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lunedì 30 agosto 2010

Ritemprarsi è prassi dopo la fatica ed è bene;
lo stanco viandante chiede riposo e il riposare ridà le forze e la voglia.
Ritorno alla saggezza e mi assumo costante.
...


La chiesa di Polenta

Agile e solo vien di colle in colle
quasi accennando l'ardüo cipresso.
Forse Francesca temprò qui li ardenti
occhi al sorriso?
Sta l'erta rupe, e non minaccia :
in alto guarda, e ripensa, il barcaiol, torcendo
l'ala de' remi in fretta dal notturno
Adrïa: sopra
fuma il comignol del villan, che giallo
mesce frumento nel fervente rame
là dove torva I'aquila del vecchio
Guido covava.
Ombra d'un fiore è la beltà, su cui
bianca farfalla poesia volteggia:
eco di tromba che si perde a valle
è la potenza.
Fuga di tempi e barbari silenzi
vince e dal flutto de le cose emerge
sola, di luce a' secoli affluenti
faro, I'idea.
Ecco la chiesa. E surse ella che ignoti
servi morian tra la romana plebe
quei che fûr poscia i Polentani e Dante
fecegli eterni.
Forse qui Dante inginocchiossi?
L'alta fronte che Dio mirò da presso chiusa
entro le palme, ei lacrimava il suo
bel San Giovanni;
e folgorante il sol rompea da' vasti
boschi su 'I mar. Del profugo a la mente
ospiti batton lucidi fantasmi
dal paradiso:
mentre, dal giro de' brevi archi l'ala
candida schiusa verso l'orïente,
giubila il salmo In exitu cantando
Israel de Aegypto.
Itala gente da le molte vite,
dove che albeggi la tua notte e un'ombra
vagoli spersa de' vecchi anni, vedi
ivi il poeta.
Ma su' dischiusi tumuli per quelle
chiese prostesi in grigio sago i padri,
sparsi di turpe cenere le chiome
nere fluenti,
al bizantino crocefisso, atroce
ne gli occhi bianchi livida magrezza,
chieser mercé de l'alta stirpe e de la
gloria di Roma.
Da i capitelli orride forme intruse
a le memorie di scalpelli argivi,
sogni efferati e spasimi del bieco
settentrïone,
imbestïati degeneramenti
de l'oriente, al guizzo de la fioca
lampada, in turpe abbracciamento attorti,
zolfo ed inferno
goffi sputavan su la prosternata
gregge: di dietro al battistero un fulvo
picciol cornuto diavolo guardava
e subsannava.
Fuori stridea per monti e piani il verno
de la barbarie. Rapido saetta
nero vascello, con i venti e un dio
ch'ulula a poppa,
fuoco saetta ed il furor d'Odino
su le arridenti di due mari a specchio
moli e cittadi a Enogiseo le braccia
bianche porgenti.
Ahi, ahi ! Procella d'ispide polledre
àvare ed unne e cavalier tremendi
sfilano: dietro spigolando allegra
ride la morte.
Gesú, Gesú! Spalancano la tetra
bocca i sepolcri: a' venti a' nembi al sole
piangono rese anch'esse de' beati
màrtiri l'ossa.
E quel che avanza il Vínilo barbuto,
ridiscendendo da i castelli immuni,
sparte —reliquie, cenere, deserto —
con l'alabarda.
Schiavi percossi e dispogliati, a voi
oggi la chiesa, patria, casa, tomba,
unica avanza : qui dimenticate,
qui non vedete.
E qui percossi e dispogliati anch'essi
i percussori e spogliatori un giorno
vengano. Come ne la spumeggiante
vendemmia il tino
ferve, e de' colli italici la bianca
uva e la nera calpestata e franta
sé disfacendo il forte e redolente
vino matura;
qui, nel conspetto a Dio vendicatore
e perdonante, vincitori e vinti,
quei che al Signor pacificò, pregando,
Teodolinda, (96)
quei che Gregorio invidïava a' servi
ceppi tonando nel tuo verbo, o Roma,
memore forza e amor novo spiranti
fanno il Comune.
Salve, affacciata al tuo balcon di poggi
tra Bertinoro alto ridente e il dolce
pian cui sovrasta fino al mar Cesena
donna di prodi,
salve, chiesetta del mio canto! A questa
madre vegliarda, o tu rinnovellata
itala gente da le molte vite,
rendi la voce
de la preghiera: la campana squilli
ammonitrice : il campanil risorto
canti di clivo in clivo a la campagna
Ave Maria.
Ave Maria! Quando su l'aure corre
I'umil saluto, i piccioli mortali
scovrono il capo, curvano la fronte
Dante ed Aroldo.
Una di flauti lenta melodia
passa invisibil fra la terra e il cielo:
spiriti forse che furon, che sono
e che saranno?
Un oblio lene de la faticosa
vita, un pensoso sospirar quïete,
una soave volontà di pianto
I'anime invade.
Taccion le fiere e gli uomini e le cose,
roseo 'I tramonto ne l'azzurro sfuma,
mormoran gli alti vertici ondeggianti
Ave Maria.

