Il fonte
Fuor della rupe livida zampilla
Dardeggiando la fonte, e il fuggitivo
Umor frangendo giù pel verde clivo,
All’oriente sol smaglia e sfavilla.
Di qua, di là, silenzïoso e fosco,
Su per le balze rovinose e brulle,
Il bosco sale e s’avviluppa, il bosco
D’antichi abeti e d’ispide betulle.
Precipitando sulle nude selci,
Sfolgora l’onda sgominata e franta;
Umili fior di campo e incise felci
Intorno a sé, fuggendo, irrora e canta.
E par che dica: È tal qual io mi sono
L’umana vita: un fuggitivo errore,
Una mobil parvenza, un debil suono;
Onda che passa e si ringorga e muore.
Fugge travolto il rivo, e, giunto al piano,
In un muto padule entra e si perde;
Ma, fuggendo, di accese iridi il vano
Aere dipinge ed il quïeto verde.
Arturo Graf