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venerdì 30 luglio 2010

Spleen

Quando il cielo basso pesa come un coperchio
sullo spirito che geme, preda d'un tedio ininterrotto,
quando dell'orizzonte abbracciando tutto il cerchio
dispensa un giorno nero più triste della notte;
quando la terra si muta in un'umida cella,
e la Speranza, come un pipistrello maldestro,
va urtando i muri con la sua ala timida
e ai soffitti marciti cozzando con la testa;
quando la pioggia svolgendo le strisce sterminate
imita le sbarre di una prigione immensa,
e accorre un popolo muto di ragni infami
che appende le sue reti dentro i nostri cervelli;
campane all'improvviso saltano con furia
e scagliano verso il cielo un atroce lamento,
come spiriti erranti inquieti e senza patria
che si mettano a gemere ostinatamente.
- E carri funebri, senza tamburi né musica,
mi sfilano nell'anima in lungo e lento corteo;
la Speranza, vinta, piange, e l'Angoscia, dispotica,
mi pianta sul cranio reclino il suo vessillo nero.

Charles Baudelaire


Mi è molto difficile sprimere su carta le cose che penso di questi giorni, lo spleen è molto vicino a questa situazione in cui sopravvivo con grande pena di cuore.

lunedì 26 luglio 2010


Armi dell'allegria

Eccole qua
le armi che piacciono a me:
la pistola che fa solo pum
(o bang, se ha letto qualche fumetto)
ma buchi non ne fa...
il cannoncino che spara
senza fare tremare
nemmeno il tavolino...
il fuciletto ad aria
che talvolta per sbaglio
colpisce il bersaglio
ma non farebbe male
né a una mosca né a un caporale...
Armi dell'allegria!
Le altre, per piacere,
ma buttatele tutte via!

Gianni Rodari

giovedì 22 luglio 2010


carovane perdute di anime
fendono sabbie del tempo
le clessidre si svuotano
nei giorni che noi

Anonimo del XX° Secolo
frammenti ritrovati

giovedì 15 luglio 2010

Vespro di Luglio

Il cielo pien di nuvole rosse a levante; di contro
un incendio ampio d'oro tra cui si sollevan superbi
co' verdi ombrelli i pini; ne 'l fiume tre vele spiegate
tutte gialle; a la riva un bel gruppo di giovini donne,
con le giunonie braccia nudate, le vesti succinte,
che lavan panni e cantano in coro stornelli d'amore;
un canneto lì presso; tra le canne un fulvo torello;
colline glauche in fondo, e ne l'aria via rondini a schiere.

Gabriele D'Annunzio
...

Sono spossato!
Questi giorni in cui si accumula massiccia la soluzione dentro di me mi stanno carican do di un peso immane che comincia a diventare insostenibile. Gli occhi mi si chiudono dal sonno e sento il fiato duro e pesante.
Un sesto è un piccolo attimo di fronte al resto.
Spero che il mio essere si assuefi e resista.

mercoledì 14 luglio 2010

Il comune rustico

O che tra faggi e abeti erma su i campi
Smeraldini la fredda ombra si stampi
Al sole del mattin puro e leggero,
O che foscheggi immobile nel giorno
Morente su le sparse ville intorno
A la chiesa che prega o al cimitero
Che tace, o noci de la Carnia, addio!
Erra tra i vostri rami il pensier mio
Sognando l'ombre d'un tempo che fu.
Non paure di morti ed in congreghe
Diavoli goffi con bizzarre streghe,
Ma del comun la rustica virtú
Accampata a l'opaca ampia frescura
Veggo ne la stagion de la pastura
Dopo la messa il giorno de la festa.
Il consol dice, e poste ha pria le mani
Sopra i santi segnacoli cristiani:
— Ecco, io parto fra voi quella foresta
D'abeti e pini ove al confin nereggia.
E voi trarrete la mugghiante greggia
E la belante a quelle cime là.
E voi, se l'unno o se lo slavo invade,
Eccovi, o figli, l'aste, ecco le spade,
Morrete per la nostra libertà. —
Un fremito d'orgoglio empieva i petti,
Ergea le bionde teste; e de gli eletti
In su le fronti il sol grande feriva.
Ma le donne piangenti sotto i veli
Invocavan la madre alma de' cieli.
Con la man tesa il console seguiva:
— Questo, al nome di Cristo e di Maria,
Ordino e voglio che nel popol sia. —
A man levata il popol dicea, Sí.
E le rosse giovenche di su 'l prato
Vedean passare il piccolo senato,
Brillando su gli abeti il mezzodí.

Giosuè Carducci

martedì 13 luglio 2010

PAESETTO DI RIVIERA

La sera amorosa
ha raccolto le logge
per farle salpare
le case tranquille
sognanti la rosa
vaghezza dei poggi
discendono al mare
in isole, in ville
accanto alle chiese.

