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domenica 16 maggio 2021

Silenzio, di Arturo Graf

Silenzio

Dio, che silenzio! Intorno,
sull’arìose alture,
selve d’abeti, scure
entro il fulgor del giorno.
E qua, dove la piargia
digradando s’allenta,
cespi di folle menta
e d’erica selvaggia.
Passa la nube estiva
che nel seren si perde,
e vela il muto verde
d’un’ombra fuggitiva …
Dio, che silenzio! Il core
par che mi svenga in petto
mentre, sedendo, aspetto
ciò che non giunge, e l’ore
dileguan lente. – Ascolta!…
Che orribil pace è questa?
Non un sospiro desta
la solitudin folta …
È imagin vera o sogno
ciò che apparisce in giro?
Questo che scemo e miro
è quel di là che agogno?
Com’ogni cosa è lieve,
com’ogni cosa è muta,
presso e lontan, perduta
in questa cerchia breve!
Che m’avvenne? Da quando,
perché son qua? Salvato
da un’insidia? Cacciato
da qualche ignoto bando?
Che m’occorse? M’occorse
veramente qualcosa? –
Dna silenziosa
voce risponde: Forse!…
Forse? Non altro? Dio,
che soliloquio vano,
che guazzabuglio strano!…
Sogni, ricordi, oblio!…
Qual è il nome ch’io porto,
là tra gli umani greggi?
Terra che mi sorreggi,
io vivo o son morto?
Ah, che silenzio atroce!
ah, che funerea pace!
Tace ogni cosa; tace
la stremata mia voce.

Arturo Graf

Paris Nogari
"
Allegoria del silenzio"

solo, nel sole mattutino ascolto rapito
le cose che parlano il loro linguaggio;
"Va tutto bene" ho scritto nel tempo,
sto riguardando ancora una volta...

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