Giosuè Carducci, Luglio 1897


mercoledì 25 agosto 2010

IL VENTO SCRIVE

Su la docile sabbia il vento scrive
con le penne dell'ala; e in sua favella
parlano i segni per le bianche rive.

Ma, quando il sol declina, d'ogni nota
ombra lene si crea, d'ogni ondicella,
quasi di ciglia su soave gota.

E par che nell'immenso arido viso
della pioggia s'immilli il tuo sorriso.

Gabriele D'Annunzio

quando il vento scrive mi adagio a leggere pagine lunghe, dense di visioni magnifiche che mi accarezzano il cuore; qui la mente riposa di quel sonno che ha solo sogni belli che tonifica e appaga. Il posto è uno qualunque ma pieno di alberi a stormire le fronde...
...lì io sto bene!


martedì 24 agosto 2010


Le dimensioni del nulla hanno lasciato posto a qualche momento di sole. Ieri, nel bosco, ho misurato le mie forze ed ho visto che l'energia sta ritornando a scorrere nei miei percorsi.
Finalmente l'engoscia comincia a svanire e i ricordi si confinano lontani e sfumano nei particolari.
Era ora!

giovedì 19 agosto 2010

Il silenzio è pervaso dall'ombra.
In controluce intravedo il disegno.
...e mi adeguo
...

mercoledì 18 agosto 2010


L'ebbrezza si sente...è nell'aria!
Il respiro profondo mi carica di aromi buoni.
Sono ancora vivo!
Questo conta e mi chiedo di altri
che aspettano e temono.
Mi chiedo di lei che in silenzio subiva.
E lui?
Sorriso comunque?

lunedì 16 agosto 2010

Impercettibile il tempo

Nel giardino si fa rossa
l'arancia, impercettibile
il tempo danza
sulla sua scorza,
la ruota del mulino si stacca
alla piena dell'acqua
ma continua il suo giro
e avvolge un minuto
al minuto passato
o futuro. Diverso il tempo
sul vortice del frutto;
indeclinabile sul corpo
che riflette la morte,
scivola contorto
chiude la presa
alla mente, scrive
una prova di vita.

Salvatore Quasimodo


Ineluttabile come un principio la vita trionfa e lo stato delle cose abbandona la via insicura per la strada conosciuta di sempre.
Pellegrino incostante riprendo il cammino gravato da un peso che saprò trasportare.

martedì 10 agosto 2010

IN ALTO

Nel ciel dorato rotano i rondoni.
Avessi al cor, come ali, così lena!
Pur l'amerei la negra terra infida,
sol per la gioia di toccarla appena,
fendendo al ciel non senza acute strida.
Ora quel cielo sembra che m'irrida,
mentre vado così, grondon grondoni

Giovanni Pascoli

Anch'io come il rondone voglio riprendermi i cieli che già possedevo nelle mie arie sognanti, rivoglio la vita che avevo...rivoglio la mia vita.

lunedì 9 agosto 2010

Ritrovarmi...a parlare di me con chiunque,
Questo ora voglio...questo adesso che tutto sembra sul finire, questo io voglio!
Lascerò la stanchezza dietro all'oblio in modo che i sensi non la percepiscano.
E andrò per la mia strada ancora.