Alfonso Gatto

lunedì 12 luglio 2010

Non so che altro aggiungere oggi, a questo attimo di riflessione e di attesa.
Non so che dire, che fare, quale decisione prendere...o dove andare.
So che vorrei sollevare la mente dai riflessi della paura e portarla tra le mie montagne, a sognare a v ivere nel verde che amo e che ora mi manca assai.
...
LA ROSA BIANCA

Coglierò per te
l'ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l'hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
E' un ritratto di te a trent'anni,
un po' smemorata, come tu sarai allora

Attilio Bertolucci

giovedì 8 luglio 2010

In questo mio primo giorno di terapia ho voglia di montagna, dei miei paesaggi alpini e dell'odore dell'erba; dei suoni ancestrali degli insetti e del frusciare del vento tra le fronde di pini, di faggi e betulle.
Ho voglia di pace e di poco rumore.
Col tempo, lo so, prevarrà la stanchezza
...
Gustave Courbet
studio per paesaggio con cascata, 1877.

mercoledì 7 luglio 2010


LA SABBIA DEL TEMPO

Come scorrea la calda sabbia lieve
per entro il cavo della mano in ozio
in cor sentì che il giorno era più breve.
E un’ansia repentina il cor m’assale
per l’appressar dell’umido equinozio
che offusca l’oro delle piagge salse.
Alla sabbia del Tempo urna la mano
era, clessidra il cor mio palpitante,
l’ombra crescente di ogni stelo vano
quasi ombra d’ago in tacito quadrante

Gabriele D'Annunzio



è di oggi l'inizio della speranza che ho messo nelle pieghe di una macchina che spicchia il mio corpo in centimetri malati da bersagliare, come in un videogame, all ricerca di cellule malate da distruggere per guarirmi.
Questa cosa mia, che pur odio, ha vissuto con me in questi mesi crescendomi dentro come un figlio non voluto ma comunque mio.

Ed ora?

martedì 6 luglio 2010


Ho voglia di campane,
e di paesi in festa,
di nonne sorridenti,
di fossi e rane,
di cappelli in testa
e pensieri suadenti.

Anonimo del XX° Secolo,
frammenti ritrovati

lunedì 5 luglio 2010


Continua anzi, se possibile, peggiora questo momento negativamente perfetto.
Tutte le cose sembrano darmi addosso con furia cieca ed io ho sempre meno voglia di reagire e di combattere efficacemente questa situazione vigente.
Mi sento solo e abbandonato, e forse è realmente così, da tutti (tranne uno forse); è vero che ho cercato di trasmettere fiducia e sicurezza ed ho sicuramente minimizzato la contingenza, ma che cazzo! un pò di comprensione non sarebbe male.
La solidarietà va concessa a tutti e non solo a parole, basterebbe un abbraccio, ogni tanto, anche senza parlare...anche senza parole di circostanza.
Già, basterebbe ma non c'è.

giovedì 1 luglio 2010



Vertigine

Che cosa sono per noi, cuore mio, i laghi di sangue e di brace,
e mille uccisioni, e le lunghe grida di rabbia,
singhiozzi d'ogni inferno che rovescia ogni ordine,
e ancora l'Aquilone sulle rovine,
e ogni vendetta? Nulla. Ma sì, intera la vogliamo!
Industriali, principi, senati; perito!
Potenze, giustizia, storia: abbasso!
Questo ci spetta. Il sangue! Il sangue! La fiamma d'ora!
Tutto alla guerra, alla vendetta, al terrore.
Spirito mio! Volteggiamo nella morsura.
Ah, passate, repubbliche di questo mio mondo!
Imperatori, reggimenti, coloni, popoli. basta!
Chi attizzerebbe i furiosi vortici di fuoco,
all'infuori di noi e di coloro che immaginiamo fratelli?
A noi, romanzeschi amici. Ci divertiremo.
Noi non lavoreremo mai, o fiotti di fiamme!
Europa, Asia, America, scomparite.
La nostra marcia vendicatrice ha tutto occupato,
città e campagne! Saremo schiacciati!
I vulcani salteranno! E l'oceano percosso...
Oh, amici miei... È certo, cuor mio: sono fratelli.
Se ci mettessimo in marcia, neri sconosciuti...
Andiamo, andiamo! O sventura mi sento fremere,
la vecchia terra su me, sempre più vostro, la terra piomba.

(Non è nulla: sono qui: ci sono sempre.)

Arthur Rimbaud

...
Anche a me il senso di vertigine prende il cuore e lo stritola in una morsa di dolorose sensazioni, fino a farlo sanguinare e gemere umori scostanti che si riflettono nelle mie espressioni di questo assurdo periodaccio al limite di una grottesca parodia di una vita qualunque come la mia sa di esserlo.
Ho ancora la voglia di pensare in positivo ma spesso la paura serpeggia e mi attanaglia fino a farmi vacillare il ragionare lucido.
Mi manca il supporto di chi mi sta vicino (molto vicino), non lo sento, non lo percepisco sulla pelle...sembra quasi che tutti quelli che mi stanno intorno abbiano rimosso il problema e che lo veda solo io e di conseguenza lo viva da solo.
Ciò mi è assai triste!