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domenica 30 giugno 2024

Per mostrare il candore dei suoi denti... (38), di Publio Valerio Catullo

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Per mostrare il candore dei suoi denti,
Egnazio ride, ride d'ogni cosa.
Ride mentre l'avvocato strappa le lacrime
davanti alla sbarra degli imputati;
ride quando fra un coro di lamenti
disperatamente una madre piange
di fronte al rogo del suo unico figliolo.
In ogni circostanza, in ogni luogo,
qualsiasi cosa faccia, ride, ride.
Ha questa malattia, che certo non è,
io ritengo, civile o di buon gusto.
Dovrò proprio ammonirti, Egnazio mio.
Se tu fossi romano, sabino o di Tivoli,
un umbro grasso o un etrusco obeso,
un lanuvino bruno e tutto denti,
uno dell'oltrepò, per metterci anche i miei,
cioè uno dei tanti che con acqua pura
si lava i denti, anche allora vorrei che tu
non ridessi continuamente d'ogni cosa:
niente è piú sciocco di un modo sciocco di ridere.
Ma tu sei spagnolo e in terra di Spagna
la mattina tutti si strofinano a sangue
gengive e denti con la propria urina.
Cosí piú bianchi sono questi vostri denti
e piú rivelano il piscio che hai bevuto.

Publio Valerio Catullo

Come nei libri letti contorno
parole con matite colorate
rivedo un ragazzo affranto e vivo
con occhi come amanti indecenti...

sabato 29 giugno 2024

In morte di Giulio Verne, di Guido Gozzano

In morte di Giulio Verne

O che l'Eroe che non sa riposi
discenda nella Terra, o che si libri
per le virtù di cifre e d'equilibri
oltre gli spazi inesplorati ed osi

tentar le stelle, o il Nautilo rivibri
e s'inabissi in mari spaventosi:
Maestro, quanti sogni avventurosi
sognammo sulle trame dei tuoi libri!

La Terra il Mare il Cielo l'Universo
per te, con te, poeta dei prodigi,
varcammo in sogno oltre la scienza.

Pace al tuo grande spirito disperso,
tu che illudesti molti giorni grigi
della nostra pensosa adolescenza.

Guido Gozzano

Adole
scenza fatta di impegni
col cuore alle stelle, alla luna;
libri e libri a fuggire il senso
e ritrovarsi vecchio il cuore...

venerdì 28 giugno 2024

Dall'Olanda, di Vittorio Sereni

 Dall'Olanda

A portarmi fu il caso tra le nove
e le dieci d’una domenica mattina
svoltando a un ponte, uno dei tanti, a destra
lungo il semigelo d’un canale. E non
questa è la casa, ma soltanto
‐mille volte già vista –
sul cartello dimesso «Casa di Anna Frank».

Disse più tardi il mio compagno: quella
di Anna Frank non dev’ essere, non è,
privilegiata memoria. Ce ne furono tanti
che crollarono per sola fame
senza il tempo di scriverlo.
Lei, è vero, lo scrisse.
Ma a ogni svolta a ogni ponte lungo ogni canale
continuavo a cercarla senza trovarla più
ritrovandola sempre.
Per questo è una e insondabile Amsterdam
nei suoi tre quattro variabili elementi
che fonde in tante unità ricorrenti, nei suoi
tre quattro fradici o acerbi colori
che quanto è grande il suo spazio perpetua,
anima che s’irraggia ferma e limpida
in migliaia d’altri volti, germe
dovunque e germoglio di Anna Frank.
Per questo è sui suoi canali vertiginosa Amsterdam.

