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venerdì 31 ottobre 2025
Nè sonno nè veglia, di Anonimo
giovedì 30 ottobre 2025
Infinitesimi, di Anonimo
mercoledì 29 ottobre 2025
Non può il sorriso stanco, di Anonimo
martedì 28 ottobre 2025
Stanchi occhi, di Anonimo
lunedì 27 ottobre 2025
Forse un mattino andando.., di Eugenio Montale
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Eugenio Montale
domenica 26 ottobre 2025
Mattino d’autunno, di Federico García Lorca
Mattino d’autunno
Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C’è il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.
Federico García Lorca
sabato 25 ottobre 2025
Caffè mattinale, di Anonimo
venerdì 24 ottobre 2025
Prima colazione, di Jacques Prevert
Prima colazione
Lui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
Il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
Senza parlarmi
S'è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S'è alzato
S'è messo
Sulla testa il cappello
S'è messo
L'impermeabile
Perché pioveva
E se n'è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi,
E io mi son presa
La testa fra le mani
E ho pianto.
Jacques Prevert
giovedì 23 ottobre 2025
Ancora prove, di Anonimo
mercoledì 22 ottobre 2025
La lancia, di Aldo Palazzeschi
La lancia
Sul lago tranquillo sfiorando
la lancia percorre girando
più lesta del vento.
Un giovine bianco la guida.
V’è dentro la vecchia
padrona del grande castello
ch’è in riva del lago.
Avvolta in un manto di lutto è la vecchia.
Correndo sul lago essa vive,
nemmeno la notte si sosta.
La gente alle rive si ferma guardando.
La lancia sfiorando sul lago tranquillo
percorre girando
più lesta del vento.
Aldo Palazzeschi
martedì 21 ottobre 2025
Sogno, di Cesare Pavese
della mano o dell’aria, e ritrova nell’aria
qualche volta altri corpi? Ne ritornano tanti
da un tremore del sangue, da un nulla. Anche il corpo
che si stese al tuo fianco, ti ricerca in quel nulla.
Era un gioco leggero pensare che un giorno
la carezza dell’aria sarebbe riemersa
improvviso ricordo nel nulla. Il tuo corpo
si sarebbe svegliato un mattino, amoroso
del suo stesso tepore, sotto l’alba deserta.
Un acuto ricordo ti avrebbe percorsa
e un acuto sorriso. Quell’alba non torna?
Si sarebbe premuta al tuo corpo nell’aria
quella fresca carezza, nell’intimo sangue,
e tu avresti saputo che il tiepido istante
rispondeva nell’alba a un tremore diverso,
un tremore dal nulla. L’avresti saputo
come un giorno lontano sapevi che un corpo
era steso al tuo fianco.
Dormivi leggera
sotto un’aria ridente di labili corpi,
amorosa di un nulla. E l’acuto sorriso
ti percorse sbarrandoti gli occhi stupiti.
Non è piú ritornata, dal nulla, quell’alba?
Cesare Pavese
lunedì 20 ottobre 2025
Di ogni prova, di Anonimo
domenica 19 ottobre 2025
Al mio cuore di domenica, di Wisława Szymborska
Al mio cuore di domenica
Ti ringrazio, cuore mio:
non ciondoli, ti dai da fare
senza lusinghe, senza premio,
per innata diligenza.
Hai settanta meriti al minuto.
Ogni tua sistole
è come spingere una barca
in mare aperto
per un viaggio intorno al mondo.
Ti ringrazio, cuore mio:
volta per volta
mi estrai dal tutto,
separata anche nel sonno.
Badi che sognando non trapassi in quel volo,
nel volo
per cui non occorrono le ali.
Ti ringrazio, cuore mio:
mi sono svegliata di nuovo
e benché sia domenica,
giorno di riposo,
sotto le costole
continua il solito viavai prefestivo.
Wisława Szymborska
sabato 18 ottobre 2025
Mai ti vinse notte così chiara , di Salvatore Quasimodo
Mai ti vinse notte così chiara
Mai ti vinse notte così chiara
se t’apri al riso e par che tutta tocchi
d’astri una scala
che già scese in sogno rotando
a pormi dietro nel tempo.
Era Iddio allora timore di chiusa stanza
dove un morto posa,
centro d’ogni cosa,
del sereno e del vento del mare e della nube.
E quel gettarmi alla terra,
quel gridare alto il nome nel silenzio,
era dolcezza di sentirmi vivo.
Salvatore Quasimodo
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Eugen Prinz von Schweden"La notte chiara" |













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