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lunedì 31 dicembre 2018

Pensierino di fine anno, di Gujil

 
pensierino di fine anno,
anche questo passato, alle spalle,
percorsi di fronte, i soliti, normali,
gioie e dolori, forse più gioie,
ma le tristezze si sentono più forti;
mi ritroverò a cercare sereni approdi,
mi dedicherò all'ambiente col cuore...
 
Gujil

domenica 30 dicembre 2018

Cuore di legno, di Primo Levi

Cuore di legno

 Il mio vicino di casa è robusto.
E’ un ippocastano di corso Re Umberto.
Ha la mia età ma non la dimostra.
Alberga passeri e merli, e non ha vergogna,
in aprile, di spingere gemme e foglie,
fiori fragili a maggio,
a settembre ricci dalle spine innocue
con dentro lucide castagne tanniche.
È un impostore, ma ingenuo: vuole farsi credere
Emulo del suo bravo fratello di montagna
Signore di frutti dolci e di funghi preziosi.
Non vive bene. Gli calpestano le radici
I tram numero otto e diciannove
Ogni cinque minuti; ne rimane intronato
E cresce storto, come se volesse andarsene.
Anno per anno, succhia lenti veleni
Del sottosuolo saturo di metano;
è abbeverato d’orina di cani,
le rughe del suo sughero sono intasate
dalla polvere settica dei viali;
sotto la scorza pendono crisalidi
morte, che non saranno mai farfalle.
Eppure, nel suo tardo cuore di legno
sente e gode il tornare delle stagioni.
10 maggio 1980
 
Primo Levi
 
 
anch'io ho un amico robusto,
sta crescendo, vive, dà riparo;
il noce è maggiorenne ora,
mi guarda dall'alto, mi vedrà partire...

sabato 29 dicembre 2018

Countdown, di Anonimo

 
Countdown
 
Meno 3, vediamo chi c'è?
dietro i vetri appaiono fantasmi
luce di giorni passati.
 
Meno 2, dove mai saremo?
ricordo partenza di un treno
che mai non seppi fermare.
 
Meno 1, no dirlo a nessuno
ma ho molto peccato in parole,
opere e omissioni senza pentirmi.
 
0, a volte sono sincero,
spesso ripiego a posizioni tranquille,
cerco la vita, si sta assottigliando.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 

venerdì 28 dicembre 2018

A quel tempo, di Ghiannis Ritsos

A quel tempo

Di notte si sente l’eco dei grandi giorni gloriosi,
case, foreste e navi incendiate,
cavalieri galoppavano sui campanili, scendevano giù in pianura,
altri raccoglievano i morti, levavano bandiere,
altri disegnavano mezzelune rosse sui muri. Ora
un calesse senza vetturino passa sulla litoranea
e il cane randagio nero guarda il fiume
come se conoscesse già quello che noi ci rifiutiamo di vedere.

Karlòvasi, 30.VI.87

Ghiannis Ritsos
da "Molto tardi nella notte"
traduzione di Nicola Crocetti
 
 
tempo fa, "once upon a time",
ho rivisto vecchie fiabe, amate,
condivise con chi ho amato tanto;
rimane un accenno di solitaria tristezza...

giovedì 27 dicembre 2018

Il sogno, di Michail Lermontov

Il sogno
 
Nel Daghestan scosceso bruciava il mezzogiorno,
ed io giacevo inerte dal piombo trapassato:
l'orribile ferita bruciava ancora intorno;
a goccia a goccia il sangue colava inesorato.
Solo giacevo steso nella sabbiosa valle.
Si stringevano le rupi frastagliate e contorte:
il sole divampava sulle loro vette gialle
e su me, chiuso in un sonno tenace come morte.
Sognavo... Nel mio luogo natale, a tarda sera,
ferveva un gran banchetto fra ceri sfavillanti:
giovani donne, cinte da fresca primavera
di fiori, discorrevano di me gaie e festanti.
Ma sola, pensierosa, ignara del rumore
delle altre, una sedeva stretta in silenzio arcano:
in un funereo sogno pareva il giovane cuore
sperduto e trasportato chissà dove, lontano...
Essa un profondo borro del Daghestan sognava,
dove una forma nota giaceva irrigidita:
fumava, nereggiando nel petto, una ferita,
e il sangue a goccia a goccia, seccando al sole, colava.
 
