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venerdì 31 luglio 2020

Protocollo marino #9


Protocollo marino #9

Superati gli scogli, risolti i marosi, mareggiamo,
come fossimo inaffondabili barche marine;
siamo balia delle onde, ondeggiamo dunque, come relitti,
la prua rivolta a un orizzonte che non vogliamo raggiungere

Gujil



giovedì 30 luglio 2020

Protocollo marino #8

Protocollo marino #8

against all odds, una bella canzone, il film 
era così così, lei bellissima; il mare stupendo;
ora i contrasti si stanno risolvendo
io continuo a essere preda dell'ansia

Gujil
 
 

mercoledì 29 luglio 2020

Protocollo cittadino #28

Protocollo cittadino #28

si rompono indugi, ora si parte,
nuovi lidi, risapute spiagge attendono;
saremo bagnati da risacche e onde,
saremo uomini di mare, per un poco...

Gujil


martedì 28 luglio 2020

Saluterò di nuovo il sole, di Forough Farrokhzad


Saluterò di nuovo il sole

Saluterò di nuovo il sole,
e il torrente che mi scorreva in petto,
e saluterò le nuvole dei miei lunghi pensieri
e la crescita dolorosa dei pioppi in giardino
che con me hanno percorso le secche stagioni.
Saluterò gli stormi di corvi
che a sera mi portavano in offerta
l’odore dei campi notturni.
Saluterò mia madre, che viveva in uno specchio
e aveva il volto della mia vecchiaia.
E saluterò la terra, il suo desiderio ardente
di ripetermi e riempire di semi verdi
il suo ventre infiammato,
sì, la saluterò
la saluterò di nuovo.
Arrivo, arrivo, arrivo,
con i miei capelli, l’odore che è sotto la terra,
e i miei occhi, l’esperienza densa del buio.
Con gli arbusti che ho strappato ai boschi dietro il muro.
Arrivo, arrivo, arrivo,
e la soglia trabocca d’amore
ed io ad attendere quelli che amano
e la ragazza che è ancora lì,
nella soglia traboccante d’amore, io
la saluterò di nuovo.

Forough Farrokhzad
da "Un'altra nascita", 1964

Vincenzo Cabianca
"Mattutino"

come ogni mattino, all'alba ad est,
quando il cielo è terso e sono solo;
il silenzio mattutino è grande, chiaro,
mi impenno nell'orgoglio, vivo come riesco...

lunedì 27 luglio 2020

Protocollo cittadino #27

Protocollo cittadino #27

Si sfaldano i sogni
in rivoli di realtà mattutina...

Gujil


domenica 26 luglio 2020

Domenica mattina, di Laura Marchetti

Domenica mattina

Odore di caffè latte
Seguito dal ragù che brontolava sul fuoco
Il cucchiaino affogato nell'oro dello zabajone
Mi veniva a chiamare
Coraggio alzati che è domenica
I calzettoni bianchi in fondo al letto
Il vestito della festa
I capelli puliti e pettinati
La messa alle undici e chi era fortunato
Anche il pacchettino di paste con il fiocco
E correre incontro alla libertà
Dove ti nascondi oggi?
Distratta da altri profumi
Ricette strane che non hanno sapore
E lei che fugge sempre ad inseguire il dovere
e non ho più le gambe Di allora
basterebbe il tempo o solo il coraggio
Intrappolata in labirinti
In strettoie che tolgono il fiato
Persa dentro specchi che diventano pozzi
Senza via d'uscita
Quella che rincorro dentro una divisa
Che di domenica mi va sempre troppo stretta
Quando mi alzo e non sento più i sapori
Non sento più i profumi non vedo più i colori
Non suonano più le campane come allora
che voce
che intensità quel richiamo
Che gusto aveva
quella carezza un po' bambina
Di una domenica mattina

Laura Marchetti
Edward Hopper
"Eleven A.M"

domenica mattina è silenzio, riposo,
i molti dormono fin tardi, poltriscono;
festa scandita da ritmi usuali, risaputi,
stanco di tutto arranco nel tempo...

sabato 25 luglio 2020

Sogno, di Arturo Graf

Sogno


Sempre mi torna come un sogno in mente
Una sera d’esta, dolce e serena,
Un poggio, un bosco, una pianura amena,
Distesa in giro interminabilmente.

