Si allontanano piano le parole,
arrampicano crepacci inesplorati
nascondendosi nelle spaccature
silenti di gole raffrescate dall’ombra.
È un distacco sacrale, la scelta
d’amore che osserva il commiato,
amando per sé l’onesta resa
come conquista da tenere in salvo.
È tempo – questo – per il cammino
liberato, per le discese a valle, affidandosi
all’inclinazione del passo regolante
l’equilibrio, la giusta divisione:
un respiro al corpo
uno al divenire del cuore.
Hilde Kuhn
di chi più non vuole ascoltare;
rimane una traccia flebile di amore,
profumi, tempo, il sacrario che siamo...
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