Michail Lermontov
 
 
posti brulli, lontani e vicini,
insorge un alibi da sempre;
scoscese rupi intentano ostili
ambiti reconditi e recessi...

mercoledì 26 dicembre 2018

Santo Stefano 1938, di Leonardo Sinisgalli

Santo Stefano
1938

Stasera s'indovina al chiaro delle nevi
Che il giorno avanza con passi di gallo.
Dalla mia stanza erta
Guardo il ballo delle ombre nel solstizio.
C'è nell'aria un indizio
Di vita nuova, una speranza certa.
Forse è il cuore che smania
In questa bianca squilla remota
O il vento che si stana.
Tra lo stridore delle pale il giorno
Vuoto è scacciato, un anno s'allontana.
La luna tardi splenderà sul selciato.

Leonardo Sinisgalli
da 'Vidi le Muse', Mondadori, 1943
 
Filippo Lippi
"Nascita di Santo Stefano"
 
Il giorno dopo Natale, si riposa,
un cuore di sasso ora è carne
l'anno s'inoltra alla sua fine
il tempo, fuori, s'annebbia...

martedì 25 dicembre 2018

Natale, di Salvatore Quasimodo

Natale

Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
 
Salvatore Quasimodo
 

 
amore, saggezza, dolore,
una festa che arriva di notte;
Natale, è qui, stamattina,
nel silenzio mattutino di oggi...

lunedì 24 dicembre 2018

Alla vigilia di Natale, di Bertolt Brecht

Alla vigilia di Natale
 
Oggi siamo seduti, alla vigilia
di Natale, noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
perchè tu ci sei davvero necessario.
 
Bertolt Brecht
 
Risultati immagini per alla vigilia di natale bertolt brecht
Stepan Feodorovich Kolesnikov
"Vigilia di Natale"
 
vigilia, ma non sento il clima festivo,
Natale è dei bimbi, gli adulti si scordano;
la neve, manca la neve ma nessuno la vuole,
intasa le strade, soffoca il traffico...vigilia di Natale di
 
 

domenica 23 dicembre 2018

La visita, di James Laughlin

La visita
 
Dimmi ragazza implacabile chi
ti credi di affamare
 
con quel tuo eterno silenzio?
rifiuti di vedermi non
 
rispondi alle mie lettere né
al telefono eppure il mese scorso
 
per ben sei volte sei
entrata nei miei sogni e con una
 
luce incommensurabile hai
inondato il mio sonno le tue
 
visite sono meravigliose sei
più tenera più gaia di quanto
 
tu sia mai stata prima ritorna
ancora e ancora ragazza
 
implacabile torna il mio amore
ti sta aspettando
 
James Laughlin
Traduzione di Marco Datini
 
 
andare a trovare qualcuno, invitati,
si spende qualche ora lieta, serena;
lasciamo gli affanni nelle nostre case,
lasciamoli soli, almeno per ora....

sabato 22 dicembre 2018

Malìa e compianto, di Lucio Mariani

Malìa e compianto
             a Emilia, in memoriam

(…)
Regina, la verità non rese mai giustizia ai dispersi
né al custode della loro memoria, escluso qualche
suddito del mito. Dopo una grande morte
dopo una morte che tutti fa più morire, il grido
batte contro la parete dei gesti, contro gli onesti
e torpidi plurali (chiavi, resti, bottoni, avvisi, occhiali)
poche notti e si disfa in dolenzìa, refuso bianco,
usata spina.
Dicono che patire è come tutto, è quantità finita.
E trovi sempre chi lavora a provartelo, dovunque trovi
piatti di carne, reti di strade ammalorate e gatti senza
ritegno, indifferenti persino a sé, figurarsi agli assenti.
Ma per chi muove le mani nella terra, il ricordo
di un viso è il cristallo improvviso di sale.
Buonanotte regina, siamo qui, ti tengo fra le braccia. 
 
