La donna
Tu, che sull’ali d’angelo
Scendi alla nostra vita,
E dentro gli occhi hai lacrime
E rose in tra le dita,
Misterïosa forma
Di luce e di profumi;
Bella, se movi l’orma
Per calli di splendor;
Santa, se ti consumi
In un occulto amor;
Eva e Maria nel vincolo
Del fallo e del perdono,
Levata dalla polvere,
Posta a raggiar sul trono,
A te mi prostro, e miro
L’opra animata in cielo
Col più cocente spiro
Che dall’Eterno uscì;
Mi prostro.… e teco anelo
Dividere i miei dì.
Dividerli in un tacito
Di sguardi rapimento,
Nella terribil estasi
D’un posseduto accento,
Sempre sederti appresso,
Cingerti al crin ghirlande,
Pianger, chinar l’oppresso
Mio capo in seno a te,
E di un amor sì grande,
Non chieder mai mercé!
Alle tue braccia io palpito
Come a promessa antica:
T’amo bambina e vergine,
Madre, sorella, amica!
T’amo siccome l’ara
Dove fanciul pregai,
Come la prima e cara
Vittoria in gioventù,
Come quel dì che amai
La fede e la virtù! —
Vieni, invocata! e illumina
Questi anni miei dolenti;
Vieni e di Dio favellami
Se vacillar mi senti!
Fa che un indizio io scerna
Nella gentil sembianza
Di quella luce eterna
Che rivelando il ciel,
Mi vesta di speranza
Il dubitato avel!…
Io crederò! men torbida
Mi correrà la vita
Confusa co’ tuoi gemiti,
Colle tue gioie unita.
Io crederò! — Dal vano
Riso mortal disciolto,
Stringendo la tua mano,
Spirando il tuo respir,
Col paradiso in volto
Tu mi vedrai morir!
Che se una tua fuggevole
Aura del crin mi tocca,
Se tu mi dai di giungere
La mia con la tua bocca,
Non io su molli strati,
Sotto ozïose tende,
I giorni inonorati
Non io consumerò…
Ben altra fiamma accende
L’uom che da te si amò! —
Qual è più dolce numero
Di lira o di liuto,
Che si assomigli a un tenero
Suono del tuo saluto?
Qual è dovizia d’oro
Che valga un solo vezzo
Composto sul tesoro
Dell’innocente crin?…
Empio chi tenta un prezzo
Porre sul tuo destin!
Deh! non voler che in tenebre
Muoia la tua bellezza;
Guai se del casto soglio
Tu perderai l’altezza!
Cara, ogni tuo lamento
Sarà dall’uom reietto,
Nessun per te un accento
Misericorde avrà,
Sovra ogni tuo concetto
Un’onta incomberà!.…
No, povera! Non piangere;
L’uom prega, e non t’offende!
Non sai che oscuro ed esule
Ei per te sola splende?
Che l’ombra di un pensiero
Lo stringe di paura?
Che mentre di mistero
Ti cerca avviluppar,
O frale crëatura,
Sempre lo fai tremar?…
Eppur sì frale, a gloria
Nova tu l’hai risorto! —
Tua forza Iddio lui nomina,
Te suo fedel conforto. —
Come di bianchi gigli
Circondasi un altare,
Tu d’innocenti figli
Serto gli fai gentil;
E a voi la vita appare
Quasi un eterno april!
Deh passa, amato spirito,
Tra gli scorati e i mesti;
E i labbri lor ti lascino
Un bacio sulle vesti! —
Tu placane i martíri;
Soffri per essi, e prega!
Nel ciel co’ tuoi sospiri
Precedi il pianto lor…
Grazia giammai non nega
Agli angeli il Signor.
Oh! qual è mai tra gli uomini
Cui tanta luce adorni,
Che vinca il sacrifizio
Degli umili tuoi giorni?
Qual è, che a rimertarti
Di così santi affanni,
Lieto non voglia darti
L’aura che spira e il sol,
Non si contristi gli anni
per risparmiarti un duol?
Per te, per te la splendida
Nota che il genio desta,
La gioia del convivio
L’applauso della festa;
Per te l’amor, la gloria,
L’ora di gaudii piena,
La più gentil memoria
Del tempo che fuggì,
La speme più serena
Degli aspettati dì!
T’ergano un’ara i popoli,
E i forti nel tuo nome
Dopo la pugna esultino
In coronar le chiome!
Celeste messaggiera
Di chi nel fango giace,
Reca la sua preghiera
A chi sul trono sta:
Porta clemenza e pace
Tal come Dio la dà!
Donna! non cerchi il pargolo
D’una sua madre invano;
Al solo e mesto veglio
Non manchi la tua mano;
T’ascolti il moribondo
Quando ogni labbro è muto;
Anche all’uscir dal mondo
Trovi sul passo un fior…
Non può morir perduto
Chi a te d’accanto muor! —
Giovanni Prati
sempre affascinato dalle donne, il sesso?
può darsi, ma anche il trepido amore;
ricordo cose lontane, passate, pulsioni,
un'isola greca, un amore lontano...