Cantar la fonte
Cantare la fonte
di queste lacrime
Oh così rassicuranti,
appannaggio di coloro i quali
sperano un giorno
di ricavare la felicità
dalla pietraia.
Cantare il passaggio
di questo sguardo estraneo
illuminato di mille riflessi,
sguardo che si abbassa
sotto il peso di tutti i suoi fiotti
di mendicità.
Cantare l’infallibile sogno
fra quattro mura viscide,
l’infallibile chiarore ritrovato
nell’oceano di sgomento
nella solitudine plurale.
Cantare il poeta
dalle palpebre ricucite,
dal sorriso smembrato,
mutilato del potere delle sue parole.
Cantare di essere più numerosi a gemere,
a serrare i denti
contro questo corpo imponente
indesiderabile per il suo voler impedire
l’infernale melodia dei lamenti.
Esser lì, tutti insieme
a cantare la terribile avventura
l’incredibile ballata
al di là dei cuori
Poi… poi distendermi finalmente
vicino al mio corpo e gridare con tutta la forza
del mio pianto, la mia ultima canzone!..
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