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giovedì 31 luglio 2025

Lontana e sola, di Anonimo

Lontana e sola

Ti ho visto guardare lontano,
su un masso, su un monte,
silenzio discreto e quel velo
intuito di pace, tristezza.

Ti ho guardato non visto,
lontana e sola sul sasso
poi si torna al quotidiano
rimangono spazi infiniti.
 
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

mercoledì 30 luglio 2025

C’era una volta, di Giuseppe Ungaretti

C’era una volta
Quota Centoquarantuno l’1 agosto 1916

Bosco Cappuccio
ha un declivio
di velluto verde
come una dolce
poltrona

Appisolarmi là
solo
in un caffè remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna 

Giuseppe Ungaretti

Insieme ai grandi temi,
vita, morte, sopravvivenze;
recessi i scuola infranti
da conoscenze postume...

martedì 29 luglio 2025

Donna che apre riviere, di Giorgio Caproni

Donna che apre riviere

Sei donna di marine,
donna che apre riviere.
L’aria delle mattine
bianche è la tua aria
di sale e sono vele
al vento, sono bandiere
spiegate a bordo l’ampie
vesti tue così chiare.

Giorgio Caproni

Di amori naufragati pieno 
il grande mare, come relitti
a spiagge assolate e pure
restano irrisolti al cuore...

lunedì 28 luglio 2025

Cipressi e palme, di Arturo Graf

Cipressi e palme

O notturni cipressi e sonnolente
Palme, laggiù, sulla deserta china,
A specchio della tersa onda turchina,
Nereggianti sul rutilo occidente;

Mentre nell’alto ciel, dietro la trina
D’una rosata nube evanescente,
Come un profil di vergine languente
Della luna il sottile arco s’affina;

O lente palme, o rigidi cipressi,
Dite, se novo e ignoto vïatore
L’orme pur ora in queste rive impressi;

Perché la nostra visïon di tanto
Dolce tumulto mi rïempie il core,
Perché mi trae sulle pupille il pianto?

Arturo Graf

Commuoversi davanti a natura
che ancora stupisce e riempie
di gocce gli occhi e meraviglia;
siamo preda di insana pazzia...

domenica 27 luglio 2025

La casa, di Cesare Pavese

La casa

L’uomo solo ascolta la voce calma
con lo sguardo socchiuso, quasi un respiro
gli alitasse sul volto, un respiro amico
che risale, incredibile, dal tempo andato.

L’uomo solo ascolta la voce antica
che i suoi padri, nei tempi, hanno udito, chiara
e raccolta, una voce che come il verde
degli stagni e dei colli incupisce a sera.

L’uomo solo conosce una voce d’ombra,
carezzante, che sgorga nei toni calmi
di una polla segreta: la beve intento,
occhi chiusi, e non pare che l’abbia accanto.

È la voce che un giorno ha fermato il padre
di suo padre, e ciascuno del sangue morto.
Una voce di donna che suona segreta
sulla soglia di casa, al cadere del buio.
[21 agosto - 12 settembre 1940] 

Cesare Pavese

Case ora riposano chiuse
in attesa di vita, di voci;
passato dimora e ricorda,
fantasmi di gioie e dolori...

sabato 26 luglio 2025

Ad Anna, di Sebastiano Vasta

Ad Anna 

Non so più dove ti colsi.
Certo nei prati rilucenti di antichi sogni
distolsi l’oro della tua semente.

Sui rami dei miei nudi inverni
la tua gemma spuntò
come un miracolo
e a nuovo mi vestì la tua speranza.

Le tue carni e l’oro dei capelli
per non sciuparti ho sfiorato
con le mani inasprite dagli anni

Nata dalla mia speranza d’essere
e di non finire, in te
la mia sostanza umana
ad altri sensi rinasce
a nuova vita.

 L’età del silenzio Lalli Editore. 1981

Sebastiano Vasta 

Nella mia vita in duplice
forma, cospetto di anime;
le radici dissolte ed aride
bevono ancora nel sogno...

venerdì 25 luglio 2025

Cara Fanny., di Giacomo Leopardi

Cara Fanny.
Non vi ho scritto fin qui per non darvi noia, sapendo quanto siete occupata:
Ma in fine io non vorrei che il silenzio paresse dimenticanza, benché forse sappiate che il dimenticar voi non è facile.
Mi pare che mi diceste un giorno, che spesso ai vostri amici migliori non rispondevate, agli altri sì, perché di quelli eravate sicura che non si offenderebbero, come gli altri, del vostro silenzio.
Fatemi tanto onore di trattarmi come uno de’ vostri migliori amici; e se siete molto occupata, e se lo scrivere vi affatica, non mi rispondete…
Delle nuove da me non credo che vi aspettiate.
Sapete ch’io abbomino la politica…
I miei amici si scandalizzano; ed essi hanno ragione di cercar gloria e di beneficare gli uomini.
Ma io che non presumo di beneficare, e che non aspiro alla gloria, non ho torto di passare la mia giornata disteso su un sofà, senza battere una palpebra.
E trovo molto ragionevole l’usanza dei Turchi e degli altri Orientali, che si contentano di sedere sulle loro gambe tutto il giorno, e guardare stupidamente in viso questa ridicola esistenza.
Ma io ho ben torto di scrivere queste cose a voi, che siete bella, e privilegiata dalla natura a risplendere nella vita.

