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lunedì 10 maggio 2010


La polvere che noi siamo ricompone
il contrasto stride e nel fragore emerge;
le dita più non stringono mani
ma fumo che impalpabile sale a spirale
ed il suono ovattato affievolisce e si spegne.
Le ingiurie si accalcano agli occhi
che tumidi chiedono inesistenti ragioni;
non senti il calore che tenta trasmetterti
chi a fianco ti è stata, vicina, compagna serena
e che ora stranita si accascia colpita dal maglio.
Io non ho che parole da dirti, consunte, desuete
a rincorrere attimi insieme gelati dal nulla;
lo sguardo più non ricerca sorriso
e smarrito, attonito fissa nel punto infinito
un orizzonte lontano, sfocato, indistinto.

Anonimo del XX° secolo,
frammenti ritrovati

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