghiannis Ritsos
da "Pietre ripetizioni sbarre, 1997
 
Risultato immagine per lascito
 
e io? cosa dopo, in fondo?
queste poche righe in rete
cosa impensabile e giorni
indicibile sconforto e attesa;
chi leggerà mai di me?

giovedì 4 gennaio 2018

Su un ramo..., di Velimir Chlebnikov

Su un ramo
Stavano l'uccello dell'ira
E l'uccello dell'amore.
E si è posato sul ramo
L'uccello della quiete.
E con un grido
Si è alzato l'uccello dell'ira.
E l'ha seguito l'uccello
Dell'amore. 
1905-1906

Velimir Chlebnikov
da "Sono il messaggero del tempo"
traduzione di Paolo Galvagni
 


mi mancano le cince, loro,
coi loro sonori richiami,
con i loro colorati voli;
aspetto, con fiducia, ancora...

mercoledì 3 gennaio 2018

Colori locali, di Nelo Risi


Colori locali
 
Behll i persiani! 'utentico kilìm!
Veniva dalla Barona giù pel Naviglio Grande
fino al Tombone di San Marco
coi drappi rossi e gialli sulla spalla
il levantino dalle suole di sparto
e dalla cera scura
per sciogliere la merce tra conchiglie
cravatte e lustrini da due lile
per farsi un po' di bile col cinese
ma la voce tutto miele riservava alle massaie
che d'allora vanno in gita a Samarcanda
quando battono i tappeti
nelle ore consentite.
 
Nelo Risi
da Polso teso, Mondadori, 1956
 
Risultato immagine per colori al mercato spezie
 
i viaggi passati, lontani,
forme e colori, sapori;
mescolati agli aromi vedevo
la mia età avanzare...

martedì 2 gennaio 2018

dorate prigioni..., di Gujil

 
dorate prigioni le case,
in questi giorni di festa lo sono;
nel dubbio rimescolo il tempo,
riguardo le cose in ottiche
apparenti, distorte, lontane...
 
Gujil

lunedì 1 gennaio 2018

Auguri di capodanno, di Diego Valeri

così si ricomincia, si riparte,
ormai la strada è tracciata
si scorge qualcosa lontano;
le sagome indistinte, i volti...
 
 
Auguri di capodanno
 
Io credo all’uccellino batticoda:
che ci porti il buon anno.
Scorre liscio su l’umido tappeto
di bruni muschi, alla soglia del mare,
sosta un tratto a beccare, e poi di nuovo
scivola via come una spola, vola,
sparisce in cielo. Neppur ci ha guardati.
Ma è bello, affusolato, grigio e bianco:
porta, certo, il buon anno.
 
Diego Valeri