Vittorio  Sereni

Le co
se della vita rincorrono
prati calpestati da incubi;
relega la memoria il brutto,
infuria rabbia nell'anima...

giovedì 27 giugno 2024

Notizie a Giuseppina dopo tanti anni, di Mario Luzi

Notizie a Giuseppina dopo tanti anni 

Che speri, che ti riprometti, amica,
se torni per così cupo viaggio
fin qua dove nel sole le burrasche
hanno una voce altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?
Mi trovo qui a questa età che sai,
né giovane né vecchio, attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so più quel che volli o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri e n'esci illesa.
Tutto l'altro che deve essere è ancora,
il fiume scorre, la campagna varia,

grandina, spiove, qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente dal lungo sonno avventuroso.

Mario Luzi

Ricordi scarse ri
sorse, vaghe
comminate negli angoli bui;
sono uomo d'intenti stravolti
rimango in attesa e respiro...

martedì 25 giugno 2024

Red turns to blue, di John Issley

Red turns to blue

Goodnight baby.
The day has lost its summer glow.
Night calls in long shadows fast.
The sea shimmers like broken glass.

I hear those mighty engines roar.
Do we run, do we hit the floor?
Just a look, nothing left to say.
Black and white fades to grey.
All I'm left with is a photograph.
Coloured memory of you.
These footsteps take another path.
Mist covered eyes - as the
red turns to blue.

Old age burnt on a young mans face.
Such innocence, such, youthful waste.
What you got here is what you see.
Ten thousand years of history.

All I'm left with is a photograph.
Coloured memory of you.
These footsteps rake another path.
Mist covered eyes - as the red turns to blue.

So we tried to make a difference.
We were tired of sitting on the fence.
We were hero's before we had gone.
Kidded oursehes, this won't take long.

Now the flag flies half way down.
The tears are flowing free.
Right or wrong we're the last to know
And the day has lost' its nummer glow.

John Issley

 

Virano i colori della vita
come ricordi scarseggiano
in un turbinio di toni
che dilagano l'anima...

lunedì 24 giugno 2024

Effusione, di Corrado Govoni

Effusione

Questa mattina, come tutto è strano!
Ed io son tutto pien di meraviglia...
Io non mi trovo più: la mia mano
è una cosa dolcissima, staccata,
che scorre voluttuosa sopra l'erba,
così fresca che par bagnata;
quei campani di pecore invisibili
avemariano così soavemente
come se fossi io il gregge quieto,
e brucassi le sponde in fiore
là, sopra il tremolante greto
della profonda valle ;
i monti, con la neve color lilla,
quando le nuvole che passano
vi lasciano cadere i molli veli
delle lor ombre, sono così puri e forti
che sono certamente parti di me stesso.
Oh, come sento eh' io son nulla e tutto!
Io sono il mare, son la primavera.
Sono un' azzurra immensità di cielo.
Sono la forza libera del vento,
la valle verde, il Roja carico di fango»
M'inabisso, m'innalzo e poi svanisco
in quei fischi in quei gridi, là nei campii
in queste voci placide vicine.
Sono la casa nuova ch'io guardo,
con la sua contentezza regolare
delle finestre appena verniciate
e l'inaugurazione della chiave
sulla porta color di prateria
per aprire la sua fresca magia;
la fantastica nave
che passa dondolandosi nel golfo,
come una torre sventolante di tendine.
Ma cos'è quest'angoscia che m'assale?
Cos' è questo tormento,
quest' ansia di sapere, di svelare?
Sento che allora, sì, sarei felice
se sapessi che cosa dice
l'allodola perduta nella nuvola;
che cosa pensa della pioggerella,
l'usignuolo che cova sulle foglie;
che cosa sente il filo d' erba
nato sotto il mattone umido
del marciapiede della casa abbandonata;
come vedono il mondo
i filiformi occhi degli insetti;
come vive, così sepolto, il verme cieco;
che cosa provan, mandando l' odore,
gli anonimi gentili fiorellini,
dolci come le piccole figure ingenue
di Romeo e Giulietta
su le scatole di cerini,
sopra la riva della gora,
dove si specchia,
vestita d'edera, la catapecchia,
e tuffasi e galleggia placida
la rana verde, e gracida. 

