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mercoledì 28 febbraio 2018

Fanciulla dal fresco vestito, di Ghiorgos Stoiannìdis

Fanciulla dal fresco vestito 


Fanciulla dal fresco vestito,
diafana gloria del delicato azzurro,
fanciulla della bionda rugiada
che insegui i calici del vento,
fanciulla che sogno, tenue seta del sonno,
primaverile sussurro sopra rami lunari,
fanciulla della nuda acqua, dove il cigno si spezza le ali,
bianca come il turgido seno, fredda come il tuo cuore!
 
Ghiorgos Stoiannìdis
 
Pompei
"Primavera"

alle solite, ricordi,

come fresche immagini premono
sul cuore, nel cervello, anche
tra gli occhi ancora sognanti...

martedì 27 febbraio 2018

Densità relativa, di Bernard O'Donoghue

Densità relativa

 Stando a Pindaro è l'acqua la migliore delle cose.
Tutto a petto ad essa pare inferiore.
Così ho portato il dolore sulla cima della scogliera
dietro il Connor Pass dove la densità d'un cielo basso
incontra il mare. Che cosa dà alla nostra specie
il suo peso relativo, mi domando, mentre guardo il sole
che a tentoni cerca un'apertura tra una nube e l'altra
per dirigere i suoi raggi sui laghetti dell'entroterra
come brandelli di crespo inchiostrati e lì buttati
su un tavolo, un giochetto da ragazzi. E siccome i giorni
dalla morte di lei si fanno settimane, le settimane mesi,
     forse
può il vento di mare asciugarla ogni traccia di fluido dagli
     occhi.

Bernard O'Donoghue.
Da "Dietro il Connor Pass"
traduzione di Alessandro Gentili
 

 
relativo some tutto,
mi sforzo, continuo;
è un passaggio obbligato,
denso, pericoloso...
 

lunedì 26 febbraio 2018

Le alte avventure, di Maria Luisa Spaziani

 
Le alte avventure
 
Acquario, Cancro, Vergine, Bilancia,
buie reti di luna incontro al volo
del Sagittario. Squillano nel sogno
le fanfare dei Quattro Cavalieri,
sconvolgono fin dentro al cuore i boschi
profondi dei vent’anni,
dolci e perduti re da carte, amici
delle alte avventure.

Se sui mie boschi nevica
anche la brace è poca.
 
Maria Luisa Spaziani
da Le acque del Sabato, 1954
 
 
anche sui miei boschi ha nevicato,
sembra ieri eppure il tempo è passato;
infervorato da flebili segni mi spiego
gemello, in un volo radente, impossibile...

domenica 25 febbraio 2018

Ritorno del freddo, di Anonimo

 
Ritorno del freddo
 
Nei nidi gelati si stringono
piccole piume infreddolite,
il noce si staglia nel cielo
plumbeo, ritorno del freddo.
 
Dai vetri appannati osservo
la neve sul prato, bianca,
così mi ritrovo, mi sento,
un battito sordo, nel cuore.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate

venerdì 23 febbraio 2018

infiltrati del sogno..., di Anonimo

 
infiltrati del sogno,
nel sogno, oniriche vesti poi,
le sabbie infuocate, oasi,
perdute, lontane, nascoste;
io mi trovo da sempre...
 
Anonimo
del XX° secolo
frammenti ritrovati

giovedì 22 febbraio 2018

Porteremo i nostri corpi nel cielo..., di Mario Benedetti


Porteremo i nostri corpi nel cielo
saliremo con gli alberi,
le cattedrali di vetro e di roccia.
Mi dirai, dove siamo?
vestiti dallo sguardo delle antiche stelle
che leggeremo diversamente, diversamente
perduti nella terra e cielo, nella terra e cielo
uniti dalle lacrime
verranno padri buoni, madri semplici
con i mazzi di prezzemolo e i fiori degli orti.