Lucio Mariani
da "Farfalla e segno"
 
 

tanti i compianti, tra malìe dimenticate,
le spose antiche, le vesti e le fotografie;
come in un retaggio di cultura passata
mi vedo a origliare nei nomi saputi...

venerdì 21 dicembre 2018

O di oceano, di Juan Larrea


O di oceano
 
Antonio
le navi caricano e scaricano come gli occhi dei testimoni
ma con tutto ciò son ben lontano dall'amare la boxe
lontano dalla vita lontano dalla morte
lontano dal pensare alla spugna bucherellata di punti di vista
Sui lillà di carne che assorbono l'equinozio
guarda questo colore di frase guarda questi nodi di ruscello
guarda questa speranza che cambia livello sotto i tuoi occhi
e queste pieghe di speranza che la rivestono
Vecchia zitella il mare
s'allontana soave
Ha un nodo alla gola ma io son lontano
lontano dalla morte lontano dalla vita
lontano dal circondare d'attenzione le  mie vecchie ossa di prateria
avendo come sola esperienza le nebbie
 
Antonio amico mio
non ci sarebbero volti senza paesaggi dopo la pioggia
 
Juan Larrea
 
 
il mio nome campeggia sui volti
si staglia, reclina, arretra spesso;
amico mio di sempre dove stai?
ancora ricordi, ancora passato...

giovedì 20 dicembre 2018

Haiku n°3, di anonimo

 
Haiku n°3
 
il gelo è un decoro
di acqua compattata in ghiaccio,
il cocktail è pronto da bere.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

mercoledì 19 dicembre 2018

Lo scricciolo, di Corrado Govoni

Lo Scricciolo

Su e giù, va e viene sempre inquieto,
fruga e becca tra gli spini:


qua un seme, là una goccia ed una foglia
senza che di mangiare abbia gran voglia,
senza saper se voli o se cammini.

Somiglia alle ragazze più vivaci:

le tieni ferme solo con i baci.

Corrado Govoni
 
  
sui rami spogli del noce, due,
insieme danzano nel gelo pungente;
scriccioli, credo, folletti del freddo
rallegrano un poco il mio declino....

martedì 18 dicembre 2018

Impressione, di Christoph Wilhelm Aigner

Impressione

Sulla mia spalla vicino al collo
la pelle si inarca
Se ricordo bene
è proprio la forma della tua guancia

 
Christoph Wilhelm Aigner
da "L'amore in versi"
traduzione di Riccarda Novello
Claude Monet
"Impressione, sole nascente"
1872 Musée Marmottan, Parigi
 
 
 
qualcuno delle impressioni nascenti
ha creato opere indimenticabili,
qualcuno non ha mai un' impressione;
io, mi impressiono assai...
 

lunedì 17 dicembre 2018

San Lazzaro di Betania, di Anonimo

San Lazzaro di Betania
 
San Lazzaro di Betania
 
Vedesti Dio, uomo risorto,
la morte ghermiva il tuo corpo,
abbandonasti tutti gli affetti
nel fiore dei tuoi anni.
 
Vedesti Dio e capisti
la fragilità di essere uomo,
tornasti alla vita, di nuovo,
ma nessuno sa che vita vivesti.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 

domenica 16 dicembre 2018

Domenicale, di Anonimo

 
Domenicale
 
Silenzio mattutino, greve,
ovattati pensieri giacciono schivi
in riposti angoli del cuore.
 
Vorrei avere e sentire
passare il treno della vita altrui,
poterlo fermare e gioire, poterlo toccare
  
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate

sabato 15 dicembre 2018

Una scatola di spezie, di Abba Kovner

Una scatola di spezie
 
Non sai mai dove comincerai -
 da una semplice parola, un suono, una porzione chiusa -
Non sai mai se la causa immediata
è il profumo dell’erba falciata,
o il gruccione avvelenato
caduto tra i gerani
come concausa
al suono di una campana nascosta -
 
Non lo sai mai. Quella che chiamiamo anima
è come una scatola di spezie sigillata.
Finché è chiusa il senso dell’olfatto resta in attesa
impotente. Aperta –
beati gli anosmici che non conoscono
il brivido delle narici riempite
dall’aroma della resina
il fremito sottile
di inghiottire la prima vocale
prima che cali e si mescoli
con il caos.
E il suo penetrare.
Il sudore.
Il piacere.
E il dolore.
 
