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venerdì 28 novembre 2025

Elegia del Novembre , di Carlo Betocchi

Elegia del Novembre 

 Dall'immortale pace
sorge vergine morte
e reca, al fin d'autunno,
sulle vigne contorte
i venti senza pace
e il vel notturno.

Il puro firmamento
in più luoghi maltisce,
e delle stelle il raggio
cela tra ombrose striscie
con il suo sentimento
alto e selvaggio.

Mena tra i giunchi e il nulla
per desolate piaggie
fiume che va diserto:
e l'alma roccia piange
l'onda, dov'ebbe culla,
in giogo aperto:

e la pigra fanciulla
che va cuore felice
coglie lungo la sponda:
non s'agita né dice
con la sua bocca brulla,
e in cuor le affonda.

Ma se alle case sue,
queste bagnate e frolle,
viene vergine morte;
che appaiono sul colle
tra le nebbie e son pure
apparse e morte:

qui, nel mio cuor, conserva
la colomb'alba un nido
bianco, com'ebbe l'ale:
che già, stamani, il fido
vol suo raccolsi, all'erma
montagna australe.

Carlo Betocchi 

Toni scarni di colori spenti
eppure così vividi agli occhi
come il sole ed il cielo terso,
come il cuore che cerca riposo...

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