In uno sfondo di mirabil scena
Cadea, cinto di nubi, il sol rovente;
Vaporavano i campi, e la fremente
Brezza auliva di spigo e di verbena.

D’una fanciulla innamorata il canto
Venia da lungi, e que’ teneri lai
Di dolcezza m’empieano il core affranto.

Sempre mi torna il luminoso e blando
Sogno alla mente, ne potro giammai
Saper dov’io l’abbia sognato e quando.

Arturo Graf


nel sogno ci rifugiamo spesso, sperando,
sia bello, non incubo, e a volte funziona;
siamo sfere di sentimenti alla rinfusa,
scopriamo l'ovvio e lo crediamo nostro...

venerdì 24 luglio 2020

Avvento, di Patrick Kavanagh

Avvento

Troppo abbiamo provato e potuto, amore –
per larga cruna non passa stupore.
Ma qui nella stanza buia dell’Avvento
dove il pane nero e il tè amaro
della penitenza evocheranno il lusso
dell’infanzia, renderemo al Giudizio
il sapere di cui fummo ladri, non maestri.

E la novità che in ogni vecchia cosa
vedevamo bambini: la meraviglia
folgorante in una nera collina dell’Ulster
o lo stupore profetico nel discorso tedioso
di un vecchio stolto si risveglieranno per noi e porteranno
te e me al cancello del cortile a guardare i ginestroni
e i pantani, le strade, le vecchie stalle dove incomincia il Tempo.

Oh dopo Natale non ci sarà bisogno che cerchiamo
la differenza che fa bruciare una vecchia parola -
la sentiremo nelle sospirate ragioni di un movimento
o nelle vie dove sbandano i ragazzi del paese.

E la sentiremo anche nella dignità degli uomini
che scaricano lo sterco sotto gli alberi del giardino,
ovunque la vita sia normalmente abbondante.
Non saremo ricchi, amore mio, e volendo
Dio non chiederemo il pagamento della ragione,
il perché dell’estraneità struggente delle siepi piegate
né analizzeremo il respiro di Dio in un’affermazione normale.
Abbiamo gettato nella spazzatura le monete di fango
che ripagavano il piacere la conoscenza e il sentimento –
E Cristo viene con un fiore di gennaio.

Patrick Kavanagh
da "Il mito dell'Irlanda"
traduzione di Nicola Gardini


attesa, si qualcosa, di qualcuno,
le ansie, i timori, le gioie e i dolori;
frasi fatte si alternano a pensieri, sempre,
in un crescendo che non conosce fine...

giovedì 23 luglio 2020

Sorrisi, di Evgenij Evtusenko

Sorrisi


Erano tanti un tempo i tuoi sorrisi:
sorpresi, maliziosi, festosi sorrisi,
tristi a volte un tantino, ma tuttavia, sorrisi.
Non uno è rimasto a te dei tuoi sorrisi.
Troverò un campo dove a centinaia crescono i sorrisi.
Te ne porterò una bracciata dei più bei sorrisi.
Tu mi dirai che non hai bisogno di sorrisi,
ché troppo ti hanno stancato i miei e gli altrui sorrisi.
E hanno stancato anche me gli altrui sorrisi.
E hanno stancato anche me i miei propri sorrisi.
Di difesa ne ho tanti di sorrisi,
che mi rendono ancora meno facile ai sorrisi.
Ma, a dire il vero, io non ho sorrisi.
Sei tu per la mia vita l’ultimo dei sorrisi,
sorriso, che sul volto non ha mai sorrisi.


Evgenij Evtusenko 
da Stichi raznych let, 1959



a fior di labbra, profondi e nascosti,
rivedo il sorriso sui volti che amai;
ora siamo in periodi diversi, lunghi,
il fiato ci dice che il sorriso rimane....

mercoledì 22 luglio 2020

Protocollo cittadino #26

Protocollo cittadino #26

forse rimangono cose non dette,
probabilmente nascoste in riposti angusti;
siamo sempre alla ricerca di cose,
sempre perennemente in movimento.

Gujil


martedì 21 luglio 2020

Dicono che un buon bagno..., di Lucía Rivadeneyra

Dicono che un buon bagno
cancella tutto.
Io è da anni che mi bagno
mi strofino
mi arrosso
e non ho potuto strapparmi
le tue mani.

