Parco del Valentino
Dentro gli occhi il mattino – fa promesse
nel rimescolio dell’aria nell’acino
zuccherino che pende sulle braci
polverose dei viali – sono spesse
e forti queste foglie, già una messe
di lucidi aghi copre le mendaci
sontuosità del verde o le vivaci
ostensioni celesti (ma le stesse
radici, il bel fianco che di vertigine
si strema faranno come un’ardente
offerta ancora al buio della fronte):
dentro un vapore d’oro, a una sua fonte
fredda miserandi attinge prodigi
un dio di crocicchi, le labbra spente.
Torino, 5 febbraio 2007
Roberto Rossi Precerutti
Dentro gli occhi il mattino – fa promesse
nel rimescolio dell’aria nell’acino
zuccherino che pende sulle braci
polverose dei viali – sono spesse
e forti queste foglie, già una messe
di lucidi aghi copre le mendaci
sontuosità del verde o le vivaci
ostensioni celesti (ma le stesse
radici, il bel fianco che di vertigine
si strema faranno come un’ardente
offerta ancora al buio della fronte):
dentro un vapore d’oro, a una sua fonte
fredda miserandi attinge prodigi
un dio di crocicchi, le labbra spente.
Torino, 5 febbraio 2007
Roberto Rossi Precerutti
da "Come nella rapina di una corrente oscura"
ricordi di Torino, un auto, un ponte,
una canzone amata da mia madre;
ricordi, solo ricordi e il Po fiume
che mai profondamente amai...
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