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giovedì 30 settembre 2021

Riflesso, di Gujil

il sole nell'anima e una strip
ricordo, ero stranito e solo;
ora il peso è nel tempo che passa
e conto i battiti di cuore e ciglia...
 

 

 

mercoledì 29 settembre 2021

29 settembre

"il sole ha cancellato tutto...",
come se bastasse la luce a sconfiggere il buio,
quello che è dentro di noi, profondo,
"spesso il male di vivere..."
 

martedì 28 settembre 2021

Haiku n°36 di Anonimo

tracce di passaggio sfumano
percorsi ripetuti nel tempo,
il piede oggi affonda la sabbia
 
Anonimo
del XX°Secolo
"Haiku"
 

lunedì 27 settembre 2021

Tristezza d'una sera d'Ottobre, di Guelfo Civinini

Tristezza d'una sera d'Ottobre

Son rientrato or ora. Per la via
di casa s'accendevano i fanali
tremuli fuochi di malinconia.

Ha piovuto per tutta la giornata.
Son già le prime acque autunnali.
Poi l'aria a vespro s'è rasserenata.

Ma in questa trasparenza d'ametiste
il cielo è come un'anima ch'è stanca
di piangere, ed ancora è tanto triste.

Nessun passava, per la via remota:
incombeva una gran nuvola bianca
sovra le case, tragica ed immota,

un pianger di campane era nell'aria,
dai platani cadean le prime foglie;
tremava qualche stella solitaria;

ed un accoramento indefinito
era in quell'ora satura di doglie
che mi tenea come un fanciul smarrito:

un fiorir vago di memorie spente,
di rimpianto per ogni ben perduto
cui passai forse accanto indifferente:

volti di donne intravedute appena,
anime apparse in gesto di saluto
per qualche solitudine serena,

fantasmi erranti che più non ravviso
chiusi nei veli della lontananza,
ombre di pianto, luci di sorriso

rievocanti all'anima in tremore
un fulgor biondo, un'aria di romanza,
un mattin d'oro, una veranda in fiore.

Dogliosa nostalgia, la più dogliosa:
quella di ciò che trascurammo, e ov'era
forse la nostra dolce sorte ascosa.

Forse... Triste parola, triste quale
fra le rame dei platani stasera
questo languor di cielo autunnale:

triste e pur buona, che pur s'addolora
ne illude ancor di qualche tenerezza
di cui viviamo, in cui crediamo ancora,

di cui può ancora l'anima sognare,
l'anima ch'ebbe a tedio ogni certezza
e il sogno solo può ancor consolare.

Ma questa sera, oh, nulla la consola:
così triste è la casa all'imbrunire
quando si è soli, e pur l'anima è sola.

Le cose amate, le cose più care
son come morte e più nulla san dire
in questa scialba angoscia che traspare

di tra i ricami delle tende bianche
nell'agonia dell'ultimo chiarore
fra voci di campane umili e stanche.

Tristezze d'un crepuscolo! Nell'ombra
una pendola batte: un vecchio cuore
triste, che una mortal stanchezza ingombra.

«Addio» mormora l'anima dolente.
Perché, non sa. Vede svolare a frotte
fra rade stelle fantasime lente

nubi di sogni, vanienti forme
perdute incontro all'imminente notte
verso il mistero immobile ed enorme,

e un bisogno d'addii, forse di pianto,
la stringe. Qualcheduno è per partire?
Non sa. Forse è partito già, da tanto,

da tanto tempo. «Addio» mormora ancora
e piange stanca, e sentesi morire.

Di che, non sa. Malinconia l'accora.

 Guelfo Civinini
 da "I sentieri e le nuvole"

i primi segnali d'autunno nell'aria pesa
di pioggia intrisa la testa, gli occhi, la voce;
perdura un rimpianto nel timido, pavido cuore
di chi insegue miraggi di nitido sole...

domenica 26 settembre 2021

Parlare tacere, di Paul Éluard

Parlare tacere

Parlare
Senza avere niente da dire
Comunicare
In silenzio
I bisogni dell’anima
Dar voce
Alle rughe del volto
Alle ciglia degli occhi
Agli angoli della bocca
Parlare
Tenendosi per mano
Tacere
Tenendosi per mano.

Paul Éluard

Non contano gli anni, le banalità del giorno,
tenri risvolti le rughe agli angoli di bocche
che hanno parlato poco e male e strano;
subiusso l'anima di tenere inflazionate cose...

sabato 25 settembre 2021

Giorni di minime #69

una volta che il senso è palese
si stendono al sole le idee,
madide di rugiada autunnale,
increspate da pensieri obliqui
che sanno di vino buono, di sale,
in un unico contesto di vecchie
passioni, raccolte in un attimo solo,
rinviate nel sogno, sul volo
accentato di un fisico logoro...
 
Gujil
 

venerdì 24 settembre 2021

Odio e amo (Carme 85), di Publio Valerio Catullo

Odio e amo
(Carme 85)


Odio e amo. Perché lo faccia, ti chiedi forse.
Non lo so, ma sento che succede e mi tormento.

Catullo

quale migliore carta di identità?
crediamo di possedere il nostro essere,

ci facciamo forti troppo spesso di noi
,
siamo anime tormentate e sole...

giovedì 23 settembre 2021

Proverbio arabo


Il resto delle cose arranca
in un "petite ensemble" di sensi;
le delusioni raccolte in un'anima
non danno idea del tanto...

mercoledì 22 settembre 2021

Haiku, di Kobayashi Issa

Mondo di sofferenza:
eppure i ciliegi
sono in fiore. 

