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mercoledì 7 luglio 2010


LA SABBIA DEL TEMPO

Come scorrea la calda sabbia lieve
per entro il cavo della mano in ozio
in cor sentì che il giorno era più breve.
E un’ansia repentina il cor m’assale
per l’appressar dell’umido equinozio
che offusca l’oro delle piagge salse.
Alla sabbia del Tempo urna la mano
era, clessidra il cor mio palpitante,
l’ombra crescente di ogni stelo vano
quasi ombra d’ago in tacito quadrante

Gabriele D'Annunzio



è di oggi l'inizio della speranza che ho messo nelle pieghe di una macchina che spicchia il mio corpo in centimetri malati da bersagliare, come in un videogame, all ricerca di cellule malate da distruggere per guarirmi.
Questa cosa mia, che pur odio, ha vissuto con me in questi mesi crescendomi dentro come un figlio non voluto ma comunque mio.

Ed ora?

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