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sabato 31 maggio 2025

Il fuoco che scoppietta... (III), di Eugenio Montale

III

Il fuoco che scoppietta
nel caminetto verdeggia
e un'aria oscura grava
sopra un mondo indeciso.
Un vecchio stanco
dorme accanto a un alare
il sonno dell'abbandonato.
In questa luce abissale
che finge il bronzo, non ti svegliare
addormentato! E tu camminante
procedi piano; ma prima
un ramo aggiungi alla fiamma
del focolare e una pigna
matura alla cesta gettata
nel canto: ne cadono a terra
le provvigioni serbate
pel viaggio finale.

Eugenio Montale 

Nel tempo dell'attesa fuori
schiarisce un poco l'orizzonte
eppure passa piano in sordina
l'idea, quella della fine vicina...

venerdì 30 maggio 2025

Protocollo cittadino #168 (Birthday), di Gujil

Birthday

Ritorna ancora e ricordo un disco
"The long and winding road"
Quasi adulto, ancora acerbamente
compreso tra le ali del tempo...

Gujil

giovedì 29 maggio 2025

Ora sia il tuo passo (II), di Eugenio Montale

II

Ora sia il tuo passo
più cauto: a un tiro di sasso
di qui ti si prepara
una più rara scena.
La porta corrosa d’un tempietto
è rinchiusa per sempre.
Una grande luce è diffusa
sull’erbosa soglia.
E qui dove peste umane
non suoneranno, o fittizia doglia,
vigila steso al suolo un magro cane.
Mai più si muoverà
in quest’ora che s’indovina afosa.
Sopra il tetto s’affaccia
una nuvola grandiosa.

Eugenio Montale

Là dove sempre si riposa
una farfalla ancora vola e si posa
su steli ventosi e verdi e fini
spiccando vivi colori ai grigi...

mercoledì 28 maggio 2025

Protocollo cittadino #167 (Again!), di Gujil


Again

Ancora in attese snervanti e sole
come una lacrinma nel piovere
dell'anima, del cuore, col sole;
dove sei gialla visione?
 
Gujil

martedì 27 maggio 2025

Sarcofaghi (I), di Eugenio Montale

Sarcofaghi

I

Dove se ne vanno le ricciute donzelle
che recano le colme anfore su le spalle
ed hanno il fermo passo sì leggero;
e in fondo uno sbocco di valle
invano attende le belle
cui adombra una pergola di vigna
e i grappoli ne pendono oscillando.
Il sole che va in alto,
le intraviste pendici
non han tinte: nel blando
minuto la natura fulminata
atteggia le felici
sue creature, madre non matrigna,
in levità di forme
Mondo che dorme o mondo che si gloria
d'immutata esistenza, chi può dire?,
uomo che passi, e tu dagli
il meglio ramicello del tuo orto.
Poi segui: in questa valle
non è vicenda di buio e di luce.
Lungi di qui la tua via ti conduce,
non c'è asilo per te, sei troppo morto:
seguita il giro delle tue stelle.
E dunque addio, infanti ricciutelle,
portate le colme anfore su le spalle.

Eugenio Montale

Penso a coloro che passano
ora ore eterne di freddo riposo;
le case di pietra costringono
e il suono non produce risposte...

lunedì 26 maggio 2025

Baja - per Harry, di Michael McClure

Baja - per Harry

IO SONO IL COYOTE MORTO
SULL’ASFALTO
col capo rigirato in un sorriso.
Io sono il falco pescatore che nidifica
sul cartello stradale.
Sono l’aquila appollaiata
su un albero di cactus.
Sono
qualsiasi cosa
che il vento viene a visitare

Michael McClure

Vento tra le mani nei giorni
che passano ricordi sbiaditi;
queste schegge impazzite, dolore
che nella testa romba ancora...

domenica 25 maggio 2025

Sweet harmony, The Beloved

Sweet Harmony

Is it right or wrong
Try to find a place
We can all belong?
Be as one
Try to get on by
If we unify
We should really try…
All this time
Spinning round and round
Made the same mistakes
That we’ve always found
Surely now
We could move along
Make a better world?
No it can’t be wrong

Let’s come together
Right now
Oh yeah
In sweet harmony

Time is running out
Let there be no doubt
We should sort things out
If we care
Like we say we do
Not just empty words
For a week or two
Make the world
Your priority
Try to live your life
Ecologically
Play a part
In a greater scheme
Try to live the dream
On a wider scene

Let’s come together
Right now
Oh yeah
In sweet harmony

Armonie, come un canto
gioventù di note e colori;
nel senso del tempo le cose,
ora che sto a guardare...