Kobayashi Issa 

ancora essenza di tutto,
un haiku di dubbio e speranza;
devo imparare la calma
rigettare la fretta e l'impulso...

martedì 21 settembre 2021

Protocollo cittadino #47 (lacrime di pioggia)

 Nuvole compatte assembrano
il cielo di fine estate, sale,
nell'anima rimane un riflesso
come un raggio di sole accendo
la voce, i pensieri le dinamiche;
contrito ma sicuro proseguo la via,
obiettivo di minima la vita,
sconvolgo lacrime di pioggia
in un miscuglio frenetico di me.

Gujil

 

lunedì 20 settembre 2021

Passioni, di Umberto Saba

Passioni

Sono fatte di lacrime e di sangue
e d’altro ancora.
Il cuore
batte a sinistra.
 

Umberto Saba 

più non bastano le parole che sò,
non ascolta, è in silenzio e lontano;
le ritmiche dei cuori ormai dissonano

l'anima invece vive di speranza

domenica 19 settembre 2021

La luna nuova, di Carl Sandburg

La nuova luna

La luna nuova, una canoa, una piccola canoa d'argento,
naviga e naviga fra gli indiani dell'ovest.
Un cerchio di volpi argentate, una nebbia di volpi argentate,
stanno e stanno intorno alla luna indiana.
Una stella gialla per un corridore,
e file di stelle azzurre per molti corridori,
mantengono una linea di sentinelle.
O volpi, luna nuova, corridori,
voi siete il quadro della memoria, bianco fuoco che scrive
questa notte i sogni dell'uomo rosso.
Chi siede, con le gambe incrociate e le braccia piegate,
guardando la luna e i volti delle stelle dell'ovest?
Chi sono i fantasmi della valle del Mississippi,
con le fronti di rame, che cavalcano robusti pony nella notte?
Senza briglie le braccia sui colli dei pony,
cavalcando nella notte, un lungo, antico sentiero?
Perchè essi ritornano sempre
quando le volpi argentate siedono intorno alla luna nuova,
una canoa d'argento, nell'occidente indiano? 

Carl Sandburg 

le nuvole incombono e nascondono
la luna, il mio femminile si cela;
ancora non comprendo, non capisco,
è davvero così facile andarsene via?

sabato 18 settembre 2021

Tristezza della luna, di Charles Baudelaire

Tristezza della luna

Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni,
e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.

Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,
accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde
nel suo cuore agli sguardi del sole

 Charles Baudelaire
(da: «I fiori del male»)

La notte, la luna, amore lontano,
la musica attenua dolore, peso;
fugace come l'ombra ripiego
triste come un canto m'acquieto...
 
 

Tristesse de la lune

Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse;
Ainsi qu'une beauté, sur de nombreux coussins,
Qui d'une main distraite et légère caresse
Avant de s'endormir le contour de ses seins,
Sur le dos satiné des molles avalanches,
Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons,
Et promène ses yeux sur les visions blanches
Qui montent dans l'azur comme des floraisons.
Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Elle laisse filer une larme furtive,
Un poète pieux, ennemi du sommeil,
Dans le creux de sa main prend cette larme pâle,
Aux reflets irisés comme un fragment d'opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil

Charles Baudelaire
(da: «Les fleurs du mal»)

venerdì 17 settembre 2021

Solitaria, di Anonimo

Solitaria
 
Calme occasioni contrastano
il sentimento imperante, l'orgoglio,
diffuse nel pianto le cose, i rammendi
dell'anima e gli occhi in geometrie
confuse eppure così lineari.
L'acqua dilava, pulisce, trasporta,
la polvere antica non disperde
rimane nell'aria un odore bagnato
di dolore insistente, sordo, profondo;
le nicchie del cuore più non sanno
contenere, imbrigliare, neutralizzare,
trattengo il respiro e lascio volare
la mente, lo sguardo, il sorriso.
 
Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"
 

giovedì 16 settembre 2021

Il lupo dagli occhi rossi, di Alda Merini

Illudersi fa parte di noi,
siamo disegni lineari e complessi;
è difficile fare il primo passo
ma anche proseguire non è semplice...

mercoledì 15 settembre 2021

Haiku n°35, di Anonimo

sento ancora scorrere
il corso del grande fiume amico
le anatre volano in gruppo
 
Anonimo 
del XX°Secolo
"Haiku"
 


martedì 14 settembre 2021

Canzone e riflesso, di George Harrison

"Sunrise doesn’t last all morning
A cloudburst doesn’t last all day (…)
All things must pass
All things must pass away

Un’alba non può durare un intero mattino
Un temporale non può durare un’intera giornata (…)
Ogni cosa deve concludersi
Ogni cosa deve avere un termine».
 
 
Michelangelo Iossa
“Le canzoni di George Harrison. Commento e traduzione dei testi” 
(Editori Riuniti, 2006)
   
Mi manca della  tua voce, il suono,
sospiro come un flebile vento;
nell'anima una porta socchiusa
dietro c'è il cuore, ancora...

lunedì 13 settembre 2021

L'acqua conosce la strada, di Gujil

L'acqua conosce la strada

L'acqua conosce la strada
dilava, pulisce, lenisce,
scivola il cuore con tocco leggero
rinfresca, accudisce, abbraccia.
Il fiume che sono ora è argine
bloccato, compresso, sbarrato,
come quando ragazzo scuotevo
le anime, i corpi, le menti.
Il fiume si gonfia di pioggia,
 sbatacchia, solleva, prorompe,
i bordi profondi di questo sentire
è un attimo, passa, si sgonfia.
 
Gujil