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giovedì 4 dicembre 2025

Abitudini, di Cesare Pavese

Abitudini

Sull’asfalto del viale la luna fa un lago
silenzioso e l’amico ricorda altri tempi.
Gli bastava in quei tempi un incontro improvviso
e non era piú solo. Guardando la luna,
respirava la notte. Ma piú fresco l’odore
della donna incontrata, della breve avventura
per le scale malcerte. La stanza tranquilla
e la rapida voglia di viverci sempre,
gli riempivano il cuore. Poi, sotto la luna,
a gran passi intontiti tornava, contento.

A quei tempi era un grande compagno di sé.
Si svegliava al mattino e saltava dal letto,
ritrovando il suo corpo e i suoi vecchi pensieri.
Gli piaceva uscir fuori prendendo la pioggia
o anche il sole, godeva a guardare le strade,
a parlare con gente improvvisa. Credeva
di saper cominciare cambiando mestiere
fino all’ultimo giorno, ogni nuovo mattino.
Dopo grandi fatiche sedeva fumando.
Il piacere piú forte era starsene solo.

È invecchiato l’amico e vorrebbe una casa
che gli fosse piú cara, e uscir fuori la notte
e fermarsi sul viale a guardare la luna,
ma trovare al ritorno una donna sommessa,
una donna tranquilla, in attesa paziente.
È invecchiato l’amico e non basta piú a sé.
I passanti son sempre gli stessi; la pioggia
e anche il sole, gli stessi; e il mattino, un deserto.
Faticare non vale la pena. E uscir fuori alla luna,
se nessuno l’aspetti, non vale la pena.
[maggio-agosto 1936]

Cesare Pavese

Abitudine, un sogno, ricorre
nell'anima e nel cuore abita
attimi di sole e poi piogge
in attesa ritorni il sereno...

mercoledì 3 dicembre 2025

Siamo piccole attese, di Anonimo

Siamo piccole attese

Sempre le attese si tingono
di un colore vicino al cuore,
intirizziti e bagnati, la pioggio
un amore passato, ballerino.
 
Ancora le attese affiorano
e pesano il petto di greve,
fuori si aspetta arrivi la neve
il fiato lo dice e disegna l'aria.
 
 Come le attese gravano occhi
pieni di speme, lucidi a volte
di un pianto soffocato in gola,
il vento scompiglia i capelli...
 
Anonimo
del XX° Secolo 
poesie ritrovate

martedì 2 dicembre 2025

Dicembre nella stanza, di Siro Angeli

Dicembre nella stanza

Dicembre nella stanza
vuota mi inoltra. Duole
agli occhi quel riflesso
di sole che si insinua

dalle persiane. Sole
sul bianco soffitto
due mosche immote stanno.
Ma la vita continua

dicono. Il raggio fruga
inquieto l'ombra, sfiora
il letto intatto. Dentro
lo specchio c'è una fuga

di oggetti che ti ignorano.
Rigermina, all'inganno
del raggio, una precaria
estate. Ed ebbre, adesso,

le mosche in una danza
d'amore e morte vanno.
La vita è così varia.
D'oro per un momento

palpitano nell'aria;
poi giù sul pavimento
scendono a capofitto
come la mia speranza.

Siro Angeli

Nel freddo abbraccio arriva
sensazione di neve, di gelo;
rinfodero le armi e i bagagli
è attesa, di nuovo, ancora...

lunedì 1 dicembre 2025

Primo Dicembre, di Anonimo

Primo Dicembre

Piove oggi, primo Dicembre,
quella pioggia che sa ora d'inverno,
fredda quanto basta e minima
ma in gardo di bagnare e intirizzire.

Piove il primo di Dicembre,
l'anima è ancora scossa e sembra
non guardare alle cose, alla gente;
si scopre quell'attimo ingenuo
di candido ottimismo, ma piove...
 
Anonimo
del XX° Secolo 
poesie ritrovate