Conversazione

Tu sei un bel cielo d'autunno, chiaro e rosa! Ma la tristezza
monta in me come il mare e lascia, rifluendo, sul mio
labbro corrucciato, il ricordo cocente del suo fango amaro.
La tua mano scivola invano sul mio petto che si strugge;
ciò che cerca, amica, è un luogo devastato dall'unghia
e dal dente feroce della donna. Non cercare più il mio cuore: le belve l'hanno divorato.
Il mio cuore è un palazzo lordato dalla folla: ci si ubriaca,
ci si ammazza, ci si tira per i capelli. Un profumo
ondeggia attorno al tuo seno nudo.
Beltà, dura frusta delle anime, tu lo vuoi! Con i tuoi
occhi di fuoco, splendenti come feste, tu bruci i brandelli
che le belve han risparmiato.

Charles Baudelaire

venerdì 6 agosto 2010

Ad Annie

Batto a la chiusa imposta con un ramicello di fiori
glauchi ed azzurri, come i tuoi occhi, o Annie
Vedi: il sole co 'I riso d'un tremulo raggio ha baciato
la nube, e ha detto—Nuvola bianca, t'apri. —
Senti: il vento de l'alpe con fresco susurro saluta
la vela, e dice—Candida vela, vai. —
Mira: I'augel discende da l'umido cielo su 'l pèsco
in fiore, e trilla — Vermiglia pianta, odora. —
Scende da' miei pensieri l'eterna dea poesia
su 'I cuore, e grida — O vecchio cuore, batti. —
E docile il cuore ne' tuoi grandi occhi di fata
s'affisa, e chiama—Dolce fanciulla, canta.

Giosuè Carducci
26 marzo 1890


Alla mia Anna che merita di più di quanto penso e che mi sta accanto anche quando sono distante.
Alla mia Anna che, compagna di vita, rischiara le mie tenebre pensierose, come una flebile luce che però i venti non spazzano.

mercoledì 4 agosto 2010

Salvezza

Vivere cinque ore?
Vivere cinque età?...
Benedetto il sopore
che m'addormenterà...
Ho goduto il risveglio
dell'anima leggiera:
meglio dormire, meglio
prima della mia sera.
Poi che non ha ritorno
il riso mattutino.
La bellezza del giorno
è tutta nel mattino

Guido Gozzano


Anche io cerco salvezza da situazioni pesanti, cerco un poco di requie dove scaldare al sole del meriggio le mia membra spossate dall'immane fatica di combattere un male che in me più non sento ma sicuro non sono di questo che penso.

martedì 3 agosto 2010

IMPLORAZIONE

Estate, Estate mia, non declinare!
Fa che prima nel petto il cor mi scoppi
come pomo granato a troppo ardore.
Estate, Estate, indugia a maturare
i grappoli dei tralci su per gli oppi.
Fa che il colchico dia più tardo il fiore
Forte comprimi sul tuo sen rubesto
il fin Settembre, che non sia sì lesto.
Sòffoca, Estate, fra le tue mammelle
il fabro di canestre e di tinelle.

Gabriele D'Annunzio
Alcyone, Madrigali dell'estate


Qualcosa ricompone il mosaico e sembra che le tessere finalmente combacino a creare il disegno nascosto... finalmente un qualche segnale positivo riesce a diradare il buio con una flebile luce di speranza e futuro.

Don't give up!

lunedì 2 agosto 2010

ESTIVA

Che ora è questa che saluta
il muro sbiadito con calda luce
e silenzioso cenno, e sommuove
l'aria tremante di giugno?
Ardi immobile, azzurro,
lustrate foglie della magnolia
e tu fiore profuma il giorno,
consuma i tuoi petali bianchi
sino alla dissoluzione, a noi
gli occhi chiusi arrossa
il riverbero estivo cui
solitaria cicala s'accompagna.
nel sentiero della luce.

Attilio Bertolucci



Spero vada tutto bene.
Spero propri che vada tutto bene.
Sono quasi in dirittura finale e non voglio si rovini tutto, devo tenere duro e chiedo a me stesso di resistere, resistere, resistere!
E' così importante.