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sabato 6 gennaio 2018

da Eligia lericina, di François Cheng

da Elegia lericina
(...)

S
ì, dobbiamo ritrovare quel bene perduto.
Scrutare la nuda verità, per ravvisare
la sicura bellezza. Giacché tu fosti Ariele,
l'Allodola tu fosti. Angelo decaduto
o in te un innato daimon, eri tu nostalgia?
Eri profezia? Al di là dell'uomo che ragiona,
l'uomo non eri che risuona a un canto inaudito?
Più che ladro di fuoco, tu ci portasti delle
faville da cui sprizzava l'illuminazione.
Lampada di minatore in fronte, divenisti
stanatore dei sortilegi di questo mondo:
volta stellata specchiante campi di azalee,
sinuosa grazia femminea delle colline,
acqua di un lago mutata in vapori di nubi,
e risa di fanciulli nei sorrisi di amanti,
ardente ricerca di un volto troppo lontano,
assetati bisbigli che un bacio ecco sigilla...


 François Cheng
da "Un richiamo oltre lo spazio e il tempo"
traduzione di Marco Cipollini
 
Claude Monet
"Lehavre", marina

 
le vie del mare, dell'acqua,
sconfinate, infinite, eterne;
nel mare dei pensieri si affoga,
io sto a malapena a galla...

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