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sabato 4 gennaio 2025

Il fonte, di Arturo Graf

Il fonte

Fuor della rupe livida zampilla
Dardeggiando la fonte, e il fuggitivo
Umor frangendo giù pel verde clivo,
All’oriente sol smaglia e sfavilla.

Di qua, di là, silenzïoso e fosco,
Su per le balze rovinose e brulle,
Il bosco sale e s’avviluppa, il bosco
D’antichi abeti e d’ispide betulle.

Precipitando sulle nude selci,
Sfolgora l’onda sgominata e franta;
Umili fior di campo e incise felci
Intorno a sé, fuggendo, irrora e canta.

E par che dica: È tal qual io mi sono
L’umana vita: un fuggitivo errore,
Una mobil parvenza, un debil suono;
Onda che passa e si ringorga e muore.

Fugge travolto il rivo, e, giunto al piano,
In un muto padule entra e si perde;
Ma, fuggendo, di accese iridi il vano
Aere dipinge ed il quïeto verde.

Arturo Graf

Argentino rio, prati montani,
come dire giovane fanciullo;
poi ridenti cascate a formare
torrenti, fiumi, fino al mare...

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