 
 
Dolce Armonia

È giusto o sbagliato
Cercare di trovare un posto
Al quale possiamo appartenere tutti quanti?
Essere come uno solo
Provare ad andare avanti
Se fossimo uniti
Dovremmo davvero provarci…
Tutto questo tempo
Girando e rigirando
Fatti gli stessi errori
Che abbiamo sempre commesso
Sicuramente ora
Potremmo muoverci insieme
Costruire un mondo migliore?
No, non può essere sbagliato

Uniamoci
In questo momento
Oh si
In dolce armonia

Il tempo si sta esaurendo
Che non vi siano dubbi
Dobbiamo organizzarci
Se ci importa
Quel che diciamo, facciamo
Non solo vuote parole
Per una settimana o due
Fa che il mondo sia
La tua priorità
Prova a vivere la tua vita
In maniera ecologica
Recita un ruolo
In un piano più grande
Prova a vivere il sogno
In una scena più ampia

Uniamoci
In questo momento
Oh si
In dolce armonia

 


sabato 24 maggio 2025

Per molti Quinzia è bella.., (86), di Publio Valerio Catullo

86

Per molti Quinzia è bella, per me bianca, dritta,
slanciata. Questi pregi li riconosco,
ma non dirò certo che è bella: non ha grazia,
né un pizzico di sale in quel corpo superbo.
Bella è Lesbia, bellissima tutta fra tutte
a ognuna ha rapito ogni possibile grazia.

Publio Valerio Catullo

La bellezza delle donne non trova
che ragioni da sciorinare al mondo;
il sesso come attrazione, esca,
siamo prede di facili trappole...

venerdì 23 maggio 2025

Quasi una fantasia, di Eugenio Montale

Quasi una fantasia

Raggiorna, lo presento
da un albore di frusto
argento alle pareti:
lista un barlume le finestre chiuse.
Torna l’avvenimento
del sole e le diffuse
voci, i consueti strepiti non porta.

Perché? Penso ad un giorno d’incantesimo
e delle giostre d’ore troppo uguali
mi ripago. Traboccherà la forza
che mi turgeva, incosciente mago,
da grande tempo. Ora m’affaccerò,
subisserò alte case, spogli viali.

Avrò di contro un paese d’intatte nevi
ma lievi come viste in un arazzo.
Scivolerà dal cielo bioccoso un tardo raggio.
Gremite d’invisibile luce selve e colline
mi diranno l’elogio degl’ilari ritorni.

Lieto leggerò i neri
segni dei rami sul bianco
come un essenziale alfabeto.
Tutto il passato in un punto
dinanzi mi sarà comparso.
Non turberà suono alcuno
quest’allegrezza solitaria.
Filerà nell’aria
o scenderà s’un paletto
qualche galletto di marzo.

Eugenio Montale

Soliloqui abbandonati a soli
che non trovano altri in gior;
fantastiche peripezie lasciate
nel cuore avido d'amore...

giovedì 22 maggio 2025

L'arte, di Amalia Guglielminetti

L'arte

Più che tremor di pianti trattenuti,
più che improvviso impallidir, che sguardi
gravi d'angoscia, che sorrisi tardi,
dalla pietà del proprio mal spremuti,

giovan gl'inganni blandamente astuti
di sapienza, che avvicenda ai dardi
i balsami negli occhi maliardi
e veste i lacci d'ori e di velluti.

Sincerità non val, sol arte giova.
Destreggiarsi e regnar saprà l'esperta
quando vinta cadrà l'anima nova.

L'arte non è sottil; diletta forse.
Disperde i sogni e tien gli spirti all'erta.
Facile è l'arte, dove amor non morse.

Amalia Guglielminetti

Fronte comune al sogno
il dipinto, la tela emerge
in azzure marine e ritovo
pace, nel suo, nell'anima...

mercoledì 21 maggio 2025

Alone, di Ray Wilson

Alone
 
Autumn leaves are falling down again
Last year seems like yesterday
What to do now that those days have gone
I have to start again
Inspiration ain't so hard to find
Words already on the page
I just have to write it down
In my own way
To say something worth saying
Time comes and goes
A life unnoticed
Cry out loud
Don't let me awake
From this dream
I won't be a friend in need
No one escapes
From this feeling
I tell myself hold on
Everything is right
Not wrong
Love is what I ask for
Tonight
Hold on to me
I can't breathe
Why am I
Alone
Blaming the dawn
Blame me
I know all the lies disagree
You can't just escape
From the leaving
No no
 
Ray Wilson
La solitudine impera ai cuori
che non lasciano spazi;
le mie cicatrici ancora fresche
son un segno del tempo...

martedì 20 maggio 2025

In galleria, di Giuseppe Ungaretti

In galleria

Un occhio di stelle
ci spia da quello stagno
e filtra la sua benedizione ghiacciata
su quest’acquario
di sonnambula noia 

Giuseppe Ungaretti

Nel buio del percorso
cerchiamo fioche luci;
dal tunnel del dolore si esce
provati, lucidi, stanchi...

lunedì 19 maggio 2025

La fontana malata, di Aldo Palazzeschi

La fontana malata

Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace...
di nuovo
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
più nulla.
Si tace,
non s’ode
romore
di sorta,
che forse...
che forse
sia morta?
Orrore!
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...
La tisi
l’uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto...
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno
tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari...
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch.. 