Abba Kovner
da "Shirat Rosa", 1987
 
 
spezie, profumi di oltremare, belli,
frangipane e onde, polveri antiche;
La Spezia, adotta un poetastro, escono
versi a fiumi, parole scomposte...

venerdì 14 dicembre 2018

Un angelo storpio, di Archibald Randolph Ammons

Un angelo storpio
                 

Un angelo storpio ricurvo in una falce di dolore
piangeva in un lotto vuoto
     Passando mi fermai
divertito dell’addolorarsi dell’immortalità
e dissi
Dev’essere sublime
Il fumo usciva dalle orecchie dell’angelo
          gli assali
     di lente ruote del dolore
e sotto le palpebre bianche
si gonfiavano lacrime di luce violacea
Osservando l’agonia diffondersi in
          un lutto informe
interposi un’arpa
     L’atmosfera se ne appropriò entusiasta
e l’angelo
pregando per le cose del tempo
lasciò cadere le dita e bruciò
le corde liriche causando meraviglia

Il dolore risuonò come un oceano si sollevò
     in abiti splendenti
e il fuoco
erompendo sugli arti salendo
s’appiccò alle ali divaricate
     in un turbine di ascesa
Presi un arco e tirai trafiggendo
l’angelo a mezz’aria
tutto un miracolo di fuoco sospeso
alle travi del cielo
 
Archibald Randolph Ammons
da "L'Angelo storpio"
Traduzione di Paola Loreto

 
incredibilmente assidua l'anima,
persegue, insiste, accetta sempre;
angeli cadono come foglie nel cielo
del nostro infinito peccato mortale...

giovedì 13 dicembre 2018

Ho fotografato..., di Abbas Kiaroztami

Ho fotografato un albero
ed è arrossito
che ci crediate o no.
 
Abbas Kiarostami
 
 
haiku o non haiku, non so,
eppure freschi questi versi;
in me suscita serena consapevolezza,
si ode in loro un cenno di pace...

mercoledì 12 dicembre 2018

Sei qui, volteggia l'uccello del vento..., di Philippe Jaccottet


Sei qui, volteggia l’uccello del vento,
tu mia dolcezza e ferita, mio bene.
Sfuma la luce di antichi torrioni,
la tenerezza schiude i suoi sentieri.

La terra ora ci è patria. E ci inoltriamo
tra l’erba e tra le acque, dentro il bosco,
dal luccichio dei baci in questa vasca
a quello spazio in cui cadrà la lama.

“Dove siamo?” Perduti dentro il cuore
della pace. Qui, più nessun rumore.
Ma sotto scorza e fango, sotto pelle,

il sangue con la sua forza di toro,
che fugge, che ci rimescola e scrolla,
come sui campi i rintocchi sonori.
 
Philippe Jaccottet
da "Lo slancio del vento"
Traduzione di Fabio Pusterla
 
Risultati immagini per uccello nel vento
 
un inno alla natura, alla terra,
ci stiamo rovinando il futuro,
fingiamo che non sia vero, mentiamo
anche a noi stessi, ai nostri figli...

martedì 11 dicembre 2018

Oxford, di Ryszard Kapuściński

Oxford
 
La notte
tra sabato e domenica
in questa città
non concilia il sonno
nella via principale rumore di pneumatici
grida si muovono sotto le finestre
sono discorsi allegri e superficiali
non posso dormire
leggo in una rivista che
l’infarto di solito colpisce le sue vittime
tra le 8.00 e le 9.00 del mattino
 
sono le 2.15.
 
Ryszard Kapuściński
da “Leggi naturali”, 2006
 
 
luoghi, altri come i miei, eppure,
le situazioni che cambiano, gli eventi;
stare in un posto significa avere luogo,
si sente qualcosa per qualcosa, si ama...

lunedì 10 dicembre 2018

Riflesso autunnale n° 11

  
quasi più non mi importa,
sto finendo il tempo del lusso;
lavorare è un addendum, un onere,
mi ritrovo a pensare al domani...
 
Gujil

domenica 9 dicembre 2018

Pelli, 1., di Charles Wright

Pelli
1.

Qualsiasi solco tu scavi nella terra rossa,
a qualsiasi albero appenda le tue luci,
viene il momento
in cui quel che sei è quel che sarai
fino alla fine, a qualunque
preghiera tu risponda – una vita
in margine, bianco della mela, bianco dell’occhio,
per quanto a lungo tu stenda le mani.
Uno sguardo indietro, uno sguardo indietro. Davanti,
          distante,
un grido stride come gesso sulla lavagna.
Fra macerie e pietrame, arenaria e flussi di marea,
vai dove il deflusso ti porta,
una parola per volta, contando
ancora i tuoi denari, indosso abiti transitori.
 