Che cos'erano le estati, sai
mano nella mano,
che cos'erano queste nostre mani, dita strette
baciami ancora
baciami dopo i baci, dove vai
dove vai gambe come le mie, pelle.

Che cos'era parlarci, stanze
le strade e tanti uomini senza che nessuno sapesse
quella musica, quell'arte,
le nostre parole dopo le nostre
viso senza preghiere dormi, sei stanco.
Nel respiro dopo il respiro
          ti tengo senza abbracciarti, materia dolce
nel dormiveglia dei vivi
noi andiamo via, noi andiamo via.

 

Mario Benedetti

 
io e lei, insieme, ancora,
tempo passa, dolori, rimorsi,
le poche gioie a corollario
eppure così intense...

martedì 20 febbraio 2018

Novità del giorno d'oggi, di Giorgio Soavi

Novità del giorno d'oggi

Ho parlato con Dante
il quale mi ha giurato
che Beatrice non è mai esistita.
Ho sentito, al telefono, Petrarca,
il quale, sotto giuramento,
dice che Laura non si è vista mai.
Ma tu ci sei.
Perché mi togli il sonno,
o ti lamenti per il mal di gola.
E quando, piena di raffreddore,
vorresti delle mele,
dici: abore, portami delle bele.
Quindi esisti, perché si ride:
anzi: si scoppia a ridere
coniugando la emme di amore
che diventa abore:
tu sei il nuovo alfabeto italiano,
tu sei la risata intorno ai tuoi dolori,
alla tua febbre, al tuo gran bale.


Giorgio Soavi
da "Femminile", 2002
 
 
passato, come tale, ricordi...
la scuola, i poeti latini, il greco;
poi arrivò il vento, la poesia, quella
dei miei poeti e fu crepuscolo...

lunedì 19 febbraio 2018

Febbre leggera, di Jean-Baptiste Para


Una febbre leggera

Perdere quel che avrebbe potuto essere
ha lasciato una traccia,
una parola mancante
nel lato del fogliame
in cui gocciola il tempo.
L’inerte ha in sé una velocità
che non raggiungerò mai.
È la nostra stanza sulla strada.
Vorrei guardarti in viso
nell’attimo in cui il mondo prende fuoco.
Ma tutto ciò che è
soffre ad essere tradotto.
Chi potrebbe separare le ombre
perché tornino a conoscere l’attesa?
La poesia s’impara
strisciando fra le ortiche.
So bene che devo soffocare la mia voce.

Jean-Baptiste Para
traduzione di Lucio Mariani
 
 
amori disperati, disprezzati,
sentimenti chiusi in anime perse,
solo così si riesce a contare le ore;
i giorni, quelli andati, non tornano...

domenica 18 febbraio 2018

San Babila, di Leonardo Sinisgalli

San Babila
 
Trascina il vento della sera
Attaccate agli ombrelli a colori
Le piccole fioraie
Che strillano gaie nelle maglie.
Come rondini alle grondaie
Resteranno sospese nell'aria
Le venditrici di dalie
Ora che il vento della sera
Gonfia gli ombrelli a mongolfiera.
 
Leonardo Sinisgalli
da "Poesie", 1938
 
 
Milano, le vie, del centro,
anni fa, giovane sfrontato,
col sole, col vento e la pioggia;
il mondo in faccia...

sabato 17 febbraio 2018

Un profumo di nardo, di Manuel Alegre


Un profumo di nardo

In verità ti dico: Non
mi aspetto l’eternità. E so
che nessun verso vince la morte.

Cerco appena un segno
un ritmo che mi ridia
l’impercettibile respiro della terra.

Forse i capelli di Maria
sorella di Marta
che m’asciugano i piedi.

Perché tutte le poesie sono mortali
e quel che resta è forse
un profumo di nardo. E niente più.