Giacomo Leopardi

Sfaccettature di amori, occasioni
sono intimità descritte in versi,
prose che, fini a sè stesse,
incantano anime e cuori...

giovedì 24 luglio 2025

Le seduzioni, di Amalia Guglielminetti

Le seduzioni

Colei che ha gli occhi aperti ad ogni luce
e comprende ogni grazia di parola
vive di tutto ciò che la seduce.

Io vado attenta, perchè vado sola,
e il mio sogno che sa goder di tutto,
se sono un poco triste mi consola.

In succo io ho spremuto ogni buon frutto,
ma non mi volli sazïare e ancora
nessun mio desiderio andò distrutto.

Perciò, pronta al fervor, l'anima adora
per la sua gioia, senza attender doni,
e, come un razzo in ciel notturno, ogni ora

mi sboccia un riso di seduzïoni.

Amalia Guglielminetti

Seduzioni attente e procaci
in ambiti di impensabili luoghi,
poi silenzi che seguono il nulla
di peccati pensati mai compiuti...

mercoledì 23 luglio 2025

Portami il girasole.., di Eugenio Montale

Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce. 

Eugenio Montale

Pensavo piacessero come
da ricordo di frase buttata
in quell'auto scarna di me;
illusioni, visioni, sensazioni...

martedì 22 luglio 2025

Acquamorta , di Salvatore Quasimodo

Acquamorta 

Acqua chiusa, sonno delle paludi
che in larghe lamine maceri veleni,
ora bianca ora verde nei baleni,
sei simile al mio cuore.

II pioppo ingrigia d'intorno ed il leccio;
le foglie e le ghiande si chetano dentro,
e ognuna ha i suoi cerchi d'un unico centro
sfrangiati dal cupo ronzar del libeccio.

Cosí, come su acqua allarga
il ricordo i suoi anelli, mio cuore;
si muove da un punto e poi muore:
cosí t'è sorella acquamorta.

Salvatore Quasimodo

Nel anima, in fondo, pervade
senso di stagnazione perenne;
acque morte da sempre riparo
a fragili cuori infranti dall'onda...

lunedì 21 luglio 2025

Condizione semantica, di Harold Norse

Condizione semantica

Ben informato sulla sua condizione intossicata ora entra l’Ultima
Parola
tramite drive-in dreamachine
filo spinato carri armati
(rendi vuota la mente)
anni di morte condizionata
camminando coi discepoli Gesù si imbatté cane in decomposizione
i discepoli si allontanano inorriditi “mai visto nulla di così tremendo
Signore”
& Gesù con un sorriso “perdio, non ha dei denti splendidi”
attraverso il sogno dell'uomo della ragione
ragazzi sprizzano
orgasmi nella gelida notte cosmica 

Harold Norse

Effetti espansivi di droghe
fumate, nel lontano passato;
poi sensi pervasi da sogni
e stallo,sensazioni potenti...

domenica 20 luglio 2025

Paul Celan a Ingeborg Bachmann

Mia cara Ingeborg,
dunque non verrai prima di due mesi – perché?
Non dici neppure per quanto tempo, non dici se ti concedono la borsa di studio. Intanto, come tu consigli, possiamo, perché no, “scambiarci lettere”.
Ingeborg sai perché in quest’ultimo anno ti ho scritto così poco? Non soltanto perché Parigi mi aveva imposto un terribile silenzio dal quale non riuscivo ancora una volta a liberarmi, ma anche perché non sapevo che cosa tu pensassi di quelle brevi settimane a Vienna.
Cosa potevo mai capire dalle tue prime righe scritte frettolosamente, Ingeborg?
Forse mi inganno, forse è vero che noi ci schiviamo proprio quando vorremmo tanto incontrarci, forse colpevoli siamo tutti e due. Ma talvolta mi dico che il mio silenzio è, in qualche modo, più comprensibile del tuo, perché il buio che mi impone è più antico. Come sai: le grandi decisioni bisogna prenderle sempre da soli. Quando è arrivata quella lettera in cui mi chiedevi se era meglio per te Parigi o gli Stati Uniti, non avrei esitato un istante a dirti quanto sarei stato felice se fossi venuta. Riesci a capire, Ingeborg, perché non l’ho fatto?
Mi dissi che, se davvero ti importava qualcosa (ovvero, più di qualcosa) di vivere nella città in cui anch’io vivevo, non saresti venuta prima da me a chiedere consiglio, proprio no. Un anno intero adesso è trascorso, un anno durante il quale ti sarà successo senz’altro qualcosa. Ma tu non mi dici quanto lontani sono, dietro quest’anno, il nostro maggio e il nostro giugno…
Quanto lontana o quanto vicina sei, Ingeborg?
Dimmelo, così saprò se tu chiudi gli occhi, quando io adesso ti bacio.
Paul

occhi chiusi per fermare quell'attimo
intriso di passionali umori e gesta
che sanno di eroi desueti e falsi;
resta la clip fissta dal cuore...

sabato 19 luglio 2025

Per musica, di Sergio Corazzini

Per musica

Tu m’hai scritto cosí: «Or che spezzato
è questo nostro amor fatto di ebbrezze,
io ti rimando i baci che m’hai dato
io ti rimando tutte la carezze».

Piccola bimba mia sempre malata,
una cosa ti sei dimenticata.

La prima cosa che ti ho data, o amore,
ti sei scordata di ridarmi il cuore! 

Sergio Corazzini

Infrangere cuori, spezzare
sogni, andati, intrisi di anime
distolte dal viaggio un attimo
quel solo, unico istante, mie...