Aldo Palazzeschi

Angelo Morbelli
 "S'avanza..."
Rimarrà ricordo negli anni
che ancora, pochi, saranno;
 filo rosso, sottile, quel grazie
"di averci fatto sognare"...

domenica 18 maggio 2025

Titolo, di Ernest Hemingway

Titolo

Poiché abbiamo avuto i pensieri più lunghi
E preso la via più breve che c’è intorno.
E ballato alle ariette del demonio,
Pregando pavidi al ritorno;
Per servire un padrone di notte,
E un altro di giorno.

Chicago, 1921
«Poetry» (gennaio 1923)
Three Stories & Ten Poems (1923
)

Ernest Hemingway

Nel senso difficile da trovare
ci sono i momenti più bui;
la luce che riesce a passare
arroventa la rabbia e l'odore...

sabato 17 maggio 2025

La rosa morente, di Arturo Graf

La rosa morente

Entro una vaga, iridescente fiala
Di gemmato cristal, nella pomposa
Patrizia sala, una vermiglia rosa
L’odorante e sottil spirito esala.

Tutta di specchi e d’ori e di fastosa
Seta risplende intorno a lei la sala,
Mentre un raggio di sol che d’alto cala
Sul dipinto tappeto arde e riposa.

Ma la stremata rosa, a cui del sole
Che già la tinse omai si spegne il raggio,
Quel vano lustro e quella pompa ignora.

E moribonda le incomposte aiuole,
E i pruni del paterno orto selvaggio,
E il cespuglio natìo sogna ed implora.

Arturo Graf

Rosa fiore d'amore rosso
sola, in un vaso di cristallo;
immagine forte, dura,  di morte,
per me che odio i fiori recisi...

venerdì 16 maggio 2025

Protocollo cittadino #166 (Neverending), di Gujil

Neverending

Ancora pressioni infinite,
i soldi, i cuori, le mete sfiorate;
senza fine apparente incontro
vicissitudini contigue e dolenti...
 
Gujil

giovedì 15 maggio 2025

Epigramma (II), di Eugenio Montale

Epigramma II

Sbarbaro, estroso fanciullo, piega versicolori
carte e ne trae navicelle che affida alla fanghiglia
mobile d’un rigagno; vedile andarsene fuori.
Sii preveggente per lui, tu galantuomo che passi:
col tuo bastone raggiungi la delicata flottiglia,
che non si perda; guidala a un porticello di sassi.

Eugenio Montale

Lorella Fermo
"Camillo Sbarbaro ed Eugenio Montale"
Ancora, nel blu intenso, nel mare
due poeti, il sogno, mareggiare
nel meriggio, levante, in Liguria,
un'amica, al mare, osserva...

mercoledì 14 maggio 2025

Caffè a Rapallo I, di Eugenio Montale

Caffè a Rapallo I

Natale nel tepidario
lustrante, truccato dai fumi
che svolgono tazze, velato
tremore di lumi oltre i chiusi
cristalli, profili di femmine
nel grigio, tra lampi di gemme
e screzi di sete…

Son giunte
a queste native tue spiagge,
le nuove Sirene!, e qui manchi
Camillo, amico, tu storico
di cupidige e di brividi.

S’ode grande frastuono nella via.

È passata di fuori
l’indicibile musica
delle trombe di lama
e dei piattini arguti dei fanciulli:
è passata la musica innocente.

Un mondo gnomo ne andava
con strepere di muletti e di carriole,
tra un lagno di montoni
di cartapesta e un bagliare
di sciabole fasciate di stagnole.
Passarono i Generali
con le feluche di cartone
e impugnavano aste di torroni;
poi furono i gregari
con moccoli e lampioni,
e le tinnanti scatole
ch’ànno il suono più trito,
tenue rivo che incanta
l’animo dubitoso:
(meraviglioso udivo).
L’orda passò col rumore
d’una zampante greggia
che il tuono recente impaura.
L’accolse la pastura
che per noi più non verdeggia.

Eugenio Montale

Sorseggiato al tavolo, lungo mare
di festose grida di bimbi, primavera
marina come una attesa di amica
che scruta orizzonti dal vetro...