Charles Wright
da "Breve storia dell'ombra"
Traduzione di Antonella Francini
 
Risultati immagini per pelli
 
precarietà della vita, della storia,
siamo passaggi e deflussi energici;
la carica elettrica è emotiva,
la stanza si illumina di luce riflessa...

sabato 8 dicembre 2018

Haiku n°7, di Jorge Luis Borges

7
 
Da quel giorno
non ho toccato i pezzi
sulla scacchiera.
 
Jorge Luis Borges
 
 
siamo pedine
nelle mani di Dio,
siamo soli nell'universo

venerdì 7 dicembre 2018

Haiku n°2, di Anonimo

 
N°2
 
non so dire
parole certe e sicure
i pensieri assumono pose...
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku ritrovati

giovedì 6 dicembre 2018

L'ignorante, di Philippe Jaccottet

L’Ignorante

Più invecchio e più io cresco in ignoranza,
meno possiedo e regno più ho vissuto.
Quello che ho è uno spazio volta a volta
innevato o lucente, mai abitato. E il donatore
dov’è, la guida od il guardiano? Io rimango
nella mia stanza, e taccio (entra il silenzio
come un servo che venga a riordinare),
e attendo che a una a una le menzogne
scompaiano: cosa resta? Cosa rimane a questo moribondo
che gli impedisce ancora di morire? Quale forza
lo fa ancora parlare tra i suoi muri?
Potrei saperlo, io, l’ignaro e l’inquieto? Ma la sento
parlare veramente, e ciò che dice
penetra con il giorno, anche se è vago:

“Come il fuoco, l’amore splende solo

sulla mancanza, e sopra la beltà dei boschi in cenere…”
 
Philippe Jaccottet
da "Lo slancio del cuore"          
Traduzione di Fabio Pusterla
 
 
a volte è meglio non conoscere,
ignoranza allunga la vita, quasi,
chi sa subisce il sapere,
chi ignora vive fin che riesce...

mercoledì 5 dicembre 2018

Riflesso autunnale n°10

Risultati immagini per ansia
 
non so cos'è, ma c'è,
questo attimo di incertezza e stupore
anima e distoglie attenzione;
non so cos'è,
eppure intralcia il pensare
si spande e assopisce i sensi
fa crescere l'ansia,
non so cos'è....
 
Gujil

martedì 4 dicembre 2018

Mare, di Juan Ramon Jimenez

Mare
 
Solo un momento! Mare, poter essere
ogni istante diverso, come te,
forte, senza cadute -
Mare calmo, - di cuore freddo e di anima eterna -
mare, ostinata effigie del presente!
 
Juan Ramon Jimenez
da "Diario de un poeta reciencasado" (1917)
 
Risultati immagini per fiumaretta mare
 
il mare, il mio mare, quello nostro, amico,
lo pensavo distante, distratto, lontano,
invece è noi, diventato uno con tutti, nostro;
ritornare non è così duro come altrove...

lunedì 3 dicembre 2018

Non guardo di fino, di Agostino Colombo

Non guardo di fino
 
Sono uno che non guarda di fino, non un pignolo; non
     uno spaccapelo,
a me basta camminare accanto al carro, sentire lo zoccolo
     quieto,
un toc dopo l’altro; e andare: a briglia sciolta
mi scelgono le strade, come per la necessità del caso
e se sono tanti gli imbocchi uno solo è lo sbocco: un prato
dove ti troverò distesa e candida. Hai un vestito tutto
     ricamato a fiori
e sei giovanissima, come me del resto che mi stendo accanto
tra le labbra uno stelo e la camicia bianca e pulita
e guardiamo tutti e due il cielo che non ha nuvole
e posso toccarti come fossimo in vita; invece siamo eterni
e vediamo ogni specie di fiore e di pianta e di animale
e il cavallo che tanto ha faticato è lì anche lui e quieto.
 
Agostino Colombo
da "Ci fosse un'altra vita"
 
  
i particolari, quelli che colpiscono,
sono immagini, presenze, ricordi;
restiamo aggrappati a loro come edera
eppure non sempre sono importanti...
 

domenica 2 dicembre 2018

Respiro, di Elpidio Jenco

Respiro
 
Questo tremor d'acque argentate
è il respiro pacifico della montagna
che tutta amorosa dolcezza
di chine nel lago si bagna,
alla luna di mezza estate...
 
Elpidio Jenco
da "Cenere azzurra", 1932
 
 
il fiato che ci sostiene, ci nutre,
quello che a volte manca, di sera;
il respiro, la vita, i ricordi serrati,
siamo attimi in balia degli eventi.....