Corrado Govoni

Mi mancano carezze e baci
insieme al ricordo scorrono
attimi di impetuosa saggezze
precludo il ritorno, ancora...

domenica 23 giugno 2024

Gioco di sguardi, di Amalia Guglielminetti

Gioco di sguardi

Gioco di sguardi è cosa tanto vaga
e al vostro vano ardir piacevol cosa.
Ma questa inferma anima, se l'osa,
vi si strugge in contesa e non s'appaga.

Simile io sono a chi cela una piaga
ma l'accusa con fronte dolorosa,
e trattiene coi denti senza posa
il tremor che in sue vene si propaga.

Voi sembrate colui che si compiace
spiando in volto ad un febbricitante
i segni d'un sottil morbo vorace.

E gode a udir su quelle labbra amare,
arse dallo stupore delirante,
un solo nome, il suo nome tornare.

Amalia Guglielminetti

Impercettibili assunti di voci
perdurano nel cuore gonfio;
la resa è vicina, nell'angolo
scuro dei sensi, delle parole...

sabato 22 giugno 2024

La notte lava la mente.., di Mario Luzi

La notte lava la mente.

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d’anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
Traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.

Mario Luzi

File umane imperturbabili scorrono
tratti di strada insieme ai segni;
rocambolesche situazioni perdurano
e la mente vacilla, impavida, sola...

venerdì 21 giugno 2024

Essere matita è segreta ambizione.., di Valerio Magrelli

 

Essere matita è segreta ambizione.
Bruciare sulla carta lentamente
e nella carta restare
in altra nuova forma suscitato.
Diventare così da carne segno,
da strumento ossatura esile del pensiero.
Ma questa dolce
eclissi della materia
non sempre è concessa.
C’è chi tramonta solo col suo corpo:
allora più doloroso ne è distacco

Valerio Magrelli


Matita che traccia su carta
un segno, un attimo solo;
si ascolta il silenzio, la vita
che lenta e continua scorre...

giovedì 20 giugno 2024

Aqualung, di Jetrho Tull

L'album colpì il pubblico grazie alla celebre copertina raffigurante un barbone, molto somigliante al leader del gruppo Ian Anderson. L'immagine impressiona soprattutto per la crudezza dell'espressione e dello sguardo del volto di Aqualung, cui fa da contraltare un manifesto che reclamizza eleganti e dispendiose vacanze natalizie in una località sciistica delle Highlands meridionali. Pare che il titolo dell'album derivi dal rantolo roco del barbone simile - secondo Anderson - al rumore di un respiratore subacqueo (l'Aqua-lung ne è un modello particolare), infatti nel testo dice che quando respira il vagabondo emette dei suoni come un palombaro "deep sea diver sounds" (da wikipedia).


Staglia nella mente un senso
che pervade anima e cuore;
rimangono note nell'aria
come un canto che c'è...

mercoledì 19 giugno 2024

Spesso c’è bonaccia sulla pagina.., di Valerio Magrelli

 

Spesso c’è bonaccia sulla pagina.
Inutile girarla per cercare
l’angolo del vento.
Si sta fermi,
il pensiero oscilla,
si riparano le cose
che la navigazione ha guastato.

Valerio Magrellihttps://img2-juzaphoto-com.translate.goog/002/shared_files/uploads/2052632.jpg?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it

Nelle tempeste del cuore
sballotto sentimenti riarsi;
l'anima piange il destino
che tutti abbiamo davanti...

martedì 18 giugno 2024

I mari della luna, di Gianni Rodari

I mari della luna

Nei mari della luna
tuffi non se ne fanno;
non c’è una goccia d’acqua,
pesci non ce ne stanno.
Che magnifico mare
per chi non sa nuotare.