Manuel Alegre
Traduzione di Giulia Lanciani
 
 
 profumi, odori, come rocce,
impressi nella memoria continuano
a sollecitare impulsi, voglie, amori;
sono qui, ancora, come sempre...

venerdì 16 febbraio 2018

Riflesso, di Gujil

 
flettendo si cerca
scampo alle cose, ai giorni;
rivendico istanti perduti,
ritorno all'oblio, oggi,
domani non so...
 
Gujil

giovedì 15 febbraio 2018

Uomo tu sei:..., di Simonide di Ceo

Uomo tu sei:
e dunque non dire quel che accadrà domani;
e se un uomo tu vedi felice, non dire per quanto tempo lo sarà:
ché neanche il volo di una mosca alata è rapido come il destino.
Neppure quelli che vissero un tempo, e furono semidei figli di
dei, giunsero a vecchiaia dopo una vita

senza pene e pericoli e malattie.
Tenue è la forza degli uomini, vani gli affanni: nella breve
vita fatica segue a fatica, e inevitabile su tutti sovrasta la
morte: buoni e cattivi ugualmente l'ebbero in sorte.
Non vi è male che un uomo non debba attendersi:

in breve tempo il dio tutto sovverte.
(traduzione di Giovanni Pascoli)
 
Simonide di Ceo
 
 
uomini, animali razionali,
io rivivo le volte, la rabbia,
quella di quando sragiono:
penso spesso al passato...

mercoledì 14 febbraio 2018

Haiku, di Anonimo

 
 
le vie dell'Oriente,
una carovana assetata;
nel cielo una gialla gru.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

martedì 13 febbraio 2018

ogni volta che torno..., di Gujil


ogni volta che torno
all'asilo del tempo
vorrei comparisse ancora,
lo vedo nei riposti angoli
tra gli occhi stanchi di altri
tra ansie e sospiri e ricordi;
è lì che il mio cuore riposa
fosse anche un solo momento...
Gujil
 

lunedì 12 febbraio 2018

le trottole nella mia testa,... di Norbert C. Kaser


le trottole nella mia testa
hanno ripreso a vorticare
ancora sono fiorenti i lampioni
nel mattino dopo la notte
di plenilunio. ho dormito
oltre il tempo e mia
lode è il sogno con
rabbia. dalle croci delle vette
lungo le finestre abbaglianti
delle fattorie più alte
la luce solare che brucia la neve
scala lentamente
la conca di valle
ancora fioriscono
i lampioni le trottole
nella mia testa
hanno ripreso a vorticare

31.1.69
 
Norbert C. Kaser
Traduzione di Gio Batta Bucciol
 
 
la testa, sempre piena di cose,
trottolano pensieri e ansie, insieme,
il vortice conclude giornate ventose,
poi si spera nel riposo, nel silenzio...

domenica 11 febbraio 2018

Letti disfatti, di Charles Simic

Letti disfatti
 
Amano le stanze ombreggiate,
le carte da parati consunte,
le crepe nel soffitto,
le mosche sul cuscino.
Se ti viene la tentazione di allungarti,
non essere sorpreso,
non farai caso alle lenzuola sporche,
al raschio delle molle arrugginite
mentre ti metti comodo.
La stanza è un cinema buio
dove si proietta
una pellicola sgranata in bianco e nero.
Un’immagine sfuocata di corpi svestiti
nel momento della dolce indolenza
che segue all’amore,
quando il più malvagio dei cuori
arriva a credere
che la felicità può durare per sempre.
 
Charles Simic
 
 
amare e amore andato
un letto emblema, ricordo,
nel susseguirsi dei fatti
nell'insieme degli abbracci...

sabato 10 febbraio 2018

Il soldato morente, di Karl Kraus

Il soldato morente
               
Capitano, portami qui il tribunale di guerra!
Io non muoio per l'imperatore!
Capitano, sei il furfante dell'imperatore!
Quando sarò morto, non farò il saluto militare!

