Lamento vano
Piccolo cuore folle, a che ti lagni?
Tu che sfidavi a prova la tortura
più cruda, or soffri di poc'ansia oscura,
lasci che vano affanno ti guadagni.
Il male che ti tien sotto grifagni
artigli, come sua preda sicura,
t'avvilisce così che la paura
e il dubbio ormai ti son soli compagni.
Ora tu sai che non disseta il duolo,
sai che a quetare il tuo lagno furtivo
ti basterebbe un piccol bene, un solo.
E piangi, curvo su la tua ferita,
e invano tenti saziar nel vivo
suo sangue la tua sete aspra di vita.
Amalia Guglielminetti
alla mente volti e affetti che furono
è un vano lamento e a tratti insiste
nel procedere lento di ricordi vaghi...
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