Gianni Rodari

Filastrocche piene di garbo
lette di fretta senza rabbia;
ricordo la fioca luce in camera
e i bei sogni in fila indiana...

lunedì 17 giugno 2024

Sta male, Cornificio, il tuo Catullo (38), di Publio Valerio Catullo

 38

Sta male, Cornificio, il tuo Catullo,
sta male, mio dio, e soffre
ogni giorno, ogni ora di piú.
E tu nemmeno una parola,
quella che costa meno, la piú facile.
Ti odio. Questo il tuo amore?
Una parola, una parola qualunque
piú triste del pianto di Simonide

Publio Valerio Catullo

Parola HD - YouTube

Parola che affiora a labbra chiuse
dicesi impetuosa, sonora e forte;
nei reconditi significati cerchiamo
risposte a domande che abbiamo...

domenica 16 giugno 2024

Alla formica, di Gianni Rodari

Alla formica 

Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
Che il più bel canto non vende:
regala. 

Gianni Rodari

Nel canto della Natura
si sostiene il mondo intero;
assurdi e scomposti uccidiamo
noi stessi e lo sappiamo...

sabato 15 giugno 2024

La mia sposa, di Guido Fabiani

 La mia sposa

Se sorride la bocca grazïosa,
par ch'abbia raggi la soave testa;
tutta la casa è in festa
quando è lieta la Sposa.

Il nero occhio balena
di sotto a l'arco de le ciglia fine;
tutta è, dal piede al crine,
rifulgente di grazia ultraterrena.

La contemplo e l'agogno
tutta è amor, tutta bella e tutta mia;
e in vederla venir, parmi che sia
visïone di ciel, vista nel sogno.

Guido Fabiani

Accanto ancora e sempre tanto
che basta un pensiero o un gesto;
non più passione ma ancora carezze
e solitudini insieme anche se piove...

venerdì 14 giugno 2024

La medicina, di Guido Gozzano

La medicina
Alla signora C. R. dalla bella voce

Non so che triste affanno mi consumi:
sono malato e nei miei dì peggiori...
Tra i balaustri il mar scintilla fuori
la zona dei palmeti e degli agrumi.

Ah! Se voi foste qui, tra questi fiori,
amica! O bella voce tra i profumi!
Se recaste con voi tutti i volumi
di tutti i nostri dolci ingannatori!

Mi direste il Congedo, oppur la Morte
del cervo, oppure la Sementa... E queste
bellezze, più che l'aria e più che il sole,

mi farebbero ancora sano e forte!
E guarirei: Voi mi risanereste
con la grande virtù delle parole!

Guido Gozzano

Parole, balsamo del cuore
eppure a volte spezzano le voci;
il piento sovrasta il suono
e la musica penetra il sole...

giovedì 13 giugno 2024

Un uccellino, di Nico Orengo

Un uccellino

Nella grande città,
c’è una strada;
nella strada,
c’è una casa,
nella casa una scala,
in cima alla scala,
una stanza;
in mezzo alla stanza,
una tavola;
sulla tavola,
un tappeto;
sul tappeto,
una gabbia;
nella gabbia,
un nido;
nel nido,
un uovo;
nell’uovo,
un uccellino.
L’uccellino uscì fuori dell’uovo
e lo rovesciò;
l’uovo rovesciò il nido;
il nido rovesciò la gabbia;
la gabbia rovesciò il tappeto;
il tappeto rovesciò la tavola;
la tavola rovesciò la stanza;
la stanza rovesciò la scala;
la scala rovesciò la casa;
la casa rovesciò la strada;
la strada rovesciò la grande città.
Così un uccellino rovesciò un’intera città

Nico Orengo

Sia melodioso canto, o volo
sicuro tra foglie e fronde,
siano attimi di profonda natura
spalanca il cuore le cose vere...

mercoledì 12 giugno 2024

Lo scrittore scrive scrive.., di Roberto Piumini

Lo scrittore
scrive scrive
scrive dieci
cento ore
ma chi scrive
allo scrittore?
Scrive versi
scrive strofe
ma dal tetto
giù gli piove.
Scrive in prosa
scrive in rima
ma nessuno
gli cucina.
Scrive frasi
cento a cento
ma di fuori
gli entra il vento.
Scrive a penna
scrive a biro
ma non ha
nessuno in giro.
Scrive lento
scrive in fretta
ma si è spenta
la stufetta.
Lo scrittore
scrive scrive
dieci cento
mille ore
ma chi scrive
allo scrittore?