Lucía Rivadeneyra

Edgar_Degas
"Femme dans son bain s'épongeant la jambe"
Musee d'Orsay - Paris

lavarsi via le colpe, le vergogne,
sarebbe bello e facile, forse troppo;
siamo animali di pulsioni e gridi,
siamo meteore e non capiamo il tempo...

lunedì 20 luglio 2020

Promemoria dell'amore, di Katerina Anghelaki-Rooke

Promemoria dell'amore

Se l'amore ti ha dimenticato
tu rammentalo di nuovo
quando il tuo sguardo sfiora la natura
i pendii, le onde
gli alberi caducifogli
che non dubitano mai delle stagioni
gli animali che escono
dal ventre della madre
sanno già come vivere
come difendersi dai nemici
designati dalla natura.
Bada solo che il ricordo che rivive
non cada sul mucchio
delle aspettative tradite
dei sogni non realizzati.

 Katerina Anghelaki-Rooke
da "Amore e natura"
traduzione di Nicola Crocetti



i ricordi sono il promemoria, l'amore,
da ragazzi, da adulti e da vecchi;
siamo preda di passioni ancestrali,
i sentimenti sono corollario di rito...

domenica 19 luglio 2020

Domenica, di Giovanni Pascoli

Domenica
 
Domenica! il dì che a mattina
sorride e sospira al tramonto!..
Che ha quella teglia in cucina?
Che brontola brontola brontola.
È fuori un frastuono di giuoco,
per casa è un sentore di spigo..
Che ha quella pentola al fuoco?
Che sfrigola sfrigola sfrigola..
E' già la massaia ritorna da messa;
così come travasi adorna s'appressa:
 la brace qua copre, là desta,
passando, frr, come in volo,
spargendo un odore di festa,
di nuovo, di tela e giaggiolo.

Giovanni Pascoli

Paul Signac
"Un dimanche"
collezione privata
rammento le domeniche in campagna,
l'odore di buono la mattina presto,
nonna ai fornelli, il gorgoglio del fosso;
fanciullezza ormai lontana, ricordo...

venerdì 17 luglio 2020

Futuribili, di Fernando Bandini

Futuribili

Non ci sono serrature alle porte
dopo le bombe.
Si può entrare e uscire a piacimento
c’è un viavai di guerrieri.
Gettano biglie d’acciaio
contro i vetri superstiti,
saccheggiano,
fanno all’amore sul pavimento
delle cucine vuote.
Io vorrei ritrovare la regina Ginevra
ma sono troppo stanco.
Sulla strada per Gorre è stata violentata
da un birmano e da un greco.

Fernando Bandini

la devastazione rimane, si tocca,
le via distrutte, le case morte;
la guerra di allora come adesso,
siamo animali di stupidità assoluta

giovedì 16 luglio 2020

Le più lodate, di Amalia Guglielminetti

Le più lodate

E le esaltai: – Lodate voi, Sorelle,
dal puro giglio fra le pure mani,
simili a incerti albori antelucani
nell'ondeggiar delle figure snelle.

Lodate voi, dagli occhi di gazzelle
dolci, che un raggio abbaglierà domani,
attonite a un fiorir di cuori umani
come di rose in primavere belle.

Ma più lodate voi, cui brilla al ciglio
tremor di pianto, e voi che del più amaro
sangue del cuor battezzerete il giglio.

Più lodata colei che avrà premuto
nell'anima il singulto e il sogno caro
sola, nell'ombra del suo duolo muto.

Amalia Guglielminetti


una lode meritata e flebile eppure
piena di ammirazione ed affetto;
un altro tassello del tutto, ancora,
vicina la meta ora sembra davvero...



mercoledì 15 luglio 2020

Protocollo cittadino #25

Protocollo cittadino #25

nel flebile richiamo dei sensi
ripongo speranze future, di vita;
è immobile il senso del vento,
nel tempo, con solo risvolti di sole...

Gujil



martedì 14 luglio 2020

Se durassimo in eterno..., di Bertolt Brecht

Se durassimo in eterno
Tutto cambierebbe
Dato che siamo mortali
Molto rimane come prima.

