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giovedì 9 gennaio 2025

Canzone dei dodici mesi, di Francesco Guccini

Canzone dei dodici mesi

Viene Gennaio silenzioso e lieve, un fiume addormentatoFra le cui rive giace come neve il mio corpo malato, il mio corpo malatoSono distese lungo la pianura bianche file di campiSon come amanti dopo l'avventura neri alberi stanchi, neri alberi stanchi
Viene Febbraio, e il mondo è a capo chino, ma nei convitti e in piazzaLascia i dolori e vesti da Arlecchino, il carnevale impazza, il carnevale impazzaL'inverno è lungo ancora, ma nel cuore appare la speranzaNei primi giorni di malato sole la primavera danza, la primavera danza
Cantando Marzo porta le sue piogge, la nebbia squarcia il veloPorta la neve sciolta nelle rogge il riso del disgelo, il riso del disgeloRiempi il bicchiere, e con l'inverno butta la penitenza vanaL'ala del tempo batte troppo in fretta, la guardi, è già lontana, la guardi, è già lontana
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita miaDiverso tutti gli anni, ma tutti gli anni ugualeLa mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare
Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce Aprile vieneQuali segreti scoprì in te il poeta che ti chiamò crudele, che ti chiamò crudeleMa nei tuoi giorni è bello addormentarsi dopo fatto l'amoreCome la terra dorme nella notte dopo un giorno di sole, dopo un giorno di sole
Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primaveraIl nuovo amore getti via l'antico nell'ombra della sera, nell'ombra della seraBen venga Maggio, ben venga la rosa che è dei poeti il fioreMentre la canto con la mia chitarra brindo a Cenne e a Folgore, brindo a Cenne e a Folgore
Giugno, che sei maturità dell'anno, di te ringrazio DioIn un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono nato io, ci sono nato ioE con le messi che hai fra le tue mani ci porti il tuo tesoroCon le tue spighe doni all'uomo il pane, alle femmine l'oro, alle femmine l'oro
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita miaDiverso tutti gli anni, ma tutti gli anni ugualeLa mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare
Con giorni lunghi di colori chiari ecco Luglio, il leoneRiposa, bevi e il mondo attorno appare come in una visione, come in una visioneNon si lavora Agosto, nelle stanche tue lunghe oziose oreMai come adesso è bello inebriarsi di vino e di calore, di vino e di calore
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull'etàDopo l'estate porta il dono usato della perplessità, della perplessitàTi siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identitàCome scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità
Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezzaNei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezzaLungo i miei monti, come uccelli tristi fuggono nubi pazzeLungo i miei monti colorati in rame fumano nubi basse, fumano nubi basse
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita miaDiverso tutti gli anni, e tutti gli anni ugualeLa mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare
Cala Novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli ortiLungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti, si festeggiano i mortiCade la pioggia ed il tuo viso bagna di gocce di rugiadaTe pure, un giorno, cambierà la sorte in fango della strada, in fango della strada
E mi addormento come in un letargo, Dicembre, alle tue porteLungo i tuoi giorni con la mente spargo tristi semi di morte, tristi semi di morteUomini e cose lasciano per terra esili ombre pigreMa nei tuoi giorni dai profeti detti nasce Cristo la tigre, nasce Cristo la tigre
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita miaDiverso tutti gli anni, ma tutti gli anni ugualeLa mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocareChe non sai mai giocare, che non sai mai giocareChe non sai mai giocare, che non sai mai giocare
 
Francesco Guccini
 Giorni, mesi, diventano anni,
le penetranti intese sciamano
verso lidi troppo lontani, in là
come peso che età ci impone...

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