Roberto Piumini

Filastracche poetiche intendono
frasi sconnesse di inutili fasi;
compendio sintetico dei fatti
si torna a spezzare le ore...

martedì 11 giugno 2024

Protocollo cittadino #127 (Stanchezza), di Gujil

Stanchezza
 
Il mattino pesa agli occhi
sogni, immagini, visi;
stremato, succube e solo
infine mi alzo e cammino...

Gujil

 

 

lunedì 10 giugno 2024

Rammarico, di Amalia Guglielminetti

Rammarico

Il rammarico oscuro che m'accascia,
io lo ritorco contro me in pungenti
sarcasmi, e sferzo di ragionamenti
ironici la mia arida ambascia.

Ma un solco vivo ciascun scherno lascia
dove i suoi colpi insiston violenti.
Sen duol con malinconici lamenti
quei che il duro voler urta e non sfascia.

Tristemente si duole: – A che sogghigni?
Più tu ti senti miserabil cosa,
più t'affanni a ostentar sdegni maligni.

Ecco: ora piangi, sfatta d'umiltà,
or s'avvilisce l'anima orgogliosa
ch'altro destar non seppe che pietà

Amalia Guglielminetti

Spesso ci si rammarica per cose
fatte, non fatte, oppure indecise;
nel premere i tasti rimane il pensiero
come reagire, come comportarsi...

domenica 9 giugno 2024

The musical box, Genesis

Il testo di Gabriel, cui si ispira la copertina dell'album, racconta di una bambina di nome Cynthia che, mentre gioca a croquet, decapita con la sua mazza il compagno di giochi Henry. Qualche giorno dopo la bambina entra nella camera di Henry, vi scopre il suo prezioso carillon (in inglese musical box) e lo apre; iniziano così a scorrere le note della filastrocca di Old King Cole (Coel Hen). Lo spirito di Henry si materializza ma inizia ad invecchiare rapidamente, supplicando Cynthia di toccarlo per soddisfare il desiderio mai realizzato in vita, ma la tata di Henry entra nella stanza e, alla visione dello spirito, gli scaglia addosso il carillon, distruggendo entrambi (da wikipedia).

 
Riascoltare musica, sogni adolescenziali
in un contesto di matura comprensione;
"Play me my song..." ancora e ancora,
"Here it comes again..." adesso e ora...

sabato 8 giugno 2024

Fu il gioco del solletico.., di Roberto Piumini

Fu il gioco del solletico, all’inizio:
ridevi e mi sfuggivi come un gatto:
era una danza fatta a precipizio,
un ritmo regolare e contraffatto.

Poi, progressivamente, tu cedesti
senza tentare più quelle tue fughe:
più ferma, ti chinasti, ti chiudesti
come usano ricci e tartarughe.

Ma io cambiai solletico, pietoso,
mutando tocco e variando zone,
e tu ridevi in modo più goloso,

ridevi nella gola un’emozione
che poi divenne rantolo gioioso
e durò molto, e fu lunga canzone. 

Roberto Piumini

Come in un canto che vibra
e sfinisce la notte incontro
al sensuale richiamo di sempre
che sfociano spesso nel mai...

venerdì 7 giugno 2024

Nuotatore, di Sandro Penna

Nuotatore

Dormiva…?
Poi si tolse e si stirò.
Guardò con occhi lenti l’acqua. Un guizzo
il suo corpo.
Così lasciò la terra.

Sandro Penna

Un tuffo e il cielo si rompe
in gocce di acqua schizzate;
rimane un senso di limpida attesa
potente e un sole che scalda...