Quando sarò dal mio Signore,
sotto di me si troverà il trono dell'imperatore,
e mi farò beffe degli ordini suoi!
Dov'è il mio paese? Lì gioca il mio bambino.

Quando mi addormenterò nel mio Signore,
arriverà l'ultima mia lettera dal campo.
Gridava, gridava, senza scampo!
Oh com'è profondo il mio amore!

Capitano, sei fuor di senno,
perché mi hai spedito qui.
Nel fuoco si è bruciato il mio cuore.
E io non muoio per nessuna patria!

Voi non mi piegate, non mi piegate!
Ecco, come la morte le catene ha spezzate!
Davanti al tribunale portate la morte!
Io muoio, ma non per l'imperatore! 

                 

Karl Kraus

Traduzione di Gio Batta Bucciol

 
Arcangelo Salavarani,
"Soldato morente", 1917
 
come le guerre, inutili, le divise,
riconoscersi per uccidere altri
dove il senso delle cose, dove?
io, per me, amo la pace...

 

venerdì 9 febbraio 2018

Il sole declina:..., di Masaoka Shiki

 
Il sole declina:
la pioggia inumidisce
i campi di canapa
 
Masaoka Shiki
 
Risultato immagine per il sole declina
 
haiku per dire tutto,
espressione di ogni cosa
in poche parole tanto;
e noi si legge stupiti...

giovedì 8 febbraio 2018

Religione è ch'io ti amo, di Kenneth Patchen

 

Religione è ch’io ti amo
 
Quando il tempo distenderà i nostri corpi
in unico sonno, la fame saziata, il cuore spezzato
come una bottiglia usata dai ladri

adorata, mentre le nostre bocche s’incontrano così tardi,
i nostri volti vicini, gli occhi chiusi
là fuori

     fuori da questa finestra dove i rami si agitano
     nel vento lieve, dove gli uccelli muovono rapide le ali
dentro quell’aria fiacca, amore, noi moriamo

guardiamo il sonno che arriva, infiliamo le dita
nel respiro che ci cade di dosso

vivendo, possiamo amare anche se la morte si avvicina
è il suo canto disperato che non dobbiamo ascoltare

è che ora ci stringiamo, l’uno vicino all’altra non moriamo
 
Kenneth Patchen
Traduzione di Luca Viglialoro e Marco Gatto
 

 
 
amare, quante volte, troppo, spesso...
sogni inconcludenti di sesso
ardite fughe della mente;
o solo impietosi risvolti...

mercoledì 7 febbraio 2018

Ma se tu manchi, di Vittorio Sereni

 
Ma se tu manchi
 
Troppo il tempo ha tardato
per te d'essere detta
pena degli anni giovani.
 
Illividiva la città nel vento
o un'iride cadeva nella danza
dei riflessi beati:
eri nel ticchettio meditabondo
d'una sfera al mio polso
tra le pagine sfogliate
una marea di sole,
un'indolenza di sobborghi chiari
presto assunta in un volto
così a fondo scrutato,
ma un occhio lustro ma un tatto febbrile.
 
Venivano ombre leggere: - che porti
tu, che offri?... - Sorridevo
agli amici, svanivano
essi, svaniva
in tristezza la curva d'un viale.
Dietro ruote fuggite
smorzava i papaveri sui prati
una cinerea estate.
 
Ma se tu manchi
e anche il cielo è vinto
sono un barlume stento,
una voce superflua nel coro.
 
Vittorio Sereni
da "Diario d’Algeria", 1947
 
 
quando qualcuno manca,
o manca qualcosa di fondamentale,
il mondo si contorce dentro di noi;
l'anima brucia ed il cuore soffre...

martedì 6 febbraio 2018

Fuga, di Ghiorgos Seferis

Fuga

Non altro che questo era il nostro amore
fuggiva, tornava e ci portava
una palpebra china assai distante
un sorriso pietrificato, perso
nell'erba mattutina
una conchiglia strana che l'anima
tentava con insistenza di spiegare.

