Il canto del cipresso
Un oscuro cipresso,
Nella brezza d’aprile,
Va cantando sommesso
Una canzon gentile:
— Io son l’arbore antica
Sacra al pallido Lete,
Dell’eterna quiete
E del silenzio amica.
La negra arbore io sono
Cui non isfronda il verno,
L’arbore del perdono
E del riposo eterno.
O voi che per la via
Mute e stanche passate,
Anime addolorate,
Venite all’ombra mia.
Sdrajatevi al mio piede,
Ov’è più fitta l’erba,
E troverà mercede
La vostra doglia acerba.
L’umil vostro soggiorno
Io parerò dal sole,
Anemoni e vïole
Vi crescerò d’intorno.
Voi dormirete un blando
Sonno, e perché v’annoi
Meno il tempo, cantando
Io veglierò su voi. —
Nella brezza d’aprile
Un oscuro cipresso
Va cantando sommesso
Questa canzon gentile.
Arturo Graf
cipressi e cimiteri, un tutt'uno,
alberi assecondano viali di dolore;
sono canzoni di passato e ricordi
quelle che cantano solitari la notte...
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