Bertolt Brecht


verità per verità siamo schiavi,
di noi stessi, dei nostri sensi;
siamo effimeri eppure così pesanti,
roviniamo i percorsi, distruggiamo cose...

lunedì 13 luglio 2020

Sempre più scolorita, di Arturo Graf

Sempre più scolorita

Sempre piu scolorita,
Sempre piu fredda e vile,
La mia povera vita
Muore di mal sottile.

Segue al verno l’aprile,
Che ai dolci sogni invita,
E mai non muta stile
La mia povera vita.

Ahi, come lente, uggiose
L’ore, i di foschi e soli!
Ahime, come m’annojo!

Rifioriscon le rose,
Cantano gli usignuoli,
E di tristezza io muojo.

Arturo Graf




l'allusione alla tubercolosi è viva
e la malattia ancora esiste e colpisce;
siamo in era Coronavirus, pandemica,
la situazione continua e noi si vive...


domenica 12 luglio 2020

Era quel prato il mondo, di Sibilla Aleramo

Era quel prato il mondo

II prato fiorito di ranuncoli d'oro
pareva in cammino nel vento,
e come due bimbi in una favola
noi immobili condurre
verso i monti e le morbide nuvole.

Niuna voce intorno, niuna presenza,
lontano il mondo,
ma era quel prato il mondo,
così disteso oro su ondanti esili steli,
oh ricchezza senza peso e libera,
oh in noi fondo appagamento,
oh vaghissima pace
nel ricordo in eterno vera,

vera favolosamente e d'oro.

Sibilla Aleramo


fioriti o piani d'erbe profumate, i prati,
densi di umori e aromi, gli insetti;
l'amore bambino, baci nascosti e sole
in impeti ormai relegati, ricordi lontani...


sabato 11 luglio 2020

Nessuna parola, di Fernando Bandini

Nessuna parola
 
Così abbagliante ormai
la distesa di neve che la retina non ce la fa.
Tutto è silenzio dopo la schianto dei rami,
nessuna parola aveva colto nel segno.

Fernando Bandini


nessuna parola può come lo sguardo,
quello di quando la sincerità prevale
e pervade a lungo i sensi e l'anima;
l'ho provato, a volte, nel dolore...

venerdì 10 luglio 2020

Due cure per l'amore..., di Wendy Cope

Due cure per l’amore
Prima: Non vederlo. Non chiamarlo, non scrivergli.
Seconda: Più semplice. Impara a conoscerlo meglio.

Wendy Cope


poche parole ma piene di senso,
verità celate a volte appaiono nitide;
siamo animali di affetti e lo sappiamo,
siamo in cerca di compensazione e felicità...

giovedì 9 luglio 2020

Felice chi è diverso..., di Sandro Penna

Felice chi è diverso
Essendo egli diverso
Ma guai a chi è diverso
Essendo egli comune

Sandro Penna


diversità è un valore, credo,
nascosti nell'ombra osserviamo
le differenze, le caratteristiche,
quelle di altri ovviamente...

mercoledì 8 luglio 2020

Protocollo cittadino #24

Protocollo cittadino #24

nell'immensa stupidità umana trova posto l'inerzia,
l'attesa è un qualcosa che tutti sanno mettere in pratica;
io credo che sia il momento di fare, come sempre,
eppure non vedo risoluzioni in merito alla questione di vivere...

Gujil


martedì 7 luglio 2020

Sorelle, di Amalia Guglielminetti

Sorelle


Sorelle, io errava taciti sentieri,
scuri or nell'ombra ed or chiari nel sole,
quando fanciulle in bianche lunghe stole
m'accostaron coi lor passi leggieri.

Chi avea negli occhi trepidi pensieri,
chi labbra vaghe di leggiadre fole.
A me ciascuna bisbigliò parole
caute, svelando tenui misteri.

Pareva ognuna un fiore di giunchiglia,
uno stel di ligustro o di giaggiolo,
e s'atteggiaron tutte a meraviglia

poi ch'io: – Non so se buon destin vi manda –
risposi. – A ognuna il suo segreto involo:
ch'io ven sappia foggiar degna ghirlanda.

Amalia Guglielminetti






fratelli, pochi, molti andati, impensabile,
uno su tutti via, lontano dal fisico;
la stranezza, la vita cambiata, l'aiuto implorato,
non basta, l'orgoglio, la dismisura e la rabbia...