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Nel mio infelice, nel disperato amore mio
certo non speravo, Gellio, che tu mi fossi amico
perché ti leggessi nel cuore o ti ritenessi fedele
e incapace di tramare le infamie piú turpi,
ma perché, pensavo, non ti è né madre né sorella
questa donna che d'amore forsennato mi divora.
E malgrado lunga consuetudine mi legasse a te,
non credevo che ciò fosse per te sufficiente.
Ma lo è stato: tanto è il piacere che tu provi
in ogni colpa dove vi sia un margine d'orrore.
Publio Valerio Catullo
stagliano come mendaci messaggi;
In una solitudine di gente assurda
ripiego il capo in sottomesso urlo...

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