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domenica 21 agosto 2022

Gelide parvenze, di Lorenzo Calogero

Gelide parvenze

Gelide parvenze, la vita acre dei segni
conosco. Non è finito lo spazio.
Io mi corrompo. Non so l’aurora quale il ladro
del tempo rapido senza scampo. È murmure
il suo sonno a una risposta a sommo
di una tomba nascosta che ti trasporta,
e, di trasporto in trasporto, è il suono
dell’essere felice, gioia non tersa
calma nel suo fondo. E se nel suo velo
un corpo dietro un passo senza peso
vede, triste io ti domando. I cieli
sono sciupati, emersi dentro un raggio.
Nell’isola che li contiene
è una rondine felice.

Lorenzo Calogero

Quando non si riesce a capire,
dove la situazione richiede un gesto;
da tempo è una fredda parvenza
quello che siamo, ciò che noi vogliamo...

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