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martedì 4 giugno 2013

Alla selva, di Arturo Graf

Alla selva

Selva cupa e sonora
Sotto il cielo sereno;
Tu che una volta ancora
Mi ricevesti in seno;
Tu che allo spirto ansante
Contro un pensier pugnace,
Tu che alle membra affrante
Desti riposo e pace;
Poichè son dileguati
I dì tranquilli e brevi,
Tu del mio core i grati
Sensi e l’addio ricevi.
Parto. Laggiù lontano,
La rea città m’aspetta,
Albergo disumano
Che all’uom la morte affretta.
M’aspettano le cure
Fastidiose, amare,
Le mescolanze impure,
Le disoneste gare,
E la malvagia febre,
Angosciosa ed oscena,
Che le menti fa ebre,
Che le carni avvelena.
O cara Selva, addio!
Dovunque io muova il piè
Con tenere desio
Mi sovverrò di te.
Queste che, il core esprime,
Queste ch’ebber lavacro
Di pianto umili rime,
Al nume tuo consacro.

Arturo Graf


che dire,
mi macano i boschi
e le fragili foglie,
steli d'erba
e assolati prati...

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