Non altro che questo era il nostro amore
frugava piano tra le cose intorno a noi
per spiegare perché ci rifiutiamo di morire
tanto appassionatamente.

E se ci reggemmo a lombi, se abbracciammo
altre nuche con tutta la nostra forza,
e confondemmo il respiro
al respiro di quella persona
se chiudemmo gli occhi, non era altro
che questo profondo desiderio di sorreggerci
nella fuga. 

 
Ghiorgos Seferis
da "Le poesie" 
Traduzione di Nicola Crocetti
 
 
scappare, da tutto, da noi,
la fuga è un sistema sicuro
ma non è mai la soluzione;
a volte è meglio restare...

lunedì 5 febbraio 2018

Riflesso, di Gugil

 
vistoso calo di consensi mi turba,
mi chiedo se ancora ha senso
lo scrivere, il commento, la prece;
instauro con me stesso doverosa
riflessione interiore, ora...
 
Gujil

domenica 4 febbraio 2018

Vide una volta maltrattare un cane..., di Senofane di Colofone


Vide una volta maltrattare un cane - dicono -
mentre passava, e n'ebbe pena, e disse:
"Basta con le percosse! Certo lì c'è l'anima
di un amico: lo sento dalla voce".
 
Senofane di Colofone
 
 
animali come ricordo, amore,
disinteresse su tutto e tutti
eppure con loro piangiamo e gioiamo
come fossero amori che non chiedono nulla...

sabato 3 febbraio 2018

Anello, di Eugenio Montejo

Anello


Un solo amore può salvare tutto,
ciò che se n'è andato, ciò che è partito e più non torna,
i naufragi che emergono dall'oblio
e ci perseguitano in fondo a qualche sogno,
le perdite che in ogni ombra ci insidiano
con dadi neri, schivi alla sorte,
la fiamma che fece notte nelle nostre mani,
l'angoscia, la sofferenza, i singhiozzi,
gli oscuri Titanic del sangue,
quel che nacque per non essere e per un attimo è stato
e il grido azzurro che era il travestimento della chimera...
Tutto il furore, la polvere e la sconfitta
con un amore, un solo amore, presto si salvano:
un solo amore può salvare tutto.

Eugenio Montejo
Traduzione di Luca Rosi e Claudio Cinti
 
 
prendi l'anel ti dono...,
le nozze sono vicine, fredde,
eppure così piene di vita,
fresche acque scorrono sempre...
 


venerdì 2 febbraio 2018

Io che come un sonnambulo cammino..., di Camillo Sbarbaro

Io che come un sonnambulo cammino
per le mie trite vie quotidiane,
vedentoti dinanzi a me trasalgo.
Tu mi cammini innanzi lenta come
una regina.
Regolo il mio passo
io subito destato dal mio sonno
sul tuo ch'è come una sapiente musica.
E possibilità d'amore e gloria
mi s'affacciano nel cuore e me lo gonfiano.
Pei riccioletti folli d'una nuca
per l'ala d'un cappello io posso ancora
alleggerirmi dalla mia tristezza.
Io sono ancora giovane, inesperto
col cuore pronto a tutte le follie.
Una luce si fa nel dormiveglia.
Tutto è sospeso come in un'attesa.
Non penso più. Sono contento e muto.
Batte il mio cuore al ritmo del mio passo.
 
Camillo Sbarbaro
da “Rimanenze”, 1955
 
 
quando non si è in sé,
quando fa male, vivere, pensare,
attimi di sconforto preludono
a rinascite, ritorni, conforto... 

giovedì 1 febbraio 2018

frettolosi impegni disturbano..., di Gujil



frettolosi impegni disturbano
il pensare irrequieto, da sempre,
riparto, riprovo, ritrova
speranze nascoste e qualche sogno...
 
Gujil