Fu il gioco del solletico, all’inizio:
ridevi e mi sfuggivi come un gatto:
era una danza fatta a precipizio,
un ritmo regolare e contraffatto.
Poi, progressivamente, tu cedesti
senza tentare più quelle tue fughe:
più ferma, ti chinasti, ti chiudesti
come usano ricci e tartarughe.
Ma io cambiai solletico, pietoso,
mutando tocco e variando zone,
e tu ridevi in modo più goloso,
ridevi nella gola un’emozione
che poi divenne rantolo gioioso
e durò molto, e fu lunga canzone.
Roberto Piumini
e sfinisce la notte incontro
al sensuale richiamo di sempre
che sfociano spesso nel mai...
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