A chi donerò questo prezioso novissimo
libretto ancora lucido di pomice?
A te, Cornelio, a te che alle mie cose
attribuivi un senso fin dagli anni
in cui, unico fra noi, tu affrontavi
la storia universale in tre libri
cosí colti e tormentati, mio dio.
Valga quel che valga, il libretto
è tuo:
musa, vergine mia,
fa' che mi possa sopravvivere.
Publio Valerio Catullo
lasciare qualcosa dopo di noi, indelebile,
uno scrittto, una cosa, un sondabile segno?
Si cerca ristoro nelle parole di altri, nei versi
piccoli incentivi alla vita, piccole gioie...
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