le mani, le mie mani sul mondo
come una tragico creatore ho dato forme,
lusingato dal fato ho cretao e disfatto;
nel lungo pellegrinaggio ho scoperto,
sepellito, affogato e rincorso
come una preda e come predatore...
non ho tolto nè dato, neppure rubato,
ho sciolto al vento le mie tele strappate
in un tardoromantico gesto d'oblio
e ora veleggio in balia dei fortunali
scrutando per scorgere anelati approdi...
Gentile da Fabriano, S. Nicola placa fortunale di mare, Pinacoteca Vaticana |
Sfiducia
Tristezza di queste mie mani
troppo pesanti
per non aprire piaghe,
troppo leggere
per lasciare un’impronta -
tristezza di questa mia bocca
che dice le stesse
parole tue
altre cose intendendo -
e questo è il modo
della più disperata
lontananza.
Antonia Pozzi
Veronica,
RispondiEliminagrazie, mi piace condividere..lo sai
Spero tu abbia letto la mia e-mail
Gujil